lunedì 28 novembre 2011

Ingresso nel Tempio del piccolo Erik Raul.


Compiuti i quaranta giorni dalla nascita, Gesù, venne condotto dai genitori al Tempio per adempiere alle prescrizioni della Legge.
Questo pomeriggio, anche il piccolo Erik Raul, dai genitori, accompagnato anche dai padrini, è portato in Chiesa per compiere, come il Signore, il suo ingresso nel Tempio e ricevere lui e la mamma la benedizione, in attesa del battesimo.

venerdì 25 novembre 2011

 
 
 
Care Fedeli, Cari Fedeli:
Domenica 27 novembre
con inizio alle ore 10.00
presso la Parrocchia Ortodossa del
PATRIARCATO DI MOSCA 
dedicata a
SAN GIOVANNI DI KRONSTADT
in Castrovillari, Palazzo Gallo
Piazza Vittorio Em. II
 
C E L E B R E R E M O
la Divina Liturgia domenicale.
Tono VII
Santo Apostolo Filippo
Non mancate, la vostra e la nostra
Santa Chiesa Ortodossa 
vi aspetta !

mercoledì 23 novembre 2011

http://www.blogger.com

Sull’inizio del Digiuno della Natività
del rev. padre Sergei Sveshnikov[1]
Tradotto per © Tradizione Cristiana da E. M. novembre 2011
 
 
 
