venerdì 24 settembre 2021

Chiesa ortodossa
Parrocchia San Giovanni di Kronstadt
Castrovillari:

Domenica 26 settembre ore 9,30 DIVINA LITURGIA.

Lunedi 27 settembre:
Festa della Esaltatazione della Vivificante Croce del Signore
Ore 9,30 DIVINA lITURGIA
Al termine processione.

 

mercoledì 5 agosto 2020

  Chiesa Ortodossa 

 Patriarcato di Mosca

Parrocchia

San Giovanni di Kronstadt

Palazzo Gallo

 P.zza Vittorio Em. II 

 Castrovillari (cs)

 Calendario Ufficiature

del mese di AGOSTO

2020

CELEBRAZIONI DEL MESE DI AGOSTO 2020

VENERDI 14 AGOSTO  — Inizio del digiuno della Dormizione – Divina Liturgia ore 09,30 – Processione della preziosa e vivificante Croce de Signore.

DOMENICA 16 AGOSTO  — Tono I - Divina Liturgia: Ore 09.30   

MERCOLEDI 19 AGOSTO Trasfigurazione di Nostro Signore Gesù Cristo – Divina Liturgia ore 09,30

DOMENICA 23 AGOSTO – Tono II – Divina Liturgia: ore 09,30

VENERDI 28 AGOSTODormizione della Santissima Genitrice di Dio – Divina Liturgia Ore 09,30      Processione con l’Epitafio della festa

DOMENICA 30 AGOSTO  Tono III – Divina Liturgia: Ore Ore 09,30   

domenica 14 giugno 2020

PATRIARCATO  DI  MOSCA
 Patriarhia Moscovei  
МОСКОВСКОГО ПАТРИАРХАТA
Parrocchia Ortodossa
PAROHÌA ORTODOXĂ
ПРАВОСЛАВНЫЙ  ПРИХОД
San Giovanni di Kronstadt
Sf. Ioan de la Cronstadt
Святой Иоанн Кронштадский
CASTROVILLARI
КАСТРОВИЛЛАРИ

Православный календар  - Глас 1-й ь

Воскресенье 21 июня 2020 / 8 июня 2020

Вмч. Феодора Стратилата (319)
Всех русских святых
Tropari :
Камени запечатану от иудей и воином стрегущим Пречистое Тело Твое, воскресл еси тридневный, Спасе, даруяй мирови жизнь. Сего ради силы небесныя вопияху Ти, Жизнодавче: слава воскресению Твоему, Христе, слава Царствию Твоему, слава смотрению Твоему, едине Человеколюбче.
Воинствосло́вием и́стинным, стpастоте́pпче,/ Небе́снаго Цаpя́ воево́да пpедо́бpый был еси́, Фео́доpе:/ оpу́жиями бо ве́pы ополчи́лся еси́ му́дpенно/ и победи́л еси́ де́монов полки́,/ и победоно́сный яви́лся еси́ стpада́лец./ Те́мже тя ве́pою// пpи́сно ублажа́ем.
Я́коже плод кра́сный Твоего́ спаси́тельнаго се́яния,/ земля́ Росси́йская прино́сит Ти, Го́споди, вся святы́я, в той просия́вшия./ Тех моли́твами в ми́ре глубо́це// Це́рковь и страну́ на́шу Богоро́дицею соблюди́, Многоми́лостиве.
.Слава Отцу, и Сыну, и Святому Духу.
Православныя веры поборниче, земли Российския печальниче, пастырем правило и образе верным, покаяния и жизни во Христе проповедниче, Божественных Таин благоговейный служителю и дерзновенный о людех молитвенниче, отче праведный Иоанне, целителю и предивный чудотворче, граду Кронштадту похвало и Церкве нашея украшение, моли Всеблагаго Бога умирити мир и спасти души наша.
И ныне и присно и во веки веков. Аминь.
Предстательство христиан непостыдное, ходатайство ко Творцу непреложное, не презри грешных молений гласы, но предвари, яко Благая, на помощь нас, верно зовущих Ти; ускори на молитву и потщися на умоление, предстательствующи присно, Богородице, чтущих Тя.

mercoledì 13 maggio 2020

Dal Sito del confratello p. Ambrogio di Torino.

