giovedì 28 novembre 2013

Siamo al termine di questa avventura Kossovara del nostro carissimo Padre Ambrogio. Rev.mo Padre: BENTORNATO !!!!!

Diario dal Kossovo – 28 novembre 2013

Passo nel monastero di Decani le ultime ore prima della partenza. Il mio viaggio nel Kossovo non si esaurisce con l’uscita dal paese, ma prosegue su un mezzo di trasporto quanto mai insolito: uno dei camion usati dall’Associazione Amici di Decani per portare gli aiuti umanitari (soprattutto generi alimentari) generosamente donati da molti benefattori italiani. La spedizione, denominata Trasporto Solidale 2.0, dovrà raggiungere Durrësi (Durazzo) in serata, per imbarcarsi sul traghetto per Bari. Non avrò verosimilmente collegamenti con Internet per tenervi aggiornati sui dettagli di questa parte del viaggio, per cui vi offro, a titolo di anticipo, la foto della cattedrale di Durrësi (Chiesa ortodossa autocefala d’Albania), dedicata ai santi Paolo e Asteio:
Sono molte le persone a cui devo essere profondamente grato per questo viaggio; alcune di queste le avete viste durante le varie tappe del viaggio, attraverso testi, collegamenti, foto e filmati; altre probabilmente non desiderano troppa pubblicità per mezzo di questi aggiornamenti di blog, ma tutti si meritano un riconoscimento speciale. E quale riconoscimento è migliore di una raccomandazione diretta a un sovrano?
Santo Re Stefano, intercedi presso Dio per i tuoi figli!
Al posto di un epilogo...
Qui finisce il viaggio di un singolo ortodosso italiano in Kossovo, ma sicuramente nascerà in molti altri il desiderio di ripercorrere questi sentieri (magari non tutti... ma confido di aver lasciato abbastanza appigli per un pellegrinaggio significativo).
Non intendo stare a dire molto altro (diverrei facilmente noioso), ma voglio almeno sgombrare il campo da una paura ricorrente e in massima parte infondata: “oggi andare in Kossovo non è pericoloso?” Sicuramente è un paese in cui covano ancora risentimenti e tensioni irrisolte, e di fronte a tali situazioni bisogna usare una certa prudenza, ma dalla mia esperienza posso dire (e sono stato nei punti più caldi...) di non essere mai stato maltrattato o minacciato, né di essermi sentito a disagio. Per la verità, dovrei pure confessare di avere subito un attentato! All’uscita dall’ambasciata italiana a Pristina, nel tratto di strada di fronte all’ambasciata della Repubblica di Macedonia, la nostra auto è stata oggetto del lancio di... una palla di neve. Probabilmente è lo stesso livello di rischio in cui un visitatore di oggi può rischiare di imbattersi, nonostante tutte le cautele: un insulto da parte di qualche ragazzotto, o cose del genere. In tutti questi casi, la cosa migliore è affidarsi all’esperienza di chi il Kossovo lo ha visto davanti ai suoi occhi per anni.
Il monastero di Decani aspetta i suoi visitatori dall’Italia con un’accoglienza che oggi nessun altro monastero ortodosso può eguagliare: la competenza nella lingua e cultura italiana che vi si respira è superiore a quella che offrono alcuni luoghi di culto ortodossi in... Italia. L’Associazione Amici di Decani è pronta a farsi in quattro per offrire viaggi significativi e ricchi di esperienza (e, non guasta dirlo, straordinariamente economici) a chiunque voglia fare un’esperienza che segnerà profondamente la sua vita e il suo cammino spirituale.

 

