giovedì 16 febbraio 2012

Dal gruppo di fb: Ortodossi Italiani a Roma

Nicola D'Amico
TRIODION – PREPARAZIONE ALLA QUARESIMA

4. IL GIUDIZIO FINALE

Ancora una attenta riflessione in preparazione alla liturgia domenicale opportunamente postata alcuni giorni prima perchè possa essere letta per preparare il nostro animo a ciò che, passo dopo passo, sta per compiersi.
Domenica di Carnevale



La domenica successiva è chiamata di “Carnevale”, poiché durante la settimana successiva è prescritto dalla Chiesa un limitato digiuno, l’astensione dalle carni. Questa prescrizione è da intendersi alla luce di ciò che è stato detto a proposito del significato di preparazione. La Chiesa comincia ora ad “adattarci” al grande sforzo che essa aspetta da noi tra una settimana. Essa gradualmente ci porta a conoscere lo sforzo-conoscenza della nostra fragilità, prevedendo la nostra debolezza spirituale. Alla Vigilia di questo giorno (Sabato di Carnevale), la Chiesa ci invita ad un’universale commemorazione di quanti si sono addormentati nella speranza della resurrezione e della vita eterna. Questo è il grande giorno di preghiera per i suoi membri deceduti. Per comprendere la connessione tra la Quaresima e la preghiera per tutti i defunti, bisogna ricordare che la fede Cristiana è la religione dell’amore. Cristo ha lasciato ai suoi discepoli non una dottrina di salvezza individuale, ma un nuovo comandamento, “di amarsi l’un l’altro”, ed aggiunse: “Da questo tutti conosceranno che voi siete miei discepoli se vi amerete reciprocamente”. L’amore dunque è il fondamento, la vera vita della Chiesa che, secondo sant’Ignazio di Antiochia, è “l’unità di fede e d’amore”. Il peccato è sempre assenza di amore e, perciò, separazione, isolamento, guerra di tutti contro tutti. La nuova vita dataci da Cristo e trasmessa a noi dalla Chiesa è, in primo luogo, una vita di riconciliazione, di raccolta nell’unità di quelli che erano dispersi, di ristabilimento dell’amore interrotto dal peccato.

Ma come possiamo cominciare il ritorno a Dio e la nostra riconciliazione con Lui se in noi stessi non ritorniamo all’unico nuovo comandamento dell’amore? La preghiera per i defunti è un’espressione essenziale della Chiesa in quanto amore. Preghiamo Dio di ricordare coloro che noi ricordiamo e li ricordiamo poiché li amiamo. Pregando per loro, li incontriamo in Cristo, il quale è Amore, e, in quanto tale, vince la morte, che è l’estrema vittoria sulla separazione sulla mancanza d’amore. In Cristo non c’è differenza tra vivi e morti, poiché tutti sono vivi in Lui. Egli è la Vita e la Luce per l’uomo. Amando Cristo, amiamo tutti coloro che sono in Lui; amando quanti sono in Lui, amiamo Cristo. Questa è la legge della Chiesa e l’ovvia ragione per cui essa prega per i morti. È proprio il nostro amore in Cristo che li conserva vivi, poiché li conserva in Cristo e quanto errano coloro che in Occidente o riducono la preghiera per i morti ad una dottrina giuridica di “meriti” e “compensazioni” o semplicemente la respingono in quanto è ritenuta inutile. La grande veglia per i defunti del Sabato di Carnevale è il modello per tutte le altre commemorazioni dei defunti ed è ripetuta nel secondo, terzo e quarto sabato di Quaresima.

È di nuovo l’amore che costituisce il tema della Domenica di Carnevale. L’Evangelo di questo giorno tratta del giudizio finale (Matteo 25, 31-46). Quando Cristo verrà a giudicarci, quale sarà il criterio del suo giudizio? La parabola risponde: amore, non semplice interesse per una giustizia astratta e per un “povero”anonimo, ma un amore concreto e personale per una persona, per ogni persona umana, che Dio mi fa incontrare nella mia vita. Questa distinzione è importante, poiché oggigiorno sempre più i Cristiani tendono ad identificare l’amore cristiano con interessi politici, economici e sociali; in altre parole essi scivolano dall’unica persona e dal suo unico destino personale verso identità anonime quale “classe”, “razza”, ecc... Con ciò non si può dire che i loro interessi siano sbagliati. È evidente che, nella sfera della loro vita, nelle loro responsabilità come cittadini, nelle loro professioni, i Cristiani sono chiamati a darsi cura, impegnando il meglio delle loro possibilità e della loro intelligenza, per una società giusta, eguale ed in genere più umana. Tutto ciò, certamente, deriva dal Cristianesimo e può essere ispirato dall’amore cristiano. Ma il Cristiano, in quanto tale, è alquanto differente e questa differenza deve essere compresa e mantenuta se la Chiesa vuol preservare la sua unica missione e non diventare una semplice “agenzia sociale”, il che essa non è affatto.