Un uomo chiamato Gesù
dell'arciprete Andrej Tkachev
Orthochristian.com, 11 maggio 2020

 

 
Il nostro Signore Gesù Cristo è senza dubbio Dio al di sopra di tutte le creature. La sua natura divina si manifestò sufficientemente in azioni che nessuno tranne lui fu in grado di fare: risuscitare i morti, scacciare i demoni, esercitare potere sulla materia del mondo creato... Eppure, comunque, Gesù era una persona reale e non uno spirito.
Che tipo di persona era allora?
Inerente in Gesù c'era quell'apertura e vulnerabilità dell'anima che si possono osservare – in misura molto minore, ovviamente – nelle persone più o meno pure o che stanno cercando di acquisire la purezza. Il nostro Signore fu coraggioso senza insolenza, generoso senza vanteria e compassionevole senza essere sentimentale. Possiamo osservare in lui quella misura morale, quella "aurea via di mezzo" che è ricercata da tutti coloro che cercano la virtù pura. Tuttavia, resta ancora una persona. Non solo una persona ideale, ma anche una persona normale. Dal punto di vista fisico, cose come la stanchezza, la fame, il dolore, oltre alla soddisfazione, alla sperimentazione della gioia dell'attività fisica e alla dolcezza del riposo, erano tutte cose a lui note. Psicologicamente, ha sperimentato tutto ciò che sperimenta un essere umano– tutto tranne il peccato.
Questa frase "tutto tranne il peccato" mette a dura prova il nostro cervello e capovolge le nostre esperienze interiori. Poiché il peccato ha messo radici così profonde in noi che, senza timore di contraddizione, possiamo dire che non siamo in grado di immaginare com'è essere "senza peccato". Tutta l'attività umana è avvelenata dal peccato; l'indimenticabile scrittore Nikolaj Gogol' ha ragione cento volte quando ci dice come lo rattrista non vedere "ogni bene nel bene".
Un incontro con l'assenza di peccato è possibile solo in Cristo. Noi siamo guariti e nutriti da Cristo, per quanto utilitaristico e rozzo questo possa sembrare. Ma è così che dovrebbe essere. Non è sufficiente ammirare Cristo da lontano, riconoscendo il suo "contributo all'insegnamento morale". Tale "distante ammirazione" e il riconoscimento dei suoi successi sono semplicemente autentiche assurdità mascherate da "spiritualità". È davvero necessario essere nutriti da Cristo, poiché è lui la manna discesa dal cielo. È necessario che sia lui a guarire, poiché è l'unica medicazione efficace per le ulcere che ricoprono le nostre anime.
Tuttavia, voglio parlare, anche se in parte, di ciò che un uomo chiamato Gesù sentì realmente quando viveva su questa terra: ciò che lo preoccupava, ciò che lo circondava e quali pressioni morali erano esercitate sulla sua anima senza peccato. Era solo. È stato perseguitato e distrutto dagli intrighi della gente. È stato una vittima ben prima della sua morte. Aveva familiarità con il dolore, un fatto che lo rende molto vicino a noi e quindi molto necessario per noi. Perché anche noi possiamo essere circondati da una fitta nuvola di incomprensioni. Anche noi abbiamo paura, proviamo dolore e sappiamo che moriremo...
Dal momento in cui ha iniziato a insegnare e predicare, hanno continuamente cercato di trovare il modo di ucciderlo. Il Vangelo è pieno di frasi come "cercavano di ucciderlo" (Gv 5,16); "cercavano ancora di più di ucciderlo" (Gv 5,18); "cercavano di prenderlo" (Gv 7,30); "allora gli ebrei presero di nuovo le pietre per lapidarlo" (Gv 10,31); "perché cercate di uccidermi?" (Gv 7,19). Queste e altre espressioni simili trasmettono la vera natura di quegli eventi indimenticabili; vale a dire, la caccia a colui che è senza peccato, alla ricerca di un'opportunità per versare il suo sangue.