  Diario dal Kossovo – 27 novembre 2013

Lascio il monastero di Decani sotto una coltre di neve che nasconde (ma non risolve) tutte le strane contraddizioni di questa terra. Sono atteso a Prizren per tenere agli studenti delle tre classi del seminario una “lectio magistralis” sulla situazione della Chiesa ortodossa in Italia. Non so chi tra noi è più incuriosito dall’altro: una classe che si trova di fronte uno ieromonaco ortodosso italiano, o quest’ultimo che assiste alla rinascita della speranza nelle comunità ortodosse del Kossovo. Ma i nostri problemi, alla fin fine, sono molto simili: iniziamo a parlare di chi vede nella Chiesa solo un’identità culturale, e terminiamo notando quanto è importante che la vita della Chiesa coinvolga tutti, e non solo i sacerdoti presenti e futuri. Anche il vescovo Teodosije, che qui lavora anche come insegnante e che mi riceve con il suo abituale affetto paterno, è d’accordo nell’insistere nel coinvolgimento attivo di tutti i cristiani.
Al seminario di Prizren, con il vescovo Teodosije, padre Andrej e gli studenti
Anche le mie parole di incoraggiamento ai ragazzi devono sembrare loro un po’ paradossali: proprio da un paese come l’Italia, con circa trecento parrocchie ortodosse, ma nessun seminario, devono davvero fare uno sforzo per capire perché ci interessiamo di loro. Eppure, riportare speranza a comunità che sarebbero davvero senza speranza è una meta importante. La parrocchia di san Massimo di Torino dà il suo contributo mantenendo negli studi uno dei ragazzi: non è uno sforzo eccessivo, e forse molte parrocchie ortodosse in Italia potrebbero, se non contribuire agli studi di un seminarista, almeno dare un aiuto significativo a questo esempio di risurrezione dal vivo.
Strahinja, giovane musicista e cantore, è il seminarista aiutato negli studi dalla nostra parrocchia
Il mio viaggio mi porta da Prizren alla zona montuosa a nord di Gracanica, a osservare da vicino un fenomeno locale di aiuto ai poveri, che non sfigurerebbe in Italia: le cucine popolari di Prekovce, dove la presbitera Svetlana Stevic organizza la raccolta e la distribuzione di cibo agli abitanti dei villaggi più disagiati. Qui ho l’occasione di vedere quanto le attività dell’Associazione Amici di Decani sono importanti, e quanto gli aiuti dati dall’Italia (sotto qualsiasi forma) prendono corpo in una straordinaria opera di solidarietà. Ma qui è meglio che io taccia: lasciamo parlare direttamente gli attivisti dell’associazione in questa pagina sulle cucine popolari.

mercoledì 27 novembre 2013

 

 Chiesa Ortodossa 
 Patriarcato di Mosca
Parrocchia
San Giovanni di Kronstadt

Palazzo Gallo - P.zza Vittorio Em. II 
Castrovillari (cs)
 
 
Русская Православная Церковь 
Московского Патриархата 
Biserica Ortodoxă Rusă
 Patriarhia Moscovei  


   DOMENICA 01 dicembre 2013
 
  Memoria dei santi
Platone e Romano
 

Tono   VI

 
UFFICIATURE:

       Sabato 30: ore 17.30 -  Vespro  (Vecernie)

Domenica  01: ore 9.30 - Divina Liturgia

                                           

 
 Carissimi Fedeli Ortodossi di 
Castrovillari e del circondario, 
 come sempre vi aspetto numerosissimi,
ogni Domenica con inizio alle ore 9.30,
 per celebrare con Voi la Divina Liturgia 
nella Nostra Chiesa e della Nostra
 Santa Tradizione Ortodossa.
Per qualsiasi informazione chiamate
il Parroco al:  328 0140556
                 347 3400419

 

martedì 26 novembre 2013

Una fotografia scritta dal nostro P. Ambrogio sulla situazione nel Kossovo e spiegata senza campanilismi, ma con una obbiettività sincera e amorevole.