L’amore cristiano è “l’impossibilità possibile” di vedere Cristo in un altro uomo, chiunque esso sia, che Dio, nel suo eterno e misterioso disegno, ha deciso d’introdurre nella mia vita, sia pur soltanto per pochi momenti, non come occasione per una “buona opera” o per un esercizio di filantropia, ma come inizio di un’eterna associazione in Dio. Infatti, cos’è realmente l’amore se non quel misterioso potere che trascende ciò che è accidentale ed esterno “nell’altro” (la sua figura fisica, il livello sociale, l’origine etnica, la capacità intellettuale) e raggiungere l’anima, l’unica “radice” personale di un essere umano, in realtà la parte di Dio in lui? Se Dio ama ogni uomo, ciò avviene perché egli solo conosce il tesoro inestimabile ed assolutamente unico, “l’anima” o la “persona” che egli ha dato ad ogni uomo. L’amore cristiano è dunque la partecipazione a questa divina conoscenza ed il dono dell’amore divino. Non c’è un amore “impersonale”, poiché esso è la meravigliosa scoperta della “persona” nell’“uomo”, di ciò che è personale e unico in ciò che comune e generale. È la scoperta in ogni uomo di ciò che è “degno di essere amato” in lui, il che deriva da Dio.

A questo riguardo l’amore cristiano è alle volte l’opposto dell’“attivismo sociale”, con cui qualcuno identifica il Cristianesimo attuale. Per un “attivista sociale” l’oggetto dell’amore non è la “persona”, ma l’uomo, un’unità astratta di una non meno astratta “umanità”. Ma per il Cristianesimo l’uomo è degno di essere amato, poiché egli è una persona. Lì la persona è ridotta ad un uomo, qui l’uomo è visto solo come persona. L’“attivista sociale” non ha interesse per ciò che è personale e facilmente lo sacrifica per il “comune interesse”. Il Cristianesimo può sembrare piuttosto scettico, ed in un certo qual modo lo è, nei confronti di questa astratta umanità, ma commette un peccato mortale contro se stesso ogni volta che tralascia il suo interesse ed amore per la persona. L’attivismo sociale è sempre “futuristico” nel suo accostarsi; esso agisce sempre in nome della giustizia, dell’ordine, della felicità futura per essere compiuto. Il Cristianesimo si cura poco di questa problematica futura, ma pone l’accento su momento attuale, l’unico momento decisivo per l’amore. Questi due atteggiamenti non si escludono reciprocamente, ma non debbono essere confusi. I Cristiani, certamente, hanno delle responsabilità verso “questo mondo” e le debbono adempiere. Questa è l’area dell’“attivismo sociale”, che riguarda esclusivamente “questo mondo”. L’amore cristiano, comunque, tende al di là di “questo mondo”. Esso è un raggio, una manifestazione del Regno di Dio: esso trascende e supera tutte le limitazioni, tutte le “condizioni” di questo mondo, poiché la sua motivazione, come pure i suoi obiettivi e la sua perfezione, è in Dio. E noi sappiamo che anche in questo mondo, che pure è nel male, le uniche vittorie durature e che trasformano la realtà sono quelle dell’amore. Ricordare all’uomo questo amore personale e la vocazione di riempire il mondo peccatore con questo amore, questa è la missione della Chiesa.

La parabola del giudizio finale riguarda l’amore cristiano. Non tutti tra noi siamo chiamati a lavorare per l’“umanità”, tuttavia ognuno di noi ha ricevuto il dono e la grazia dell’amore di Cristo. Sappiamo che tutti gli uomini, in definitiva, hanno bisogno di quest’amore personale, il riconoscimento in loro della loro unica anima nella quale la bellezza di tutta la creazione è riflessa in un’unica via. Anche noi sappiamo che ci sono uomini in prigione, in preda alle malattie, ed alla sete ed alla fame, poiché questo amore personale è stato loro negato. Ed infine sappiamo che, per quanto stretto e limitato sia il quadro della nostra esistenza, ognuno di noi è stato reso responsabile da questo vero dono dell’amore di Cristo. E così saremo giudicati se abbiamo accettato o meno questa responsabilità, se abbiamo amato o rifiutato di amare. Poiché “quanto avete fatto per uno dei più piccoli di questi miei fratelli, voi l’avete fatto per me...”.

da A. Schmemann, Great Lent, St. Vladimir’s Seminary Press 1974;
trad. A. S. in “Messaggero Ortodosso”, Roma 1986 n. 2-3, 13-17.




ALLA LITURGIA
1 Corinti 8, 8-13 – 9, 1-2; Matteo 25, 31-46.



