sabato 27 ottobre 2012

Dal sito amico: http://www.ortodoxia.it

L'ANTICRISTO

Molte sono le persone che chiedono informazioni su questo argomento e vogliono conoscere di più sull’Anticristo e la sua venuta. Le risposte alle loro domande si trovano nella Bibbia e in particolare nelle lettere di san Giovanni, dell'apostolo Paolo e nell'Apocalisse di Giovanni, come in tutta la pastorale della Chiesa.
S. Giovanni Evangelista nella sua prima lettera parla della venuta dell'Anticristo e della funzione degli anticristi e scrive ai cristiani che si avvicina il tempo. In particolare egli scrive: " Fanciulli, è l'ultima ora. E, come avete udito, l'Anticristo deve venire, e fin da ora sono sorti molti anticristi; da questo conosciamo che è l'ultima ora." (Gv, 2, 18).
Nell'interpretazione di s. Nicodemo del Monte Athos oltre all’Anticristo, che apparirà verso la fine del mondo e vicino alla seconda venuta di Cristo, ci saranno numerosi anticristi che anticiperanno l'opera dell'Anticristo, in ogni tempo. Essi sono i precursori, gli anticipatori di colui che è chiamato Anticristo". Come prima della venuta di Cristo Dio mandò i profeti, così prima della venuta dell'Anticristo vengono mandati i suoi precursori, i falsi profeti.
Così, secondo i Padri, anticristi sono chiamati coloro che sostengono e difendono "la dottrina infame dell'Anticristo". È per questo che l'Apostolo Giovanni nel versetto successivo dice: " Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri perché, se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; ma ciò è accaduto perché fosse palesato che non tutti sono dei nostri." (Gv . 2, 19). Parla di coloro che avendo conosciuto la verità, la rivelazione del Regno celeste e la via che conduce a Dio, ma essendo servi e schiavi dei piaceri terreni, non riuscivano a capire "i beni celesti, la bellezza, la beatitudine, e la gioia indicibile del tempo nuovo ", secondo san Nicodemo l'Athonita. Così sono tornati alla vita dell’apostasia "e non hanno voluto diventare amanti della cittadinanza di Cristo."
Pertanto, prima della venuta dell'Anticristo, appaiono suoi precursori, come gli eretici che promuovono le varie forme di eresia, ma anche i “cristiani”, cioè coloro che invece di vivere in Cristo con cuore puro nella vera fede, vivono preda delle passioni e del peccato, una vita lontano dalla vera fede in Dio.
Ma il Vangelo di Giovanni non si limita a parlare dell'Anticristo e dei suoi precursori ma parla anche di come affrontare l'Anticristo e i suoi precursori. Quindi, subito dopo il versetto precedente si legge: " Ma voi avete l'unzione dal Santo e conoscete ogni cosa. Non vi ho scritto perché non conoscete la verità, ma perché la conoscete e perché nessuna menzogna proviene dalla verità." (Gv 2, 20). Vale a dire, i cristiani hanno ricevuto il santo Crisma da Dio per saper distinguere le azioni dell'Anticristo e l'Anticristo stesso dalle azioni di Cristo e del popolo di Cristo. Questo non si impara dai libri, ma dalla Grazia che risiede nel cuore e insegna.
Ancora una volta san Nicodemo della Santa Montagna interpreta questo passo e scrive: " Avete ricevuto la Grazia e le energie del santo Spirito nei vostri cuori per mezzo del Santo Sovrano che è Cristo" E continua: "la Grazia e le energie del santo Spirito le ricevono i cristiani attraverso il santo battesimo, e anche attraverso l'unzione con il santo miro e forse per questo l’unzione con il santo Crisma si chiama anche sigillo della grazia del santo Spirito '".
Poi, nello stesso capitolo, Giovanni Evangelista scrive che grazie al dono dello Spirito si impara a distinguere il vero e il falso. Egli scrive: " Ma voi avete l'unzione dal Santo e conoscete ogni cosa. Non vi ho scritto perché non conoscete la verità, ma perché la conoscete e perché nessuna menzogna proviene dalla verità." E continua indicando chi è il menzognero: “Chi è il menzognero, se non colui che nega che Gesù è il Cristo? Costui è l'anticristo, che nega il Padre e il Figlio. Chiunque nega il Figlio, non ha neanche il Padre; chi riconosce il Figlio, ha anche il Padre. Quanto a voi dunque, dimori in voi ciò che avete udito dal principio; se ciò che avete udito dal principio dimora in voi, anche voi dimorerete nel Figlio e nel Padre. E questa è la promessa che egli ci ha fatto: la vita eterna. Vi ho scritto queste cose riguardo a coloro che cercano di sedurvi. Ma quanto a voi, l'unzione che avete ricevuto da lui dimora in voi e non avete bisogno che alcuno v'insegni; ma, come la sua unzione v'insegna ogni cosa ed è verace e non è menzogna, dimorate in lui come essa vi ha insegnato. Ora dunque, figlioletti, dimorate in lui affinché, quando egli apparirà, noi possiamo avere fiducia e alla sua venuta non veniamo svergognati davanti a Lui.”