I tre brevi anni che trascorse viaggiando e predicando furono, allo stesso tempo, tre lunghi anni in previsione della morte. Sebbene non visti da un occhio normale, questi erano anni di persecuzioni, anni in cui il Dio-uomo era perseguitato. Al suono delle sue parole i morti risorgono e i demoni fuggono. Eppure le persone che sono in vita continuano a cercare pietre e gli scribi si ritirano in fretta per farsi consigliare tra loro al fine di decidere come eliminare "quell'uomo". Non è orribile? Proviamo questo orrore? Lo notiamo, quando osserviamo il corso della storia, perché cos'è la storia se non una battaglia tra peccato e santità e un tentativo di estinguere la fiamma della giustizia una volta per tutte?
Gesù si offrirà a noi di propria iniziativa. In effetti, lo ha già fatto attraverso la sua incarnazione. Poiché l'incarnazione del Figlio di Dio è l'unione eterna dell'uomo e di Dio. Tuttavia, non è sufficiente diventare parenti di Dio. Inoltre, come sappiamo, i parenti troppo spesso si tormentano a vicenda. E questo nuovo parente deve essere ucciso.
Ne è consapevole. Perfino nel giardino del Getsemani dimostra il suo potere dicendo: "Io sono lui" e facendo cadere a terra la folla armata. Il che vuol dire che tutto ciò che gli è successo – essere preso in custodia, la sua successiva umiliazione e morte – è stato, da parte sua, volontario. Non sarebbe successo se non l'avesse voluto. Ma questo è ciò che si è incarnato per sopportare. Ricordiamo ancora una volta che non è semplicemente Dio onnipotente nella carne umana, ma anche una persona reale, solo un uomo. Ciò significa che per tre anni ha vissuto in un'atmosfera di costante pericolo e d'ansia innescata da esso. Era sempre calmo come un re o i suoi nervi avvertivano la tensione che accompagna l'anticipazione del pericolo?
Noi che siamo pieni di sciocchezze televisive spesso guardiamo film in cui qualcuno vuole uccidere qualcun altro e quel qualcuno scappa, si nasconde e cerca rifugio presso diverse persone. Siamo assillati dalla paura inventata di un attore, mentre ci sediamo sulle nostre comode poltrone guardando come il personaggio principale riesce a sconfiggere i suoi nemici e rimanere in vita. Tuttavia, dovremmo pensare, almeno a volte, a come il nostro Signore è stato tormentato dall'anticipazione delle sue inevitabili sofferenze, per le quali è venuto in questo mondo. Questo è ciò che lui stesso ha detto: "Ma ho un battesimo con cui essere battezzato, e quanto sono angosciato fino a quando non sarà compiuto!" (Lc 12,50).
Il re Davide trascorse la sua vita terrena tra frequenti minacce, scappando dai suoi nemici o inseguendoli. Una volta, mentre cercava rifugio dai re vicini, dovette persino fingere di essere pazzo e lasciarsi colare la saliva dalla barba. Gesù, il figlio di Davide, non fa queste cose. Non scappa dai suoi nemici, ma va in giro per le città di Israele. Tuttavia, incontra così spesso animosità ed è circondato da così tante trame che il suo trasferimento da una città all'altra, a volte, sembra una fuga.
Giovanni il battista e precursore, che nacque sei mesi prima di Gesù, dovette anch'egli morire un po' prima di lui. Agli occhi di Gesù, la morte di Giovanni doveva essere diventata un segno della sua morte che si avvicinava. Questo è il motivo per cui, quando venne a sapere della morte di Giovanni, "partì da lì in barca verso un luogo deserto da solo" (Mt 14,13). Spesso doveva essere da solo. Non solo perché pensava alla sua futura sofferenza e parlava con suo Padre durante la preghiera. Non solo quello. Questo frequente allontanamento di se stesso da tutti e queste notti trascorse in preghiera non sono solo esempi del suo ascetismo, ma sono anche il suo modo di sopravvivere. Altrimenti, se non fosse fuggito di tanto in tanto dalla gente, non sarebbe sopravvissuto. Più una persona è giusta, più è severa questa legge. Tanto più se ciò riguarda il santissimo Verbo di Dio.
Probabilmente ha lottato anche solo per vivere tra le persone, figuriamoci per insegnare loro e prepararsi a morire per loro. Essenzialmente, era l'unica persona sana che doveva vivere tra peccatori amareggiati e malati. L'emorroissa, il posseduto, il paralitico formano uno sfondo su cui la figura di Gesù – che è giovane, senza peccato e perfetta, ma già condannata a morte – si distingue molto chiaramente.