Tropario

Quando verrai sulla terra nella gloria, o Signore, quando tremerà l’universo ed un fiume di fuoco trascinerà tutti dinanzi al tuo tribunale, quando si apriranno i libri e saranno rese pubbliche le cose nascoste; allora, o giustissimo Giudice, liberami dal fuoco inestinguibile e degnami di sedere alla tua destra.

martedì 14 febbraio 2012

Settimana dei defunti - Parrocchia Ortodossa del Patriarcato di Mosca - Castrovillari (CS) - Febbraio 2012







domenica 12 febbraio 2012

 Mercoledì  15 (2) Febbraio  2012
Ingresso nel tempio di N.S.G.C.

Сретение Господа Нашего Иисуса Христа

PATRIARCATO  DI  MOSCA

PARROCCHIA  ORTODOSSA
SAN GIOVANNI DI KRONSTADT
 
Palazzo GALLO - P.zza Vittorio Em. II
CASTROVILLARI


Тропарь Сретения:
Радуйся благодатная Богородице Дево, из Тебе бо возсия Солнце правды Христос Бог наш, просвещаяй сущия во тьме: веселися и ты старче праведный, приемый во объятия Свободителя душ наших, дарующаго нам воскресение.

Кондак Сретения:
Утробу Девичу освятивый рождеством Твоим, и руце Симеони благословивый, якоже подобаше предварив, и ныне спасл еси нас Христе Боже: но умири во бранех жительство, и укрепи верныя люди Твоя, ихже возлюбил еси, Едине Человеколюбче.


Прокимен: 
Величит душа Моя Господа, и возрадовася дух Мой о Бозе Спасе Моем. 
Яко призре на смирение рабы Своея, се бо отныне ублажат Мя вси роди.

 Послание к Евреям святого апостола Павла

Без всякого же прекословия меньший благословляется бо'льшим.
И здесь десятины берут человеки смертные, а там - имеющий о себе свидетельство, что он живет.
И, так сказать, сам Левий, принимающий десятины, в лице Авраама дал десятину:ибо он был еще в чреслах отца, когда Мелхиседек встретил его.
Итак, если бы совершенство достигалось посредством левитского священства,- ибо с ним сопряжен закон народа,- то какая бы еще нужда была восставать иному священнику по чину Мелхиседека, а не по чину Аарона именоваться?
Ибо Тот, о Котором говорится сие, принадлежал к иному колену, из которого никто не приступал к жертвеннику.
Ибо известно, что Господь наш воссиял из колена Иудина, о котором Моисей ничего не сказал относительно священства.
И это еще яснее видно из того, что по подобию Мелхиседека восстает Священник иной, Который таков не по закону заповеди плотской, но по силе жизни непрестающей.
Ибо засвидетельствовано: Ты священник вовек по чину Мелхиседека.
Аллилуиа

Ныне отпущаеши раба Твоего Владыко, по глаголу Твоему с миром.     Аллилуиа
Свет во откровение языков, и славу людей Твоих Израиля.                 Аллилуиа

От Луки святое благовествование

А когда исполнились дни очищения их по закону Моисееву, __ принесли Его в Иерусалим, чтобы представить пред Господа, как предписано в законе Господнем, чтобы всякий младенец мужеского пола, разверзающий ложесна, был посвящен Господу, и чтобы принести в жертву, по реченному в законе Господнем, две горлицы или двух птенцов голубиных.
Тогда был в Иерусалиме человек, именем Симеон. Он был муж праведный и благочестивый, чающий утешения Израилева; и Дух Святый был на нем.
Ему было предсказано Духом Святым, что он не увидит смерти, доколе не увидит Христа Господня.
И пришел он по вдохновению в храм. И, когда родители принесли Младенца Иисуса, чтобы совершить над Ним законный обряд, он взял Его на руки, благословил Бога и сказал: Ныне отпускаешь раба Твоего, Владыко, по слову Твоему, с миром, ибо видели очи мои спасение Твое, которое Ты уготовал пред лицем всех народов, свет к просвещению язычников и славу народа Твоего Израиля.
Иосиф же и Матерь Его дивились сказанному о Нем.
И благословил их Симеон и сказал Марии, Матери Его: се, лежит Сей на падение и на восстание многих в Израиле и в предмет пререканий,- и Тебе Самой оружие пройдет душу,- да откроются помышления многих сердец.
Тут была также Анна пророчица, дочь Фануилова, от колена Асирова, достигшая глубокой старости, прожив с мужем от девства своего семь лет, вдова лет восьмидесяти четырех, которая не отходила от храма, постом и молитвою служа Богу день и ночь.
И она в то время, подойдя, славила Господа и говорила о Нем всем, ожидавшим избавления в Иерусалиме.
И когда они совершили всё по закону Господню, возвратились в Галилею, в город свой Назарет.
Младенец же возрастал и укреплялся духом, исполняясь премудрости, и благодать Божия была на Нем.