Diario dal Kossovo – 26 novembre 2013


Non è la prima volta nella vita che mi sveglio all’annuncio della preghiera islamica, ma l’effetto dell’annuncio (registrato) diffuso dai minareti di Prizren è forte. Quando mi avvio verso la chiesa di san Giorgio per la Divina Liturgia ortodossa, immagino che vedrò la grande moschea di Sinan Pascià, se non frequentata, per lo meno aperta. Ma non è così. Questo mi porta a pensare quanto l’islam, da queste parti, possa essere visto più che altro come un mero fatto di identificazione sociale di persone e di gruppi. Ma non c’è da sopravvalutare l’ingresso sempre più intenso (e intensamente finanziato) del wahabismo saudita nel paese.
Entro nella chiesa di san Giorgio, fatta saltare con il tritolo nel 2004, e oggi ricostruita più robusta di prima (a qualcosa servono pure, i finanzamenti della comunità internazionale), e concelebro alla Liturgia in greco, serbo, slavonico ecclesiastico e. . . italiano. I seminaristi mi riempiono di una certa ammirazione: questa ”cucciolata” di futuri sacerdoti non rappresenta solo la sopravvivenza di un numero di parrocchie, ma anche il tessuto connettivo di un organismo sociale che dimostra un’incredibile capacità di rigenerarsi.
Al termine della funzione, ammiro i locali del complesso del seminario: dopo essere stati ampliati – a partire dalle costruzioni del tardo XIX secolo – nel 1996, hanno subito bombardamenti, abbandono, devastazioni. Ora completamente rinato dal poco rimasto dopo gli incendi del 2004, il seminario ospita 36 seminaristi dai 13 ai 20 anni, divisi in tre classi annuali. Li rivedrò domattina, per tenere loro una lezione. Vedremo pure che cosa possono fare gli ortodossi italiani per facilitare il loro cammino.
Al rientro a Decani, trovo il monastero sotto il primo manto di neve (osservate la foto dal blog del 22 novembre...). Lo spettacolo è affascinante, se visto da un solido edificio monastico riscaldato; un pò meno se visto da un’abitazione di fortuna in un’enclave: i monaci dovranno iniziare da oggi stesso le loro visite ai più bisognosi dei dintorni.
A Decani ho anche la notizia che è finalmente disponibile su YouTube il video realizzato dagli amici italiani del monastero, a proposito della recente festa, che comprende anche una mia piccola comparsa personale:






 
Oggi ho avuto per la prima volta l'occasione di vedere il Kossovo in tutta la sua estensione geografica e sociale, dal nord al sud. Cerco di focalizzarmi su quattro punti del mio viaggio:
1 - Gracanica
In confronto alla frenetica, moderna e sfacciatamente ricca vita di Pristina, la nuova capitale, l'enclave serba di Gracanica (pron. Graciànitsa) sembra bloccata nel passato e nei ricordi, con un gioiello di monastero (patrimonio dell'umanità tutelato dall'UNESCO), una sede episcopale un po' forzata (la vera sede del vescovo del Kossovo era a Prizren, nel sud) e un conglomerato di alcune migliaia di abitanti che nel momento del maggiore bisogno non hanno trovato un punto migliore del monastero per agglomerarsi e per difendere la propria identità e i propri diritti. I lavori pubblici sono frutto degli sforzi della diocesi, che qui deve occuparsi anche di far costruire strade, di far funzionare un ospedale, di offrire speranza a decine di famiglie di profughi che hanno perso tutto e vivono in container... ci sarebbe molto da dire, troppo per una visita tanto breve.
Voglio ricordare un momento curioso della visita all'antica chiesa... tra i cartelli di vari divieti (di abbigliamento scollato, etc.), che capita di vedere in molte chiese, ne spicca uno di divieto di ingresso con armi da fuoco. Chissà come reagirebbero, in Italia, a un simile divieto in evidenza di fronte a una chiesa).
2 - Gazimestan
Anche la torre-ricordo della battaglia di Kosovo Polje fa parte degli edifici vandalizzati nei pogrom del 2004. Qui neppure quattro mura del genere sono indenni dalla furia distruttiva. Mentre guardo l'antica zona della battaglia dalla cima della torre, mi chiedo quanto tempo dovrà ancora passare per vedere la pace dopo secoli di lotta impari, che hanno visto i cristiani sempre in minoranza, sempre costretti a battaglie già perse, sempre disposti a sacrificarsi volontariamente. Anche quando tutto sembra far sperare per il meglio... nelle foto della celebrazione del 1989, si vede un impressionante milione di persone radunato attorno alla torre di Gazimestan (il "luogo degli eroi"). Dove sarà ora, quel milione di persone? Che cosa starà pensando? Mentre osservo e rifletto, turbini di vento portano i primi fiocchi di neve di questa stagione invernale. Speriamo che la neve, che qui cade abbondante, non porti isolamento e disperazione a tanti tra i più poveri e diseredati, privati di un futuro dignitoso da giochi di potere molto più grandi di loro.
3 - Kosovska Mitrovica
Molto più che nelle enclavi nel resto del paese, la situazione del nord del Kossovo riflette i paradossi, i vicoli ciechi dell'umanità e del buon senso che hanno martoriato questa terra. Mitrovica (pron. Mìtrovitsa), come perfetto esempio di "città divisa in se stessa", vede contrapposte, sulle rive del fiume Ibar, la parte sud albanese e musulmana (con l'antico cimitero cristiano ortodosso), e la parte nord serba e cristiana ortodossa (con l'antico cimitero musulmano). La stupidità sembra equamente divisa su entrambe le rive, con bande giovanili che si affrontano quotidianamente a insulti e sassate (e raccontano tutto un mondo di mancanza di visione del futuro da parte dei giovani locali), ma le attitudini generali di rispetto non sono le stesse: il cimitero cristiano al sud subisce profanazioni su base praticamente quotidiana, esaurendo la pazienza dei carabinieri italiani che devono presidiarlo; il cimitero musulmano al nord non ha mai avuto danni.
Si potrebbe aggiungere molto sulla situazione di Mitrovica, e sull'inadeguatezza generale di ogni tentativo di soluzione. Passeggio sul "ponte della discordia", con le sue barricate di sassi e terra erette per bloccare i blindati, le sue postazioni di cecchini da entrambe le parti, il suo posto di guardia di carabinieri stanchi, che ormai intervengono solo nei casi di estrema tensione. Come prevedibile, vengo salutato da una parte e guardato con disprezzo dall'altra: chissà cosa direbbero se sapessero che non faccio parte di nessuno dei due schieramenti, ma ironicamente sono proprio un connazionale di quei carabinieri nel mezzo... o forse chi deve saperlo lo sa, e non spreca tempo e parole con uno straniero che non cambierà nulla della loro situazione. Penso a Belfast, a Gerusalemme, a Nicosia, a tante città divise in due: pittosto che "uno spaccato di una società", qui vedo "una società spaccata". Non sono tanto cretino da pretendere di avere una soluzione in tasca, ma neppure tanto insensibile da dire che non mi compete fare qualcosa. Le impressioni di questa visita - e la ricerca di un'uscita da questo caos - mi accompagneranno a lungo.
4 - Prizren
Sono atteso per il vespro e per la cena al seminario di Prizren, dove padre Andrej, il monaco di Decani da anni è noto in tutte le chiese ortodosse in Italia, ha assunto per il terzo anno il ruolo di pro-rettore del seminario recentemente restaurato e rinato a nuova vita. Domani mi riprometto di parlare più diffusamente dei miracoli che hanno circondato questa rinascita, e spero di iniziare la giornata con la Liturgia del giorno di festa di san Giovanni Crisostomo: in una concelebrazione tra preti del Kossovo, di Cipro e dell'Italia dovrei essere l'unico che non proviene da una terra divisa a metà... a tutti buona festa del santo più di tutti legato alla Divina Liturgia, e restate in ascolto!