Non guarisce semplicemente le persone. Vede i loro pensieri (Mt 9, 4). La copertura che nasconde l'agitazione caotica e l'orrore del cuore umano, e che è impenetrabile a un occhio normale, è messa da parte da Gesù. E anche questa è una fonte di sofferenza per lui, un tipo di sofferenza che non possiamo comprendere. È una sofferenza che sarebbe insopportabile, se non amassi quelli i cui segreti ti vengono rivelati.
Quindi è molto solo, quest'uomo chiamato Gesù. "...spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini" (Fil 2,7). In tutto tranne che nel peccato, è diventato come noi fino a quando non ha compiuto la sua missione ed è ritornato da dove veniva. Sulla terra è molto solo. Le persone mangiano dalle sue mani e ricevono guarigione toccando i suoi vestiti; ma è ancora solo, anche se circondato dalle moltitudini. E anche questo è tormento.
Solo poche anime come Lazzaro consolano il nostro Signore con la loro semplicità e sincerità. Come Lazzaro, possono persino ricevere, come se fosse un titolo, il nome di "amico di Gesù". Nella casa di persone affettuose e desiderose come Marta, Maria e Lazzaro, Cristo può godere di un raro e prezioso momento di riposo. Potrebbe sembrare che gli apostoli che aveva scelto fossero più vicini a lui. Tuttavia, sono così terribilmente lontani dalla comprensione delle sue opinioni e della sua missione che in un'occasione egli ha dovuto dire a Pietro: "Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini" (Mc 8,33). E questo è stato detto subito dopo il famoso annuncio di Gesù di Cristo come Cristo!
Salgono a Gerusalemme con lui, ma per via discutono su chi tra loro è il maggiore. Lui va lì per essere crocifisso, ma discutono della loro gloria. Il suo modo di pensare e il loro sono separati da un abisso, e non era questo di cui parlava Isaia? "Poiché come i cieli sono più alti della terra, così sono le mie vie più alte delle tue vie e i miei pensieri dei tuoi pensieri" (Is 55,9).
Siamo consapevoli di lui e lo ricordiamo come qualcuno che ci ama, motivo per cui siamo probabilmente pronti a immaginarlo sorridente e felice. Opuscoli e biglietti di auguri protestanti lo ritraggono esattamente così – come un amico sorridente, a noi ben noto, le cui braccia sono spalancate. Tuttavia, da un punto di vista storico, questo è completamente sbagliato. Nel caso di Gesù, essere amorevoli significa essere crocifissi.
"Amare", per quanto riguarda Cristo, non significa "sorridere felicemente", ma "essere macchiato di sangue, indebolito, appeso alla Croce con la testa chinata". I Vangeli non lo descrivono mai come "sorridente". Al contrario, menzionano la sua rabbia. Guarda i farisei con rabbia e afflizione per i loro cuori induriti. È arrabbiato quando gli apostoli proibiscono ai bambini di venire da lui. Lo zelo per la casa di Dio suscita in lui due volte la rabbia, e scaccia i commercianti fuori dal tempio. Si potrebbero citare altri esempi.
La rabbia è l'altra faccia dell'amore, o meglio una delle forme che l'amore assume. Colui che non è in grado di amare, non può nemmeno essere arrabbiato. Può essere irritato quando il suo orgoglio vanitoso è ferito, ma non è in grado di arrabbiarsi. È tollerante o, più precisamente, indifferente. In questo senso, Gesù è estremamente intollerante.
È veramente l'uomo più sorprendente. Tutta la storia che chiamiamo cristiana è piena, nelle sue parti migliori, di sforzi diretti a una comprensione genuina e profonda di lui. Ci sta cercando, ma tendiamo a dimenticarci di lui. Quando siamo felici, raramente abbiamo bisogno di lui. Ma quando siamo spaventati, angosciati o soli, solo allora diventiamo capaci di incontrarlo. Ecco perché, quando visse qui sulla terra, non aveva un posto dove sdraiare la testa; fu perseguitato, calunniato e diffamato più volte; visse sotto la minaccia della morte; ma alla fine fece ciò per cui era venuto: morire per i nostri peccati e risorgere.