Abbiamo cominciato il gioioso e santo Digiuno della Natività. Il digiuno inizia il 28 novembre ovvero 40 giorni prima della Natività nella carne del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo e si conclude il giorno della festa stessa ovvero il 7 gennaio secondo il calendario secolare. Proprio come gli Ebrei vagarono nel deserto per quarant’anni prima di entrare nella Terra Promessa, la santa Chiesa ci conduce per quaranta giorni nel deserto del digiuno prima di entrare nella promessa di Dio che è stata rivelata nella Natività. Per gli Ebrei si è trattato di scrollarsi di dosso le catene della schiavitù fisica, mentale e spirituale. Un’intera generazione di persone nate e cresciute nella schiavitù egiziana era morta prima di coloro che non ricordavano più d’essere stati schiavi e a quelli che erano nati liberi fu consentito di entrare nella “terra dove scorrono latte e miele” (Esodo 3, 8). E così è con noi: dobbiamo scuoterci di dosso le catene della schiavitù per i peccati e le passioni fisiche, mentali e spirituali. Dobbiamo smettere di essere schiavi del peccato e diventare amici di Cristo, osservando i Suoi comandamenti (Giovanni 15, 14).
Ci sono diversi aspetti del digiuno, che sono tutti importanti e collegati tra loro. La prima cosa a cui molte persone pensano sono i limiti nella qualità e quantità dei cibi che mangiamo. Il Digiuno della Natività non è così rigoroso come altri digiuni - è consentito il pesce in tutti i sabati e le domeniche, tranne l’ultimo fine settimana prima della Natività (2-3 gennaio)[2], e in diverse feste della Chiesa: l’Ingresso della Theotokos nel Tempio (4 dicembre) e la sua apodosi (8 dicembre), le feste dell’Icona della Theotokos (del Segno) di Kursk (10 dicembre), di san Sabbas il santificato (18 dicembre), della Concezione della Madre di Dio (22 dicembre), e dei santi Herman dell’Alaska e il martire Pietro l’Aleute (25 dicembre).
Perché digiuniamo dai cibi? - Perché siamo esseri sani. Cristo non è venuto per salvare soltanto le nostre anime, ma tutto di noi: corpo, anima, mente, spirito, volontà e tante “parti” quante ognuno ne può contare. Ha preso il nostro intero essere umano su di sé, tutta la nostra natura umana, e ha “guarito il corpo intero di un uomo” (Giovanni 7, 23). Nell’ordine determinato da Dio, il nostro spirito deve muoverci verso Dio, la nostra anima deve trovare la sua ispirazione nella direzione dello spirito, e il nostro corpo deve essere nutrito nel fare la volontà del Padre (Giovanni 4, 34; cfr. Matteo 4, 4). Il Peccato perverte questo ordine divino, e la nostra carne si nutre di questo mondo e diventa una schiava del cibo, la nostra anima trova ispirazione nelle cose della carne, e il nostro spirito non ha più fame di Dio, ma trova la sua direzione nelle passioni dell’anima.
La Santa Chiesa ci dona tempi di digiuno per aiutarci a guarire e restaurare la nostra natura corrotta. Un atleta non vince un premio prima di aver esercitato pazientemente la disciplina e “l’auto-controllo in tutte le cose” (I Corinzi 9, 25). E se si vuole ricevere una “corona incorruttibile” (ibid.), dobbiamo fare lo stesso e iniziare prendendo il controllo di ciò che in noi è più materiale, ripristinando l’ordine divinamente stabilito e raggiungendo ciò che è più spirituale. Se non possiamo controllare le nostre pance, come possiamo sperare di controllare le nostre lingue e i pensieri, come possiamo sperare di cominciare a combattere le nostre passioni? Dobbiamo imparare a disciplinare i nostri corpi, perché senza questo fondamento non si può iniziare a costruire le mura del tempio della nostra anima. E proprio come lo scopo delle fondamenta non è in sé stesse, ma in ciò che può essere costruito su di esse, lo scopo di prendere il controllo della nostra carne sta nel liberare l’anima dall’essere controllata da essa.
Quest’anno l’inizio del nostro Digiuno della Natività è caduto il giorno dopo il Ringraziamento[3]. So che per alcuni il piatto principale non è stato un tacchino o una torta di zucca, ma altre persone che hanno lacerato e divorato con pettegolezzi, giudizi, parole cattive e pugnalate alle spalle. A che serve il digiuno se continuano a banchettare con gli esseri umani? È cosa buona la loro astinenza dalle carni, se la loro lingua si abbatte sugli altri come mannaia da macellaio?
Il re e profeta Davide dice: “Trattieni la lingua dal male” (Psalmo 34, 13)[4], e “Benedirò il Signore in ogni tempo, la sua lode è continuamente nella mia bocca” (34, 1-2). Se vogliamo che i nostri digiuni siano qualcosa di più di un programma di dimagrimento, dobbiamo seguire il comando prescritto dal profeta. Dovremmo imparare a controllare la nostra lingua e i nostri pensieri, indirizzando entrambi alla comunione con Dio. In ogni momento, ma soprattutto durante i digiuni, dobbiamo essere “sobri e vigilanti”, perché il nostro “avversario, il diavolo, gira come un leone ruggente, cercando chi divorare” (I Pietro 5, 8). Ma nel nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo abbiamo una sicura protezione dagli attacchi del demonio.
Accorrete a Cristo nella preghiera, ma state attenti che la vostra preghiera non diventi come “un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna” (I Corinzi 13, 1). Prestate molta attenzione alle parole delle preghiere, non rendetele solo parole di qualcuno ripetute da voi, ma veramente parole vostre che provengono da tutto il vostro cuore, dalla vostra anima, e da tutta la vostra mente (cfr. Matteo 22, 37).
Accorrete a Cristo nella lettura degli Evangeli, ma state attenti che non diventi un lavoretto il cui significato si dimentica nel minuto in cui il libro viene chiuso. Chiedete alla Santissima Madre di Dio di aiutarvi a mantenere tutte le cose che si leggono negli Evangeli e a meditarle nel vostro cuore (cfr Luca 2, 19 e 51) mentre trascorrete la vostra giornata, glorificando Dio per la sua abbondante misericordia su di noi.
Accorrete a Cristo nel leggere le vite dei suoi santi, ma assicuratevi di avere una vita che segue le orme dei santi uomini e delle sante donne che sono venuti prima di voi. Noi non studiamo le vite dei santi per il loro valore letterario o come un passatempo prima di andare a letto. Essi sono un esempio vivente di cosa significhi essere cristiani, ed amare Dio, e amarci gli uni gli altri.
Ma soprattutto, accorrete a Cristo nella comunione del suo Corpo e del Sangue, ma fatelo con umiltà e pentimento, perché con il boccone non entri in voi Satana, come ha fatto in Giuda (Giovanni 13, 27).
Che il misericordioso Dio benedica questo tempo del nostro digiuno. Possa Egli accettare i nostri piccoli sforzi umani e la sua grazia divina “che guarisce sempre ciò che è infermo e supplisce a ciò che manca”[5], riceva le nostre preghiere e guidi la nostra vita verso i Suoi comandamenti. Possa Egli “santificare le nostre anime, rendere casti i nostri corpi, correggere i nostri pensieri, e purificare le nostre intenzioni”[6], che insieme con “le assemblee degli angeli e i cori dei martiri”[7] possiamo sempre glorificare la Santissima Trinità.
Amìn.