 

Sul problema della Fede degli Italo-albanesi.

Rispondo ad Adrea:
 
Andrea: non voglio entrare nel merito ecumenico e quantaltro, io cerco di spiegare a me stesso, in primis, come appartenente al popolo italo-albanese e poi a chi mi sta attorno la storia del nostro popolo. Il problema ecumenismo non mi interessa minimamente anche perchè i nostri Avi non lo hanno vissuto in prima persona perchè a quei tempi non esisteva questa ricerca di dialogo. I cristiani si erano separati molto tempo prima del 1054 anno delle scomuniche tra Roma e Costantinopoli, dove le 4 giurisdizioni orientali formarono un tuttuno e rimasero nell'ortodossia, mentre Roma scelse la strada franco-latina. Ora noi popolo martoriato in patria, giunti in italia, cosa abbiamo fatto? Intanto dopo aver girovagato per le contrade ed i possedimenti dei signorotti locali finalmente dopo aver trovato il nido giusto ci siamo preoccupati di riuscire a mantenere in vita la questione familiare, e anche qui abbiamo dovuto subire le angherie dei vescovi, dei signorotti locali e come Acquaformosa quelle dei monaci con cui i futuri acquaformositani avevano sottoscritto i Capitoli (che se vengono letti con obbiettività ci si accorge che per il nostro popolo ci fu una capitolazione nel vero senso della parola). Perciò se dal punto di vista economico una catastrofe si abbatteva sui nostri avi, dal punto di vista religioso ci fu una ecatombe. Da Roma si arrivò a dire che il nostro popolo doveva abbandonare il rito, la liturgia e passare a quello latino in quanto la Divina Liturgia nostra non era all'altezza di quella Latina. Sappiamo che moltissimi paesi persero il rito ed altri dopo persero persino la lingua e le tradizioni. Ci fu una guerra latente che i nostri Avi subirono in modo plateale e per fortuna non tutti i paesi si allinearono a ciò che Roma OBBLIGAVA. I nostri preti prima ordinati dai vescovi provenienti da Okrida, poi si recavano in oriente per farsi ordinare e nonostante la loro ignoranza e la scomunica dei vescovi locali mantenevano nella Liturgia l'appartenenza orientale in quanto nominavano non il vescovo di Roma ma il patriarca di Costantinopoli. Il popolo mai ostile al suo credo e alla sua fede, mantenne indenne la fede verso l'ortodossia, ma cosa vuoi, abbandonato da Costantinopoli, abbandonato dalla Grecia, (l'Albania a quei tempi non esisteva) ha dovuto in qualche modo cedere alle pressioni di roma ed i suoi papàs per sopravvivere hanno accettato i dettami latini. Questa è storia, per questo io parlo che chi sa riferisca a chi non sa. Sono convinto che tutti sanno, ma nessuno erudisce. Ora un discorso serio per il recupero della Fede degli Avi si dovrebbe fare solamente con i giovani, perchè agli anziani se levi loro i papa, ti strozzano immediatamente. Ma chi potrà farlo, io ho cercato di dire qualche cosa, ma la frase meno ingiuriosa è che "ho sputato sul piatto dove ho mangiato". Solo che ancora non sono riuscito a capire cosa fosse questo piatto.