lunedì 11 maggio 2020

Dal sito del nostro confratello Padre Ambrogio di Torino

La Chiesa ucraina cresce anche sotto le persecuzioni
 perché i fedeli cercano Dio, non la politica
 
Orthochristian.com, 8 maggio 2020

  


Nonostante la manipolazione dell'opinione pubblica da parte dei media e della precedente amministrazione presidenziale, la Chiesa ortodossa ucraina canonica continua a crescere ed espandersi perché i fedeli vanno in chiesa alla ricerca di Dio, non di idee politiche, come ha recentemente dichiarato alla televisione ucraina sua Eminenza il metropolita Antonij di Borispol' e Brovary, cancelliere della Chiesa ortodossa ucraina.
"In effetti, nonostante la pressione e la manipolazione della coscienza pubblica, la Chiesa ortodossa ucraina non si sta riducendo, anche considerando il sequestro delle nostre chiese e le ri-registrazioni; ogni anno cresciamo", ha spiegato il metropolita Antonij tramite il Centro informazioni della Chiesa ortodossa ucraina.
Alla fine dello scorso anno, è stato riferito che la Chiesa canonica ucraina sotto sua Beatitudine il metropolita Onufrij di Kiev e di Tutta l'Ucraina era cresciuta di circa 250 parrocchie e più di 100 monaci nel 2019.
"Questo significa che i fedeli comprendono perché vanno in chiesa. Non vanno in un ente politico; i fedeli cercano Dio e lo trovano nelle chiese vere, le chiese della Chiesa canonica. Questa apertura del popolo ucraino a Dio si traduce così attraverso l'apertura di nuove parrocchie", dice il metropolita Antonij.
Sotto Poroshenko, c'era l'ordine di non registrare nuove parrocchie della Chiesa ortodossa ucraina UOC, anche se questa situazione ha iniziato gradualmente a essere rettificate sotto il presidente Zelenskij. Tuttavia, anche sotto la precedente amministrazione, la Chiesa canonica cresceva ogni anno sia in numero di parrocchie che in numero di parrocchiani, ha osservato il metropolita Antonij.
"Se i fedeli non sono alla ricerca di un'idea politica, ma di Dio, arrivano in una vera chiesa dove Dio è presente", ha aggiunto.
Tuttavia, un certo numero di media e stazioni televisive continua a diffondere informazioni false e fuorvianti sulla canonica Chiesa ucraina. Anche se la Chiesa ortodossa ucraina è la più grande chiesa in Ucraina, le stazioni finanziate dai contribuenti si sono rifiutate di trasmettere le sue funzioni pasquali, ha osservato il cancelliere.
Tuttavia, sotto Zelenskij, non ci sono operazioni pianificate e sistematiche contro la Chiesa ortodossa ucraina, ha detto il metropolita Antonij, sebbene l'apparato e l'eredità di Poroshenko siano tenaci e molte persone stiano ancora tentando di distruggere la Chiesa.
"Le persone credono a ciò che vedono in TV. In precedenza, credevano a ciò che era scritto nei libri, ma ora credono a ciò che viene detto dagli schermi TV. Le persone che non sono profondamente radicate nella Chiesa valutano la vita attraverso il prisma di ciò che viene loro detto", ha lamentato sua Eminenza.

domenica 10 maggio 2020

http://www.ortodossiatorino.net/

Le domande che avete sempre
 voluto porre sul culto ortodosso
di padre Bill Olnhausen
The Catalogue of Good Deeds, 24 aprile 2020


Inizialmente intendevo che questa fosse una breve introduzione a una nuova serie sulla Divina Liturgia, ma in qualche modo è sfuggita al controllo, quindi faremo di questo un articolo a parte e parleremo della Divina Liturgia in seguito.