Nell'interpretazione di san Nicodemo, dove utilizza i testi dei Padri, scrive: "Come e in che modo" rimane invariato nell'uomo il dono dello Spirito? Quando l'uomo rimane saldo nell’insegnamento del Dio incarnato, non solo con la ragione, ma in modo esistenziale.
Coloro che vivono in Cristo sanno distinguere i veri profeti dai falsi profeti e Cristo dall'Anticristo solo con l'attivazione della Confermazione, che hanno ricevuto da Dio e agisce nel loro cuore.
Riguardo a questo l'apostolo Paolo, in particolare nella sua lettera ai Corinzi scrive: " Or colui che ci conferma assieme a voi in Cristo e ci ha unti è Dio, il quale ci ha anche sigillati e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori. " (II Cor 1, 21-22). Qui chiaramente è dimostrato che Dio è colui che dà il sigillo ai cristiani, è Dio stesso che compie il mistero. Il Crisma si identifica con il sigillo e questo viene da Dio, che dà ai nostri cuori il fidanzamento con lo Spirito .
Su colui che ha ricevuto il sigillo dello Spirito, è stato scritto il nome di Cristo. Riguardo a questo scrive l'apostolo Giovanni nella sua rivelazione: " Poi vidi un altro angelo che saliva dal sol levante, il quale aveva il sigillo del Dio vivente, e gridò a gran voce ai quattro angeli, ai quali era stato concesso di danneggiare la terra e il mare, dicendo: «Non danneggiate la terra né il mare né gli alberi, finché non abbiamo segnato sulla fronte i servi del nostro Dio». Quindi udii il numero di quelli che erano stati segnati: centoquarantaquattromila segnati di tutte le tribù dei figli d'Israele. "(Apocalisse 7, 2-4). Qui si legge chiaramente che l'angelo che aveva "il sigillo del Dio vivente" ha sigillato i servi di Dio sulla fronte.
E ancora: " Poi vidi l'Agnello che stava in piedi sul monte di Sion, e con lui erano centoquarantaquattromila persone che avevano il suo nome e il nome di suo Padre scritto sulle loro fronti. "( Apocalisse, 1). Cioè, i salvati che stanno con l'Agnello - Cristo, avevano il nome di Cristo e del suo Padre scritto sulle loro fronti. E "Essi cantavano un cantico nuovo davanti al trono, davanti ai quattro esseri viventi e davanti agli anziani; e nessuno poteva imparare il cantico se non i centoquarantaquattromila, i quali sono stati riscattati dalla terra”. Di conseguenza, il sigillo dei cristiani in nome di Cristo e suo Padre è collegato con il "canto nuovo", che è la preghiera di Gesù e che gli uomini che non sono di Cristo non conoscono nè possono imparare.
Tutto questo significa che attraverso il mistero – sacramento - della santa Unzione, che è unito con il mistero del santo Battesimo, abbiamo ricevuto il dono del santo Spirito nel nostro cuore quando il sacerdote ha detto "dono sigillo del santo Spirito, Amin" . Questa unzione del cuore agisce come illuminazione, come fonte di ispirazione, come amore per Dio, come preghiera, speranza della vita eterna, come fidanzamento con lo Spirito.
Quando cadiamo e commettiamo un peccato allora il Crisma, che è nel profondo del cuore, si riattiva per mezzo del pentimento. Vale a dire, il pentimento che si manifesta come cambiamento di vita, come amore a Dio e la preghiera riattivano la Grazia del Sacro Crisma. Questa Grazia può essere attivata anche dalla preghiera continua, interiore, la preghiera del cuore, che è la "nuova dossologia", che cantano i rinati dal santo Spirito.
Ma quando l'uomo rifiuta Cristo, abbandona la Chiesa ortodossa per altre confessioni e religioni, perde il dono del santo Spirito e per ritrovarlo deve tornare alla Chiesa e ricevere l'unzione del santo Spirito nel mistero – sacramento - della Confermazione.
Pertanto non si deve solo parlare dell'Anticristo e dei suoi precursori, ma anche e soprattutto si dovrebbe aiutare i cristiani a vivere in modo cristiano attivando la grazia del Battesimo e della Confermazione, osservando i comandamenti di Cristo e la dottrina ortodossa, con il pentimento e la preghiera interiore, perché solo così saranno in grado, illuminati dalla grazia, di distinguere le azioni di Cristo dalle azioni dell'Anticristo. In caso contrario confonderanno le cose l'increate con le create o peggio crederanno che le azioni dell'Anticristo sono azioni che vengono da Cristo e viceversa.
Coloro che saranno degni di avere l’unzione dei loro cuori per mezzo dello santo Spirito e avere nei loro cuori scritto il nome dell'Agnello della rivelazione e di suo Padre eviteranno il sigillo della bestia della rivelazione e di suo padre e dei loro precursori.
Questa è l'essenza della pastorale ortodossa associata all’esicasmo monastico nella tradizione della Chiesa. Ecco perché è molto importante mantenere intatto il monachesimo ortodosso. Qualsiasi modifica dello spirito esicasta - eremita del monachesimo ortodosso faciliterà i precursori dell'Anticristo a fare molto bene il loro lavoro e a portare la gente in errore.