domenica 24 novembre 2013

Terzo giorno di P. Ambrogio a Deciani (Kossovo)

Diario dal Kossovo – 24 novembre 2013

È terminata la celebrazione della festa del santo re Stefano di Decani, che è anche la Slava del monastero. Il patriarca Irinej è da poco partito assieme al vescovo Teodosije, con un vero commiato di un padre dai suoi figli, lasciando la solita quantità di ricordi che ci vorrà tempo per incasellare nella nostra memoria.
Ricorderemo a lungo nella nostra parrocchia una Liturgia patriarcale nella quale il parroco ha avuto l’onore di essere il secondo prete concelebrante, come si può vedere nella seguente foto, appena caricata sulla pagina Facebook del seminario teologico di Prizren:
Il nuovo konak (edificio monastico) è stato ufficialmente inaugurato, e il regno di Norvegia, che ne ha finanziato la costruzione, ha avuto le massime onorificenze di gratitudine da parte della Chiesa ortodossa serba.
Mi accompagnano le molte impressioni raccolte (almeno per il giorno della festa, tutte positive!) tra i rappresentanti del corpo diplomatico, i militari, i pellegrini (di cui un gruppo dall’Italia) e gli amici del monastero. Spero di riuscire a raccogliere nel corso dei giorni che verranno alcune di queste testimonianze (è in preparazione un filmato in cui sono stati inclusi anche alcuni secondi di una mia intervista personale) e di metterle a vostra disposizione: restate in ascolto…
 

 

sabato 23 novembre 2013

Secondo Giorno presso il Monastero di Decani nel Kossovo.

Diario dal Kossovo – 23 novembre 2013

Il resoconto di oggi da Decani deve essere più breve, perché resta poco tempo prima della Veglia della festa patronale. Gli ospiti importanti stanno iniziando ad arrivare; da poco è giunto sua Santità il Patriarca Irinej, che dopo la dossologia di benvenuto nella chiesa sta visitando il nuovo konak (edificio di abitazione dei monaci), offerto in parte grazie a una generosa donazione del governo norvegese, ma frutto degli sforzi di tutti. C’è ancora un embargo sulle immagini dei nuovi quartieri monastici, che dovrebbe durare fino alla loro benedizione da parte del patriarca e all’inaugurazione ufficiale, ma credo di poter già condividere alcune delle impressioni della visita che mi hanno concesso di fare ieri ai locali. In parte la nuova costruzione monastica riesce a offrire un poco d’isolamento all’interno del complesso di Decani, ormai visitato da sempre più persone: tutto, in questo “monastero all’interno del monastero”, parla di serietà e di mentalità monastica autentica: costruzioni sobrie ma solide, fatte per durare, realizzate con cura ma senza sprecare nulla, nella consapevolezza che tutti quelli che hanno donato qualcosa per il monastero lo hanno fatto a grande costo personale. I nuovi quartieri danno anche testimonianza della devozione espressa dalla comunità, che per oltre due decenni ha dovuto vivere piuttosto allo stretto.
Le notizie non si fermano, purtroppo, al momento di gioia della festa: questa mattina ho avuto la prima occasione di fare una visita - che mi era stata impossibile dieci anni fa - alle poche enclave serbe ancora rimaste in Metohija. Le sensazioni sono troppo complesse per essere descritte in breve: in particolare, le continue notizie di violazioni di diritti umani (che farebbero inorridire chiunque in Italia) meriteranno qualche ulteriore approfondimento. Per ora, affidiamo al santo re Stefano (che da sovrano secolare era molto sensibile al grido di dolore del suo popolo) le speranze che ancora portiamo nel cuore.