1. Il culto ortodosso è davvero "immutabile"?
Oggi sì. Ma molto tempo fa, no. Ovviamente il modo in cui il nostro Signore ha celebrato la sua ultima cena con i suoi discepoli alla sera del Giovedì Santo è un modo molto diverso da quello che abbiamo ora. Nei primi secoli, ci fu un periodo abbastanza lungo di sviluppo liturgico nella Chiesa ortodossa. Qui ci concentriamo principalmente sulla Divina Liturgia.
Ciò che segue è notevolmente semplificato. Qualsiasi esperto di liturgia che legge queste frasi (e immagino che nessuno di loro le legga!) probabilmente alzerà le braccia inorridito, quindi per favore correggete gli eventuali errori.
La nostra Divina Liturgia originariamente derivava da due fonti principali: la prima parte proveniva dal servizio della sinagoga ebraica. Se visitate una sinagoga vedrete ancora oggi la somiglianza: salmi, preghiere, letture bibliche e un sermone. Il rotolo della Legge viene introdotto in modo cerimoniale, un po' come il nostro libro del Vangelo.
L'ultima parte della nostra Divina Liturgia, l'offerta, la benedizione e il consumo di pane e vino, proviene direttamente dal nostro Signore Gesù Cristo durante l'Ultima Cena quando comandò: "Prendete, mangiate... Prendete, bevete... Fate questo in memoria di me". Anche questa parte della Liturgia ha radici nel pasto della Pasqua ebraica, nei sacrifici nel tempio ebraico, ma anche nei pasti religiosi pagani, poiché gli ebrei trovavano le parole "Prendete, mangiate. Questo è il mio corpo" profondamente offensive (Giovanni 6:60-70).
I primi Padri presero queste due fonti e le unirono, stabilendo la forma di base della Divina Liturgia come la conosciamo.
La Liturgia usata a Gerusalemme fu chiamata la Divina Liturgia di san Giacomo – il fratello del Signore, primo vescovo della città. Sicuramente il suo nucleo veniva da lui. È ancora la normale Divina Liturgia nelle chiese siro-ortodosse. Gli ortodossi orientali hanno le loro forme di liturgia. Tutte queste sono molto più lunghe delle nostre.
In origine c'erano molte tradizioni liturgiche ortodosse, che col tempo si radunarono attorno ad alcune città principali. Le basi della nostra liturgia sono state standardizzate nel IV secolo da san Basilio il Grande e san Giovanni Crisostomo che, quando fu preso dalla Siria per diventare patriarca di Costantinopoli, portato gran parte della liturgia di Antiochia insieme a lui.
Da allora, il culto ortodosso è stato quasi "immutabile" – ma non del tutto. Anche dopo il tempo dei santi Basilio e Crisostomo è continuato un lento sviluppo liturgico. Per esempio, l'inno Trisagio non fu aggiunto fino al V secolo. Nel VI secolo l'imperatore Giustiniano stabilì che il suo inno "Figlio unigenito e verbo di Dio" fosse cantato nella Liturgia.
Tuttavia, il testo della nostra Divina Liturgia è cambiato poco da allora. Il nostro Lezionario (programma delle letture dalle Sacre Scritture) sembra essere lo stesso su cui san Giovanni Crisostomo basava i suoi sermoni biblici. Alcuni altri cambiamenti: le antiche pratiche di ricezione frequente dell'Eucaristia e di canto da parte di tutta la congregazione sono scomparse nel corso degli anni. L'uso delle icone sembra essere aumentato considerevolmente dopo la fine della controversia iconoclasta. La solita Liturgia domenicale nella pratica bizantina era quella di san Basilio, fino a quando non fu sostituita da quella di san Giovanni Crisostomo, tranne che in determinati giorni. La preparazione del sacerdote prima della Divina Liturgia non fu aggiunta al testo fino al Medioevo – sebbene probabilmente esistesse in modo informale molto prima di allora. E questo è tutto.
Oggi, provate a cambiare qualcosa della Liturgia e questo si tradurrà in una rivolta popolare! Molte persone resistono al tentativo di recuperare le pratiche tradizionali della comunione frequente e del canto congregazionale.
Quindi: nessuna nuova forma sperimentale di culto da noi! Quando i non ortodossi parlano di cambiamenti "recenti" ai loro servizi, intendono cose di pochi anni fa. Quando noi ortodossi parliamo di cambiamenti "recenti", intendiamo cose di 1600 anni fa.
Perché il culto ortodosso ha assunto una forma fissa? Pensatela in questo modo. Quando una famiglia è nuova, ci vuole un po' di tempo per stabilire le sue tradizioni. Per esempio, quando, dove e come una famiglia americana celebrerà il Giorno del Ringraziamento (una volta i nonni erano ospitati dai nipoti. Ora che noi siamo nonni, ci ospita nostra figlia). O prendiamo il Natale: quando i nostri figli erano piccoli, aprivamo i regali la mattina di Natale. Una volta stabilite queste abitudini, fintanto che una famiglia è felice e stabile, provate a cambiare le cose e i bambini reagiranno! Una volta abbiamo chiesto ai nostri figli se fosse meglio aprire regali alla vigilia di Natale. La risposta è stata: "NO! Li abbiamo sempre aperti la mattina di Natale!", e quella fu la fine. Le famiglie umane vanno e vengono, e così cambiano le loro abitudini. Ma la santa Chiesa ortodossa è una famiglia felice e stabile, generazione dopo generazione. E così oggi gli ortodossi resistono ai cambiamenti nella Divina Liturgia. Penso che ci debba essere qualcosa di instabile nel nucleo delle denominazioni occidentali di oggi, che fa sì che continuino sempre a cambiare il modo in cui pregano.
Ma per quanto riguarda noi ortodossi... dovrei dirvelo per l'ennesima volta? "Sì!" ci chiedono tutti. Va bene, se insistete:
Se dovessimo subire gravi persecuzioni a lungo termine, come la grande persecuzione del IV secolo, e dovessimo ritirarci dalle nostre chiese e celebrare la Divina Liturgia in luoghi segreti in cui il suono dei canti e l'odore dell'incenso ci tradirebbero di fronte alle autorità, la Liturgia sarebbe probabilmente celebrata in modo molto più semplice per un po' di tempo. Speriamo, per la misericordia di Dio, che quel tempo non venga mai.
Oggi posso andare nelle chiese ortodosse in Grecia e (tranne che per la lingua), tutto è fatto quasi esattamente come alla chiesa di san Nicola a Cedarburg, nel Wisconsin. Tuttavia, va notato che varie giurisdizioni ortodosse hanno sviluppato una sfortunata differenza su quale calendario utilizzare, e quindi noi ortodossi cantiamo le stesse cose ma non sempre allo stesso tempo!