Dal sito della Chiesa Russa di Milano di P. Dimitri: http://www.ortodossia.info

 
L’icona della Genitrice di Dio degli Iberi, anche detta Ivirskaya che trattiamo ora, si trova nella Chiesa dei “Santi Tre Gerarchi” in Parigi.
Non è facile trovare questa chiesa  anche se il suo indirizzo è ben conosciuto (5  rue Pétel, Parigi 75015 “Metro Vaugirard”)  soprattutto se si arriva dalla Russia. Dov’è la cupola? Dove sono i bianchi muri?Bisogna conoscere la storia complessa dell’Emigrazione russa per capire che là non c’è nulla che possa offuscare  il sentimento religioso, ma molto semplicemente, che non si poteva fare di più. E’ stato  necessario ricominciare tutto da capo , da zero.
Quando infine si entra nella Chiesa dei Tre Santi Dottori si prova un diverso sentimento: le icone, gli affreschi vi colpiscono letteralmente col loro fascino. Paragonandola ad altre chiese dell’Emigrazione, si rimane colpiti dall’armonia dell’insieme. Subito salta agli oscchi una grande Icona della Madre di Dio degli Iberi (Ivirskaya). Poi si  viene legno, in cui venne messa un’altra copia dell’Icona “Ivirskaja” che venne chiamata “degli Iberi di Mosca” o “Moskovskaïa Ivirskaja”. Non si sa da chi e quando questa Icona sia stata dipinta. Se ne è perduto il ricordo perché si pensava  che si trattasse della copia del 1648 inviata dall’Athos.
Si sa che la copia del Monte Athos aveva le stesse dimensioni dell’originale (la madre di tutte le “Ivirskaja”, ma l’Icona esposta enlla Cappella era molto più grande. Ogni persona che si recava al Kremlino, sulla Piazza Rossa, cominciava a pregare la “Buona madre degli Iberi” (Ivirskaja Matiushka). La Cappella non chiudeva mai. Tutti i forestieri che arrivavano a Mosca, per prima cosa  andavano a inchinarsi davanti alla SS.Madre di Dio d?Iberia per chiedere il Suo aiuto, C’era anche l’usanza tra i Moscoviti, soprattutto quando chiedevano l’intercessione della Madre di Dio, di andare in piena notte, se avevano fatto voto, a pregare la vergine degli Iberi, tre, sette o dodici volte. Così dunque a somiglianza del Monte Athos, anche Mosca ebbe la sua “Guardiana”, la Sua invincibile protettrice la Purissima Madre di Dio. Questa Icona divenne uno degli oggetti sacri più venerati:
“Rallegrati, protettrice della terra russa, più vasta delle nubi, rallegrati colonna incrollabile della Chiesa Ortodossa”
Dal 1693 la Vergine degli Iberi di Mosca era talmente venerata, che la si trasportava di casa in casa. Due uomini erano assegnati per la sua custodia, per servire da scorta per proteggerla da ogni profanazione. Numerose collane testimoniavano  sull’icona la testimonianza  di coloro che dovevano ad essa la guarigione. L’Icona era sempre più spesso portata nelle case, negli ospedali, nelle chiese e nei sobborghi di Mosca. Se ne fece una copia, perché la cappella non rimanesse senza Icona: La copia aveva l’apparenza e le dimensioni del modello. Ma la ricca “riza”  di perle era soltanto dipinta. Nel 18° e 19° secolo, solo un piccolo numero di fedeli hanno potuto vedere la vera e autentica Icona degli Iberi di Mosca, perché la si spostava quasi ogni giorno e notte. Ma non mancava mai la folla  nella cappelle.
Nel 1812 quando Napoleone invase la Russia, l’Icona fu sottratta ai francesi e trasferita con alti oggetti sacri a Vladimir. Nella cappella si lasciò la copia realizzata nel 1758. Come si sa i Francesi saccheggiarono Mosca. Non risparmiando gli oggetti sacri, staccavano con le loro baionette le Rize in oro e argento nelle chiese e nelle Cattedrali di Mosca. Nella sola Cattedrale della Dormizione essi asportarono 288 Kg. d’oro e 5.200 Kg. D’argento. Per quanto riguarda  la Cappella della Vergine degli Iberi, essa fu messa a soqquadro e la copia dell’icona originale sparì. Si può sospettare che fu portata in Francia. Dopo il 1812, per molto tempo, non venne messa un’ altra copia della Cappella della Vergine degli Iberi, Ma, poiché il popolo reclamava, nel 1852 venne dipinta una nuova copia dell’icona originale della Vergine degli Iberi di Mosca. Come la prima copia essa riproduceva esattamente l’icona originale con una riza di perle dipinte sulla testa e sulle spalle della SS. Madre di Dio. Questa icona restò nella cappella fino alla Rivoluzione. Ed è questa che è rimasta impressa nella memoria di molti moscoviti. Nel 1922 tutto quello che vi era di prezioso, negli arredi e nella decorazione della cappella fu confiscato dalle autorità e sparì senza lasciare traccia. Nel luglio del 1929 la cappella fu chiusa e distrutta, e nel 1931 le Porte della Resurrezione furono rase al suolo. Si ha qualche ragione di credere che l’icona della Vergine degli Iberi di Mosca si trovi nella Chiesa della Resurrezione di Sokolniki a Mosca. Oggi essa non ha più la “riza” di perle, ma è ricoperta di metallo argentato. Il destino della seconda copia è sconosciuto. Secondo il disegno di Dio, dopo i terribili anni di prova per la Chiesa e di persecuzione per i credenti, la Divina Provvidenza ha voluto che di nuovo venisse ricostruita la Cappella della Vergine degli Iberi. Il 5 novembre del 1994 Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutte le Russio Alexis II, ha benedetto la posa della prima pietra della Cappella. Nel 1995 i lavori della ricostruzione della Cappella e delle Porte della Resurrezione furono terminati, e il 25 ottobre, la vigilia della Festa della SS.Madre di Dio degli Iberi, arrivò a Mosca, proveniente dal Monastero Iviron del Monte Athos la copia  dell’originale. Da allora, tutti i giorni, davanti all’Icona, senza interruzione e a turno, il Clero di Mosca si succede per cantare l’Akathisto.