 

Il nostro Confratello P. Ambrogio si trova nella martoriata terra del Kossovo. Da qui ogni giorno presenta a noi un diario con le sue impressioni sulla vita nel Monastero di Decani, dove è ospite, e nei territori vicino al Monastero. Caro Padre, da parte della Parrocchie di Castrovillari e di Acquaformosa....Buona permanenza ed un presto ritorno.

Diario dal Kossovo – 22 novembre 2013

Di ritorno in Kossovo e al monastero di Decani dopo dieci anni, ho molto lavoro da fare per metabolizzare i cambiamenti di questa terra, con la quale mi sono tenuto peraltro in stretto contatto in tutto questo periodo. Il monastero sfida il passaggio dei tempi e dei regimi politici ed economici, continuando a essere un faro d’ispirazione spirituale; il santo re Stefano continua a proteggere il suo popolo, e sotto molti aspetti il monastero è ancora quello che ho visto per la prima volta, arrivando sotto scorta militare una notte di fine novembre di dieci anni fa.
Non immaginavo, invece, di vedere un altro aspetto sostanzialmente immutato: la precarietà.
C’è una preoccupante mancanza di visione per quanto riguarda il futuro dei cristiani ortodossi marginalizzati e sofferenti. Questa mancanza di visione è ben visibile nel risultato delle recenti elezioni. I serbi del Kossovo hanno appena perso la possibilità di esprimere candidati propri a livello amministrativo locale (l’unico campo in cui la loro voce può contare qualcosa in questo paese), suddivisi tra l’oltranzismo nazionalista dei boicottaggi (e della deplorevole demonizzazione di quanti hanno voluto comunque esprimere un voto), e la polverizzazione dei voti validi tra diversi candidati in concorrenza tra loro. Non ho potuto far altro che annuire (amaramente) quando mi è stato detto che la sopravvivenza dell’Ortodossia serba in Kossovo, in queste circostanze autolesioniste, è la più evidente prova dell’esistenza di Dio.
Ora fervono i preparativi per la celebrazione della festa patronale del monastero, con l’attesa di ospiti davvero importanti. Restate in ascolto… intanto, ecco alcune foto dalla recente Liturgia della festa dei santi Arcangeli al monastero:
 

 

http://www.ortodossiatorino.net

  L’Ucraina sceglie la libertà
dal blog del sito Orthodox England
21 novembre 2013
 
Il governo ucraino ha deciso oggi di sospendere la firma di un accordo di associazione con l'Unione Europea. Invece, è stata presa una decisione di studiare e implementare misure per recuperare i volumi di produzione perduti e le direzioni di relazioni commerciali ed economiche con la Russia e gli altri stati membri dell'Unione Eurasiatica: 'Al fine di tutelare e rafforzare il potenziale economico dello Stato, deve essere ripreso un dialogo attivo con la Russia e gli altri membri dei paesi dell'Unione doganale e della CSI per rilanciare le relazioni economiche e commerciali', ha detto un portavoce. Come condizione per l'accordo di associazione, l'Unione europea aveva preteso la liberazione dell'ex primo ministro Yulia Timoshenko, la leader fantoccio filo-americana che era stata imprigionata per corruzione.
La decisione ha fatto seguito a una lettera aperta indirizzata al presidente Viktor Yanukovich da cittadini ortodossi di Ucraina, Russia, Moldova e Kazakhstan, che lo avvertiva che l’Ucraina era di fronte a una scelta tra la luce e le tenebre, tra Cristo e l’Anticristo. Associandosi o integrandosi con l'Unione Europea, l’Ucraina si sarebbe schiavizzata da sola, come hanno fatto Grecia, Cipro, Romania e Bulgaria. Nella sua nuova schiavitù, l’Ucraina avrebbe perso le sue radici culturali di civiltà cristiana, tradendo questa fede unica per il piatto di lenticchie laicista offerto dall’Unione Europea sostenuta dagli Stati Uniti, e chiamata dagli autori della lettera 'Eurosodoma'.
Gli autori della lettera aperta hanno fatto notare che i sostenitori dell’Unione Europea sono i discendenti spirituali degli 'ucraini' (= abitanti dei confini) cattolicizzati e polacchizzati, nell'estremo ovest dell'Ucraina, che avevano perseguitato i carpato-russi durante la prima guerra mondiale e combattuto con le SS naziste nella seconda guerra mondiale. Gli autori hanno fatto notare anche la natura e le pratiche anti-cristiane dell'Unione Europea, con le sue politiche laiciste e l’aperto sostegno ai banditi in Siria e in Medio Oriente, intenti al genocidio dei cristiani locali, e alla persecuzione dei cristiani rimasti in Europa occidentale. Gli autori hanno considerato la possibilità dell’associazione dell’Ucraina con l'Unione Europea come una nuova Unia e un nuovo tradimento della millenaria cristianità ortodossa, la santa Rus’ iniziata con san Vladimir di Kiev 1025 anni fa.