2. Perché abbiamo forme di culto fisse?
Perché le forme dei nostri servizi di culto sono come i tasti di un computer o di un pianoforte.  Potremmo variare la posizione dei tasti del piano. Potremmo mettere le note basse a sinistra e le note alte a destra. Un Do centrale potrebbe diventare un Do acuto. In alternativa, sulla tastiera del computer, potremmo posizionare la Q sulla destra per un po', oppure muoverla al centro della tastiera. Ma lo scopo della tastiera non è quello di fare nuove esperienze, ma piuttosto di usarla per esprimerci attraverso di essa. Come potrei scrivere questo articolo se dovessi fare fatica a usare una nuova tastiera ogni volta!?
Penso che un grosso problema con i computer di oggi sia che c'è sempre qualcuno là fuori nella stratosfera che aggiorna un sistema, quindi appena iniziamo a padroneggiare un sistema vecchio, oops!, l'hanno cambiato di nuovo, e torniamo a fare sforzi, e passiamo troppo del nostro tempo non a usare il computer ma a cercare di capire come usarlo. No! No! Se funziona, lasciatelo in pace!
Proprio così, le forme di culto ortodosse rimangono ferme in modo che possiamo usarle per pregare Dio, invece di fare esperimenti su di esse. Le forme sono destinate a diventare una seconda natura per noi, in modo che possiamo esprimerci attraverso di loro senza doverci pensare – in modo che diventino invisibili, per così dire, e invece di vedere quelle forme, vediamo Dio attraverso di loro. La maggior parte degli ortodossi non ha bisogno di seguire libri di culto. Pregano e basta.
Il culto ortodosso ha una certa varietà di giorno in giorno e di stagione in stagione: molti inni cantati di solito dal coro o dai cantori variano, ma le parti della congregazione non cambiano quasi per niente, e non sono cambiate per molti secoli. "Ora, per favore, aprite l'innale e andate a pagina 67..." "La preghiera d'intercessione di oggi è a pagina 249..." Che distrazione per un culto reale. Non da noi!
E tutte le parti del culto ortodosso sono davvero fisse: il pastore non sceglie le letture bibliche che gli piacciono. Segue il Lezionario prescritto. Il diacono non decide per cosa dovremmo pregare. Il direttore del coro non seleziona i suoi inni preferiti. Questi sono tutti forniti dalla Chiesa, quindi ascolteremo l'intero Vangelo di Gesù Cristo, la sapienza della Chiesa, gli insegnamenti dei Padri - non le letture preferite del sacerdote, o la sapienza del diacono, o gli insegnamenti del direttore del coro.
Prima di essere ortodosso, frequentavo il vespro in una chiesa ortodossa qui a Milwaukee. Il coro era disperatamente a corto di cantori, quindi sono stato invitato ad aiutare. Non sapevo granché dei vespri ortodossi, ma potevo cantare. A un certo punto ci siamo tutti confusi su ciò che sarebbe seguito, e quindi un sacerdote in visita dal Ghana è venuto e ci ha mostrato qual era l'inno successivo. L'Ortodossia è così – con eccezioni molto minori, è la stessa ovunque, e lo è stata per secoli. L'unico cambiamento arriva se emerge un nuovo santo, per il quale si compongono nuovi inni da cantare nel ​​giorno della sua festa.