Testo originale in: Fr. Sergei Sveshnikov's blog


sabato 12 novembre 2011

Dalla Chiesa Ortodossa Russa

Il Patriarca incontra i dirigenti della Fondazione S. Gregorio il Teologo

 Il  9 novembre 2011, il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill ha incontrato nella sua residenza di lavoro i dirigenti della Fondazione umanitaria intitolata a San Gregorio il Teologo.

All’incontro hanno partecipato i co-fondatori: il metropolita Hilarion di Volokolamsk, Presidente del Dipartimento per le Relazioni Esterne del Patriarcato di Mosca,  V. Yakunin, Presidente del Consiglio di Amministrazione della Società “Protek”, e il direttore esecutivo della Fondazione L. Sevastyanov.
Al Primate della Chiesa Russa è stata presentata una relazione sulle attività caritative della Fondazione.
Nell’evidenziare il vasto campo di programmi ecclesiastici, educativi, didattici, sociali e culturali, assistiti dalla Fondazione, Sua Santità ha sottolineato che tra queste iniziative rientra anche il sostegno al Dipartimento per le relazioni esterne e alla Scuola di formazione post-laurea e dottorato della Chiesa Russa, intitolata ai Santi Cirillo e Metodio.
“Vorrei ringraziare innanzitutto per l’aiuto al Dipartimento per le relazioni esterne – ha detto Sua Santità, rivolgendosi a V. Yakunin. – Grazie a questo aiuto, è possibile realizzare un certo numero di programmi importanti, compresi i viaggi del presidente del Dipartimento. Raggiungere luoghi lontani richiede più risorse, che la Chiesa non ha. Essendo stato io stesso Presidente del Dipartimento, so quanto è difficile organizzare tali visite, ricordo come è stato doloroso quando non vi era alcuna certezza che qualcuno finanziasse un viaggio già programmato. Il fatto che oggi il vostro supporto abbia una base continuativa è un grande aiuto”.
Riferendosi alla Scuola di formazione post-laurea e dottorato, Sua Santità ha detto: “Attribuisco grande importanza a questo Istituto. E’ stato aperto da poco tempo, quando la nostra Chiesa ha iniziato ad adottare il sistema di Bologna. La Scuola svolge un ruolo molto importante per la formazione di specialisti qualificati, che accedono ai master e al dottorato. Affinché la Scuola si regga, accanto al lavoro svolto dal rettore, il metropolita Hilarion, e a quello dei docenti, del personale e degli studenti, molto importante è la parte economica”.
Il Primate della Chiesa ortodossa russa ha ringraziato la Fondazione San Gregorio il Teologo per la partecipazione al restauro di tutto l’edificio, sede della Scuola di formazione post-laurea e dottorato, e per il sostegno alle attività dell’istituzione.
Durante l’incontro, sono stati discussi vari progetti di beneficenza.
V. Yakunin ha ringraziato il Patriarca per il continuo sostegno alla Fondazione San Gregorio il Teologo, e ha presentato in dono un incensiere antico con vetro multicolore, realizzato nei laboratori di Rostov Velikij.
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La Fondazione San Gregorio il Teologo si è costituita nel mese di agosto 2009. Suoi obiettivi principali sono il supporto del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, l’attuazione di progetti di istruzione per lo sviluppo della formazione teologica e scientifica della Chiesa, in particolare il sostegno alla Scuola di formazione post-laurea e dottorato, e ad altri programmi della Chiesa ortodossa russa.
La fondazione assiste anche la scuola ortodossa di S. Elia di Murom presso il Monastero della Santa Trasfigurazione a Murom, e finanzia conferenze teologiche e eventi internazionali, l’ultimo dei quali è stato il simposio internazionale “Aspetti etici dell’attività bancaria e del ruolo sociale delle banche: l’esperienza della Russia e dell’Italia” (Mosca, novembre 2011).
Domani
Domenica 13 novembre
con inizio alle ore 10.00
presso la Parrocchia Ortodossa del
PATRIARCATO DI MOSCA
SAN GIOVANNI DI KRONSTADT
in Castrovillari, Palazzo Gallo
Piazza Vittorio Em. II
 