Ma ritorniamo alla storia dell’Icona che si trova a Parigi. Le vie di Dio sono impenetrabili! Nel 1930 un esule di Mosca, A.N.Pavlov, mentre passeggiava per le vie di Parigi, passando davanti alla vetrina di un negozio di antiquariato di rue St.Honoré scorse dalla vetrina la parte superiore di una grande icona dietro  altri oggetti. Non si vedeva che la corona e la testa fino alle spalle della Madre di Dio.  Egli riconobbe subito trattarsi della Vergine degli Iberi, anche perché spesso frequentava  a Mosca la Cappella e pregava davanti all’Icona miracolosa. All’inizio provò un sentimento di malinconia. Ecco, si disse, un oggetto sacro testimonio involontario degli eccessi distruttori che devastano la Russia. Egli infatti pensava che questa Icona fosse arrivata a Parigi, in seguito alla guerra civile scatenata dalla Rivoluzione. Ma quel che stava per scoprire era qualcosa di più sbalorditivo. Nel negozio gli dissero che l’icona era stata trasferita da Mosca in Francia nel 1812 da un ufficiale di Napoleone, e che ora i discendenti volevano venderla. Tutta l’emigrazione russa fu  in subbuglio. Non solo Pavlov ma tutti coloro che avevano abitato a Mosca, riconoscevano in questa icona quella stessa che si trovava nella Cappella della Vergine degli Iberi. In effetti essi vedevano la copia realizzata nel 1748 in tutto identica alla seconda copia del 1852. Ed è per questo che tutto diventava ancor più straordinario. Dio aveva deciso così. L’Icona era caduta nell’oblìo per 120 anni, come se il suo destino dovesse ripetersi: nel X° secolo, dopo il periodo iconoclasta, allorché da quasi 200 anni si ignorava del tutto la sua sorte, essa era stata miracolosamente ritrovata al Monte Athos. A partire dal X° secolo, questa icona è stata particolarmente la protettrice dei Monasteri dell’Athos. La Regina del cielo apparve a numerosi eremiti e asceti dicendo loro: “Finchè la mia Icona si troverà nel Monastero Iviron, non temete nulla e restate nelle vostre celle. Ma quando lascerò il Monastero, che ciascuno prenda la sua bisaccia e vada dove potrà”.  Nel XVII° secolo questa icona, arrivata a Mosca, prese posto anche là presso le “Porte”, ma le Porte di Mosca questa volta, ed è  là che essa fu soprattutto venerata. 2
“Finalmente nel XX° sec. dopo la tormenta rivoluzionaria e la terribile guerra civile, la Divina Provvidenza volle che questa Icona venisse ritrovata a Parigi, il centro più importante dell’Emigrazione russa.
Da una parte era l’epoca in cui gli esuli  vivevano in un’estrema indigenza e dall’altra parte, l’emigrazione era divisa da opinioni contraddittorie e da valutazioni diverse su ciò che era successo  e che succedeva nella Madre Patria. Bisogna dire che nel 1930-1931 vi furono dei problemi nella vita della Chiesa dell’Emigrazione russa dopo la Rivoluzione. Sono gli anni in cui si è verificato lo “scisma di Parigi”.La Chiesa Russa, più esattamente le Parrocchie fondate da Russi viventi all’estero si trovarono ripartiti in tre giurisdizioni che non avevano rapporti gli uni con gli altri, si consideravano reciprocamente come “traditori” della vera Chiesa e come “Scismatici”. Molti avevano sperato che il ritrovamento della S.Icona avrebbe sanato le divisioni tra le parrocchie e le avrebbe riunite attorno ad essa, in un movimento di riconciliazione con la Russia. E’ così che il Metropolita Evloghij al termine della cerimonia in occasione della riscoperta dell’Icona, diceva nell’omelia: “Possa questa immagine della Regina del cielo servirci come simbolo di unità e  aprirci le porte della Madre Patria in preda a numerose prove.” Kogan il proprietario del negozio di antiquariato che possedeva l’Icona, chiedeva una somma colossale: 25.000 Franchi.
Per l’acquisto dell’Icona si costituì un Comitato nel quale fece entrare un certo numero di personalità dell’emigrazione. Ben presto venne raccolta una parte della somma e si poté dare all’antiquario un acconto che permise all’Icona di uscire dal negozio. Da allora essa si mise a pellegrinare di chiesa in chiesa e di casa in casa come un tempo faceva l’Icona degli Iberi di Mosca. La prima cerimonia solenne in suo onore ebbe luogo nella cattedrale greca di S.Stefano a Parigi (rue Bizet), poi nella chiesa di S.Aleksandr Nevskij (rue Daru). Poi l’Icona fu trasportata a Nizza e là nella Cattedrale di S.Nicola ebbero luogo numerosi molieben in suo onore.Tutti si rallegravano di poter pregare davanti all’Icona  e pregavano commossi fino alle lacrime.
Fonte: traduzione in italiano di ortodossia.info tratta da un articolo in francese publicato nel 2003 sull’allora sito della nostra diocesi.