3. Perché le funzioni ortodosse sono così lunghe?
Una volta ho sentito padre John Meyendorff rispondere a questa domanda. Disse con un sorriso sul volto: "Perché agli ortodossi piace così". Ovviamente le nostre funzioni potrebbero svolgersi in modo più rapido ed efficiente. Ho sentito che in Spagna la messa cattolica per i turisti è ora ridotta a a 11 minuti! Se questo è quello che vi interessa... non diventate ortodossi.
Poiché gli ortodossi amano il culto, amano stare con Dio. Quando fai qualcosa che ami, quando sei con qualcuno che ami, non ti sbrighi. Non lo pensi come un obbligo o un dovere da compiere rapidamente. Ci indugi sopra. Cerchi di prolungare l'esperienza. E noi ortodossi sicuramente sappiamo come prolungare la nostra esperienza di culto! Quando ero un episcopaliano, se una funzione durava più di un'ora, iniziavo a diventare irrequieto. Quando sono giunto all'Ortodossia all'inizio, ho provato la stessa cosa: "Per favore, non possiamo andare avanti?" Ma ho presto imparato che se stiamo veramente cercando Dio, il culto diventa privo di tempo. O meglio, il nostro tempo terreno è elevato all'eternità. Una volta sono stato alla consacrazione di un vescovo che è durata tutta la mattina. È sembrato che il tempo passasse rapidamente. Anche se devo ammettere che la Veglia notturna di quattordici ore sul Monte Athos è stata un po' più pesante di quanto potessi sopportare! Anche i monaci dovevano fare delle pause di tanto in tanto.

martedì 5 maggio 2020



Siamo stufi di vedere la casa del Signore chiusa ed il suo gregge alla deriva. 
Signore Gesù risorto....pensaci tu !!