C E L E B R E R E M O
la Divina Liturgia domenicale.
Non mancate, la Chiesa ortodossa 
vi aspetta !

sabato 5 novembre 2011

Dal sito: http://www.tradizione.oodegr.com

La Chiesa negli ultimi tempi
di Alexander Kalomiros
 
Il mondo ed il diavolo stanno conducendo la Chiesa a tali spaventose prove che potrebbe arrivare il giorno in cui tutti i vescovi della terra entrino in comunione con gli eretici. Che cosa faranno allora i fedeli? Che cosa faranno i pochi che hanno l’eroismo di non seguire le masse, di non seguire i loro parenti, i vicini, e i loro concittadini?
Tutti i fedeli dovranno capire che la Chiesa non è là dove sembra essere. Le Liturgie continueranno ad essere eseguite, e le chiese saranno piene di gente, ma la Chiesa non avrà alcun rapporto con tali chiese o con quel clero e quei fedeli. La Chiesa è dove è la Verità. I fedeli sono coloro che continuano la Tradizione ininterrotta dell’Ortodossia, che è opera del Santo Spirito. Quei sacerdoti veri sono quelli che pensano, vivono, e insegnano come i Padri ed i Santi della Chiesa han fatto, o almeno non respingono il loro insegnamento. Laddove tale continuità di pensiero e di vita non esiste, è una falsità parlare di Chiesa, anche se tutti i segni esteriori parlano di essa.
Si troverà sempre un sacerdote canonico, ordinato da un vescovo canonico, che seguirà la Tradizione. Intorno a questi sacerdoti si riuniranno i piccoli gruppi di fedeli che rimarranno fino agli ultimi giorni. Ognuno di questi piccoli gruppi sarà una Chiesa Cattolica locale di Dio. I fedeli troveranno in essa tutta la pienezza della grazia di Dio. Essi non hanno bisogno di vincoli amministrativi o di altro, perché la comunione che esisterà tra di loro sarà la più perfetta che ci possa essere. Sarà la comunione al Corpo e al Sangue di Cristo, la comunione nel Santo Spirito. I legami aurei dell’immutabile Tradizione Ortodossa collegheranno quelle Chiese tra di loro così come con le Chiese del passato, con la Chiesa trionfante del Cielo. In questi piccoli gruppi la Chiesa Una, Santa, Cattolica e Apostolica sarà conservata intatta.
Naturalmente, è una bella cosa l’ordine e il coordinamento che dovrebbe esistere nel funzionamento esterno delle varie Chiese, e che le Chiese meno importanti dovrebbero ricevere la loro guida e orientamento dalle Chiese più importanti, il modo in cui sono ora insieme le diocesi, metropoli, arcidiocesi, e patriarcati, ma negli ultimi giorni, tali relazioni esterne e contatti esterni saranno impossibili per la maggior parte del tempo. Quando l’età dell’Anticristo sarà prossima, anche l’Arca della Chiesa sarà difficile da discernere. Ci sarà una tale confusione nel mondo che una Chiesa non sarà in grado di essere certa dell’ortodossia di un altra a causa della moltitudine di falsi profeti che riempirà il mondo e che diranno: “qui è Cristo”, e “c’è Cristo”. Qualsiasi cosa sarà accettata ufficialmente come la Chiesa, avendo a poco a poco già tradito i tesori della Fede, sarà stata assimilata dall’indescrivibile, unificante marmellata, che manterrà la maggior parte dei segni esteriori della Chiesa con astuzia satanica. Qua e là, piccoli gruppi di fedeli, con qualche prete conserveranno ancora la vera Tradizione viva. Tuttavia, ci potrebbero essere anche incomprensioni tra le vere Chiese Ortodosse a causa della confusione delle lingue che esiste nella contemporanea Babele. Ma nulla di tutto questo potrà mai spezzare l’unità essenziale della Chiesa.
Ma chi sarà in grado di riconoscere la Chiesa di Cristo in quei piccoli, disprezzati gruppi di fedeli che mancano di tutto lo splendore mondano? Eppure, alla fine del tempo, la Chiesa Una, Santa, Cattolica e Apostolica sarà solo quelle piccole parrocchie dimenticate ed esteriormente disunite, che potranno anche essere all’oscuro dell’esistenza delle altre, ma saranno unite tra loro dai mistici legami del Corpo e del Sangue del Signore, nel Santo Spirito, con la comune Fede e Tradizione che rimarranno senza macchia.
Da: Contro la falsa Unione, di Alexander Kalomiros
Tradotto per © Tradizione Cristiana da E. M. ottobre 2009