giovedì 25 ottobre 2012



РУССКАЯ  ПРАВОСЛАВНАЯ  ЦЕРКОВЬ
МОСКОВСКОГО ПАТРИАРХАТA

ПРАВОСЛАВНЫЙ
 ХРИСТИАНСКИЙ  ПРИХОД
 СВ.  ИОАННА КРОНШТАДТСКОГО
 
КАСТРОВИЛЛАРИ
  
Calendario Ufficiature
del mese di novembre
2012

CELEBRAZIONI DEL MESE DI
NOVEMBRE 2012
SABATO 3 NOVEMBRE  — Sabato dei Defunti. Panikida: ore 16.30 a seguire Vecernie (Vespro)

DOMENICA 4 NOVEMBRE  — 22^ domenica dopo Pentecoste. Tono 5 — Divina Liturgia: ore 10.00

SABATO 10 NOVEMBRE  — Vecernie (Vespro): ore 17.00

DOMENICA 11 NOVEMBRE  — 23^ domenica dopo Pentecoste. Tono 6.  — Divina Liturgia: ore 10.00

MERCOLEDÌ 14 NOVEMBRE  — Festa dei SS.Cosma e Damiano. Ore 16,30 preghiera di intercessione ai Santi Medici   
  
SABATO 17 NOVEMBRE  — Vecernie (Vespro): ore 17.00

DOMENICA 18 NOVEMBRE  — 24^ domenica dopo Pentecoste. Tono 7.  — Divina Liturgia: ore 10.00

SABATO 24 NOVEMBRE  —Vecernie (Vespro):ore 18.00

DOMENICA 25 NOVEMBRE  — 25^ domenica dopo Pentecoste. Tono 8.— Divina Liturgia: ore 10.00

MERCOLEDI’ 28 NOVEMBRE  — Inizio del Digiuno di Natale.


martedì 23 ottobre 2012

Sempre dalla Sapienza del carissimo Amico e Professore: Francesco Marchianò ka Spixana

NUOVI ORIENTAMENTI STORIOGRAFICI ALBANESI.
 