venerdì 22 novembre 2013





Qui siamo a Lauropoli
presso la Cappella
San Francesco per 
la prima Divina Liturgia
della nostra Missione
"San Nicola di Mira".
Vi aspetto domenica
24.11.2013
con inizio alle ore 10.00
celebreremo per la seconda
volta la Divina Liturgia

 
MISSIONE ORTODOSSA
SAN NICOLA DI MIRA, IL TAUMATURGO
CAPPELLA SAN FRANCESCO
LAUROPOLI (CS)
 Chiesa Ortodossa 
 Patriarcato di Mosca
Parrocchia
San Giovanni di Kronstadt

Palazzo Gallo - P.zza Vittorio Em. II 
Castrovillari (cs)
 
Русская Православная Церковь 
Московского Патриархата 
Biserica Ortodoxă Rusă
 Patriarhia Moscovei  


 
   DOMENICA 24 novembre 2013  
 
 
 
Tono   V
 

 
 
UFFICIATURE:

       Sabato 23: ore 17.30 -  Vespro  (Vecernie)
         Presso la Chiesa Parrocchiale a Castrovillari

Domenica  24: ore 10.00 - Divina Liturgia
a Lauropoli
                                           

 
 Carissimi Fedeli Ortodossi del circondario, 
di Cassano Jonio, Sibari, Lauropoli, Doria
  vi aspetto numerosissimi,
  Domenica con inizio alle ore 10.00,
presso la Cappella di San Francesco a Lauropoli
 per celebrare con Voi la Divina Liturgia 
nella Nostra Chiesa e della Nostra
 Santa Tradizione Ortodossa.
Per qualsiasi informazione chiamate
il Parroco al:  328 0140556
                 347 3400419

domenica 17 novembre 2013

Divina Liturgia del 17.11.2013

 

 La nostra fantastica Ikonostasi

 I fedeli rimasti dopo la Divina Liturgia posano
per una foto ricordo.
Ci prepariamo ad un convivio per 
festeggiare il compleanno dei fedeli
Elena e Giovanni e l'onomastico della piccola Elisabetta.

sabato 16 novembre 2013

 

 Chiesa Ortodossa 
 Patriarcato di Mosca
Parrocchia
San Giovanni di Kronstadt

Palazzo Gallo - P.zza Vittorio Em. II 
Castrovillari (cs)
 
Русская Православная Церковь 
Московского Патриархата 
Biserica Ortodoxă Rusă
 Patriarhia Moscovei  


   DOMENICA 17 novembre 2013
  Memoria del santo Giovanniccio
il Grande dell'Olimpo

  Прп. Иоанникий Великий
Tono   IV

 
UFFICIATURE:

       Sabato 16: ore 17.30 -  Vespro  (Vecernie)


Domenica  17: ore 9.30 - Divina Liturgia

                                           

 
 Carissimi Fedeli Ortodossi di 
Castrovillari e del circondario, 
 come sempre vi aspetto numerosissimi,
ogni Domenica con inizio alle ore 9.30,
 per celebrare con Voi la Divina Liturgia 
nella Nostra Chiesa e della Nostra
 Santa Tradizione Ortodossa.
Per qualsiasi informazione chiamate
il Parroco al:  328 0140556
                 347 3400419