Giovanni Festa commento sulla bacheca di Ortodossi in Italia: sempre con delicatezza e per tirare una pietra nello stagno

Avviso ai naviganti fratelli e sorelle ortodossi in Italia
All’interno della necessaria distinzione tra convertiti (Dio ci liberi da simile iattura) e ritornati sanamente e santamente all’Una ed Indivisa:

1- La separazione dell’occidente cristiano dall’Una ed Indivisa è convenzionalmente fotografata al 1054 e non al 1964 
2- Cioè non è stato il Concilio Vaticano II a portare l’occidente cristiano( e in particolare la Chiesa di Roma Antica) fuori dall’Una ed Indivisa .L’Occidente cristiano ne era già e da tempo fuori

3- Anzi il Concilio Vaticano II è stato probabilmente l’ultimo tentativo (non riuscito sconfitto ed abortito) per ridare all’Occidente Cristiano una possibilità di respiro da Una ed Indivisa

4-  E’ stato sconfitto ovviamente dal post concilio sia di marca tradizionalista sia di marca progressista ..insomma Lefebvre e Kung sono fratelli gemelli monovulari .Paolo VI resta un gigante ..sconfitto vilipeso..obnubilato ma gigante

5-  Il Concilio di Trento e l’intera tradizione cattolica tridentina (certamente una tradziione ..ovvio) è stata ed è il massimo apogeo antiortodosso realizzato ..l’uniatismo nasce lì… ad esempio.. E’ la massima espansione del "compelle intrare”..

6-  Quindi non capisco certi amorazzi( e per certi aspetti faccio anch’io critica di me stesso) ortodossi -anche in un recente passato slavamente patriarcali -verso una sorta di recupero della civiltà tridentina..A meno che il dato sia banalmente politico ..una sorta di scelta di campo mondana e mondanizzata nella storia e nella storicità direi a destra ..o meglio in un certo tipo di destra