 In breve saggio, presentato nel 2001, il giovane ricercatore Sokol Dedja affronta l'annoso dibattito delle migrazioni albanesi verso l'Europa, l'Italia in particolare, nel tardo medioevo (XIV-XV sec.). L'autore esclude una diaspora dovuta a motivi religiosi, mito che ha alimentato fino a qualche tempo fa la storiografia e la letteratura arbereshe, ma punta il dito verso motivi economici, dovuti alla natura ostile dell'Albania dell'epoca e dal rigido feudalesimo dei signori locali che non avevano una visione moderna della gestione della propria economia. Intere masse di contadini si spostano a livello di nomadismo, attorno al 1315, verso la Grecia e verso le coste albanesi, spinte dal miraggio dell'Italia felix (Ducellier, 1986, Doumerc, 2009). Il primo che indirizzò le ricerche verso le motivazioni fu Braudel (1982), forse preceduto dall'Anselmi (data?). Terribile è il dato che viene fornito dal Bresc (1972), il quale parla addirittura di albanesi venduti forse come schiavi in Sicilia alla fine del '300!! Tali affermazioni si desumono dalla consultazione di rogiti notarili. Ma il Doumerc addirittura accusa il principe Karl Thopia di vendere i suoi sudditi come schiavi a mercanti che operano nell'area mediterranea!!! Secondo Doumerc molti albanesi, che non potevano pagare il viaggio, firmavano contratti inumani pur di scappare dalla loro terra e dai loro feroci feudatari.
Concludendo: anche la storiografia arbereshe va riscritta, altroche Moj e bukura More e paesi di montagna che ricordavano l'Albania, la visione romantica degli Arberesh deve andare nella spazzatura. La realtà che ci mostrano le ricerche è ben altra!!! Nomadi erranti in terra straniera per incapacità dei propri signori, rivolte in Albania contro i Turchi accolti prima con sollievo e poi rivelatisi feroci come i signori di prima, contadini messi ai confini veneti per difendere la propria quota di terra e quindi la Serenissima, soldati mercenari costretti ad efferatezze pur di arrotondare lo stipendio, questa è la realtà che emerge da documenti inediti. Alcuni Arbereshe che per secoli si sono ammantati di nobiltà possono mettersi l'anima in pace, la realtà, la dura realtà era quella descritta dal Marafioti (1595): poveri nomadi piangenti una terra abbandonata, poveracci che abitavano in luridi tuguri assieme alle bestie. Marafioti diceva: "... non si trova homo nobile ma fan tutti vita uguale ...!!! Rrini mire!!!
 
(Al momento la Divina Liturgia
 si celebra presso la Parrocchia 
di Castrovillari (cs)
  Chiesa Ortodossa 
 Patriarcato di Mosca
Parrocchia
San Giovanni di Kronstadt
Palazzo Gallo - P.zza Vittorio Em. II 
(di fronte la pizzeria da Armando -
seguendo Corso Garibaldi a destra)
Castrovillari (cs)

28  Ottobre  2012

San Luciano martire

Tono IV

 
Orario Ufficiature 

Sabato 27 - Ore 17,30: Vespro (Vecernie)

Domenica 28 - Ore 10.00 : Divina Liturgia 


  Carissimi Fedeli Ortodossi di 
Castrovillari e del circondario, 
carissimi Arbëreshë  dei paesi viciniori,
(San Basile - Frascineto - Ejanina - Civita)
 come sempre vi aspetto numerosissimi,
 per celebrare con Voi le Ufficiature 
della Vostra Chiesa e della Vostra
 Santa Tradizione Ortodossa.
Per qualsiasi informazione chiamate
 il Parroco al: 3280140556

Dalla Chiesa ortodossa Russa


Conferenza dei vescovi russi all’estero

Si è conclusa il 21 ottobre a Londra la conferenza internazionale dei vescovi della Chiesa ortodossa russa che svolgono il proprio ministero al di fuori del suo territorio canonico. La riunione ha avuto inizio il 19 ottobre. Il secondo giorno dei lavori, sotto la guida del metropolita Hilarion, presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, si sono discusse le prospettive di un lavoro pastorale comune, che richiede un miglior coordinamento per il futuro, sono state affrontate questioni inerenti le missioni nazionali ed estere, la pratica liturgica e la pratica di ammissione delle persone alla Chiesa ortodossa.
Sono state inoltre esaminate questioni riguardanti la cura pastorale della diaspora multilingue, la cooperazione in Terra Santa.
I partecipanti alla conferenza hanno poi preso parte alla celebrazione del 50° anniversario della diocesi di Sourozh.
Al termine delle riunioni è stato adottato un documento finale.