7-  Da ritornato e non da convertito certamente ho vissuto il trauma e la scelta chirurgica di dire Addio alla Chiesa che mi aveva e ha annunciato il Vangelo del Signore ma l’Addio è stato perché in libertà di cuore ho ritrovato l’Una ed Indivisa della pienezza del pleroma di Cristo Signore.. Questo implica e deduce il mio profondo rispetto e il mio affetto verso l’occidente cristiano che ho salutato ma che per primo e concretamente mi ha annunciato il Vangelo. .Non è il mio nemico anzi al contrario è ancora la casa dei miei familiari e di carissimi amici e di carissime amiche e nel mistero dello Spirito che soffia dove vuole nei cuori è esso stesso in frammento e fragilità e non nella pienzza un fatto e un evento cristiano

8-  Chi ritorna all’Una ed Indivisa del pleroma del Signore non ci sta perché banalmente ed oscenamente anticattolico o antiprotestante ma ci sta perché è l’Una ed Indivisa..Gli anti stanno dentro le strutture dei sopracitati fratelli gemelli monovulari.

IV INCONTRO DIOCESANO


PATRIARCATO ECUMENICO
SACRA ARCIDIOCESI ORTODOSSA D’ITALIA E MALTA
ED ESARCATO PER L’EUROPA MERIDIONALE
IV INCONTRO DIOCESANO
“Dove c’è il Vescovo lì c’è anche tutta la Chiesa”

Venezia, 15 – 17 Novembre 2011
Programma
Martedì 15 Novembre
16.00: Inizio dei Lavori in Cattedrale di San Giorgio dei Greci (moderatore: Prof. Renato D’Antiga). Preghiera e Benvenuto
16.30: Discorso di S. Em.za il Metropolita Gennadios: “La peculiare posizione del Vescovo nella Chiesa ed il sacramento della Confessione come preparazione spirituale per la Santa Eucaristia”. Discussione
17.30: P. Evangelos Yfantidis: “Visite Pastorali: ‘confermaci nella fede’ (cfr. Luca 22,32)”. Discussione
18.15: Intervallo - Inaugurazione della Mostra Permanente di “Libri Ortodossi in Italiano
18.45: Presentazione del Vangelo e dell’Apostolo in Italiano
19.00: P. Giovanni Festa: “L’insegnamento di San Ignazio di Antiochia sul Vescovo”. Discussione
19.45: P. Nicola Madaro: “La Cattedrale di San Giorgio dei Greci: presentazione storica ed artistica”. Discussione
21.00: Cena
22.30: Veglia e Divina Liturgia in Cattedrale, in memoria di San Matteo Apostolo
Mercoledì 16 Novembre
09.30: Partenza con il traghetto per il tour nelle isole della laguna di Venezia
09.30: Discussione sui seguenti argomenti:
i. Conservazione e trasmissione della Fede Ortodossa (introduce il P. Catalin–Ioan Pavaloaia)
ii. Uso delle lingue nazionali e dell’italiano nel culto divino (introduce il P. Giorgio Antonopoulos)
11.00: Arrivo a Murano (Palazzo Da Mula) e visita privata nella Mostra Internazionale di Icone Bizantine Contemporanee
12.00: Proseguimento del tour e riapertura della discussione sui seguenti argomenti:
i. Ruolo dei laici nella Chiesa Ortodossa (introduce il P. Atenagora Fasiolo)
ii. Movimento ecumenico e dialogo interreligioso (introduce la Dott.sa Elisabetta Fimiani)
13.30: Pellegrinaggio nella chiesa di san Giovanni in Bragora
14.00: Rinfresco nell’Aula Grande dell’Arcidiocesi
15.30: Visita Guidata nella Basilica di San Marco
18.00: Celebrazione dei Vespri in Monastero
19.00: Concerto del Coro Bizantino di Sign. Calomìris e presentazione dei tre Volumi, pubblicati in onore di S. Em.za il Metropolita Gennadios
21.00: Cena
Giovedì 17 Novembre
09.30: Divina Liturgia Pontificale in Cattedrale – Lettura del Comunicato Finale dell’Incontro
13.30: Pranzo Ufficiale offerto da S. Em.za il Metropolita Gennadios