 

mercoledì 17 ottobre 2012

  Chiesa Ortodossa 
 Patriarcato di Mosca
Parrocchia
San Giovanni di Kronstadt
Palazzo Gallo - P.zza Vittorio Em. II 
(di fronte la pizzeria da Armando -
seguendo Corso Garibaldi a destra)
Castrovillari (cs)

 
21  Ottobre  2012

Santa Pelagia

Tono III

 
Orario Ufficiature 

Sabato 20 - Ore 17,30: Vespro (Vecernie)


Domenica 21 - Ore 10.00 : Divina Liturgia 


  Carissimi Fedeli Ortodossi di 
Castrovillari e del circondario, 
carissimi Arbëreshë  dei paesi viciniori,
(San Basile - Frascineto - Ejanina - Civita)
 come sempre vi aspetto numerosissimi,
 per celebrare con Voi le Ufficiature 
della Vostra Chiesa e della Vostra
 Santa Tradizione Ortodossa.
Per qualsiasi informazione chiamate
 il Parroco al: 3280140556
 
 

giovedì 4 ottobre 2012

 
(Al momento la Divina Liturgia
 si celebra presso la Parrocchia 
di Castrovillari (cs))

  Chiesa Ortodossa 
 Patriarcato di Mosca
Parrocchia
San Giovanni di Kronstadt
Palazzo Gallo - P.zza Vittorio Em. II 
(di fronte la pizzeria da Armando -
seguendo Corso Garibaldi a destra)
Castrovillari (cs)

07  Ottobre  2012

Santa Tecla

Tono I

 
Orario Ufficiature 

Sabato 06 - Ore 17,30: Vespro (Vecernie)

Domenica 07 - Ore 10.00 : Divina Liturgia 


  Carissimi Fedeli Ortodossi di 
Castrovillari e del circondario, 
carissimi Arbëreshë  dei paesi viciniori,
(San Basile - Frascineto - Ejanina - Civita)
 come sempre vi aspetto numerosissimi,
 per celebrare con Voi le Ufficiature 
della Vostra Chiesa e della Vostra
 Santa Tradizione Ortodossa.
Per qualsiasi informazione chiamate
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martedì 2 ottobre 2012

Dalla Chiesa Ortodossa Russa

Tavola rotonda sui rapporti tra i popoli di Russia e Polonia

Il 26 settembre 2012 presso il Consiglio della Federazione dell’Assemblea Federale della Federazione Russa (Camera Alta del Parlamento federale) si è svolta una tavola rotonda sul rafforzamento delle relazioni tra i popoli della Russia e della Polonia e sul contributo  dato a questo processo dalla Chiesa ortodossa russa e dalla Chiesa cattolica in Polonia.
La tavola rotonda era organizzata dal Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, in cooperazione col Dipartimento sinodale per l’Informazione e col Consiglio della Federazione dell’Assemblea Federale della Federazione Russa. Ai lavori hanno partecipato, come rappresentanti del Dipartimento per le relazioni esterne della Chiesa ortodossa russa, il Presidente, metropolita Hilarion, il segretario per le strutture all’estero, Arciprete Sergij Zvonarev, e il segretario per le relazioni tra i cristiani, arciprete Dimitrij Sizonenko.
La Chiesa Cattolica Romana è stata rappresentata dal Nunzio Apostolico nella Federazione Russa, l’arcivescovo Ivan Jurkovic.
All’evento hanno partecipato anche membri del Consiglio della Federazione, rappresentanti dell’Amministrazione del Presidente della Russia, della Duma di Stato (Camera bassa del Parlamento), dei ministeri e di altri Dipartimenti statali, e delle organizzazioni non governative.
L’evento è stato aperto dal Vice Presidente della Federazione di A. Torshin.
Ulteriori interventi sono stati effettuati dal metropolita Hilarion, sui risultati della visita in Polonia di Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill, svoltasi il 16-19 agosto. Il 17 agosto 2012, al Palazzo Reale di Varsavia, il Primate della Chiesa ortodossa russa e il presidente della Conferenza episcopale polacca, metropolita Jozef Michalik, hanno  firmato un messaggio comune ai popoli della Russia e della Polonia. Questo appello, che rappresenta il risultato di diversi anni di lavoro comune, è un’iniziativa congiunta della Chiesa ortodossa russa e la Chiesa cattolica in Polonia.
Il messaggio vuole suscitare la riconciliazione e il perdono reciproco tra i due popoli nello spirito dell’amore cristiano. In esso politici, personaggi pubblici, scienziati, artisti, esponenti del mondo della cultura sono incoraggiati a promuovere il dialogo e a ripristinare la fiducia reciproca tra i popoli russo e polacco. Tra le aree dei possibili sforzi congiunti il messaggio individua la protezione della vita, della famiglia e del matrimonio, la difesa dei valori morali tradizionali.
Nel suo intervento, il metropolita Hilarion ha detto che il popolo della Russia e quello della Polonia stanno gradualmente tornando alla fede dei loro antenati, alla cultura cristiana, recuperando i valori religiosi come punto di riferimento non solo nella vita privata dei singoli, ma anche nella vita pubblica. “Questa esortazione al pentimento e al perdono per noi non è uno slogan politico, ma il fondamento stesso della vita spirituale in Dio, che porta alla trasformazione sia i singoli che la società. Ciò è difficile, ma è l’unica strada giusta”, ha detto il presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato.
Secondo il metropolita, alcuni recenti fatti di cronaca (le azioni blasfeme compiute nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, la profanazione delle croci monumentali che sono state abbattute a Kiev, Chelyabinsk, San Pietroburgo e Archangelsk, le mostre irrisorie della religione) spingono  i cristiani in Russia e Polonia a unire le forze per far fronte comune a queste manifestazioni di secolarismo aggressivo, “Non si tratta di una coalizione corporativa interconfessionale, ma di un agire comune che mira a salvaguardare la fede e la morale nella società e a prevenire il ripetersi delle esperienze tragiche di costruzione del bene pubblico senza Dio”.
Con la firma del documento i leader religiosi cristiani della Russia e della Polonia hanno aperto la strada alla ricostruzione e al consolidamento della pace e dei rapporti di buon vicinato tra i due popoli. “Ora occorrono iniziative concrete che possano far riavvicinare i russi e i polacchi. Dobbiamo aver pazienza gli uni con gli altri, e puntare soprattutto sulla generazione più giovane, che saprà difendere l’identità dei nostri popoli, che è cresciuta sul fondamento comune della civiltà cristiana”, ha detto il metropolita Hilarion a conclusione del suo discorso.
Tra i relatori: il primo vice presidente della commissione per gli affari esteri del Consiglio della Federazione V. Giabarov, il membro della commissione per la scienza, l’istruzione, la cultura e l’informazione politica del Consiglio della Federazione S. Scheblygin, il Primo Vice Presidente della commissione per la politica sociale del Consiglio della Federazione L. Ponomarev, il vicedirettore del Terzo dipartimento per l’Europa del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa V. Sedych, l’Ambasciatore della Repubblica di Polonia in Russia Vladimir Zajaczkowsky, il rappresentante dell’Autonomia federale Culturale Nazionale polacca “Congresso dei polacchi in Russia” G. Romanov, il nunzio apostolico in Russia, arcivescovo Ivan Jurkovic.
I partecipanti hanno apprezzato l’importanza del messaggio comune ai popoli della Russia e della Polonia, come un importante contributo al rafforzamento e allo sviluppo dei rapporti tra i due paesi.
In conclusione, A. Torshin ha ringraziato il metropolita Hilarion per il sostegno informativo e organizzativo dato dalla Chiesa alla tavola rotonda. E’ poi seguito un briefing in cui il Presidente del Dipartimento per le Relazioni esterne del patriarcato ha risposto alle domande dei giornalisti.
“Sulla questione polacca dovranno proseguire il loro lavoro gli storici e i filosofi. Noi, come rappresentanti delle Chiese abbiamo fatto un passo molto importante per affrontare questo problema. Abbiamo cercato di guardare il rapporto tra la Russia e la Polonia, tra il popolo russo e quello polacco, dalla prospettiva cristiana – ha detto il metropolita. – Lavorando assieme al documento, ci siamo resi conto che ci sono delle questioni storiche riguardo alle quali avremo sempre delle visioni diverse, in quanto ogni paese ha non solo la sua storia, ma la sua visione della storia. E non si può imporre la propria visione, come non si può rinunciare alla propria visione dei fatti in favore di altri punti di vista. Possiamo però provare a considerare il nostro passato proprio nella prospettiva cristiana del perdono e della riconciliazione in modo da riuscire, liberati dal peso di accuse e insulti, a guardare al futuro e vedere che abbiamo moltissimi problemi comuni da affrontare, moltissime sfide comuni, e possiamo lavorare insieme per il nostro futuro”.
Il metropolita Hilarion ha sottolineato l’importanza della celebrazione comune, compiuta dai Primati delle Chiese ortodosse russa e polacca sul monte Grabarka nel giorno della Trasfigurazione. Ogni anno in questa data confluiscono al santuario del monte Grabarka decine di migliaia di fedeli ortodossi. “Molte persone vengono a piedi da Bialystok e anche da Varsavia, percorrendo più di un centinaio di chilometri. Tutti portano delle croci che lasciano in questo luogo. L’intera montagna sacra si riempie di croci grandi e piccole. Penso che questa sia la risposta più eloquente a coloro che stanno cercando di minare la nostra chiesa, profanando le croci. Al posto di ogni Croce che viene abbattuta innalzeremo dieci nuove croci”, ha detto il metropolita.
Secondo il Presidente del Dipartimento per le relazioni esterne è molto ‘importante il fatto che il documento sia stato letto in tutte le chiese cattoliche in Polonia, nella Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca e, attraverso i media, sia giunto a tutti i credenti ortodossi il giorno stesso della firma. “Penso che questo sia l’inizio di un processo lungo e positivo, – ha concluso il metropolita. – Quando, tra poche settimane, ricorrerà il 400 ° anniversario della fine dell’invasione polacca (conosciuta nella storia russa come “epoca dei torbidi”), ritorneremo a questi stessi temi e ci convinceremo ancora una volta della grande attualità ed importanza di questo documento”.