martedì 23 ottobre 2012

Sempre dalla Sapienza del carissimo Amico e Professore: Francesco Marchianò ka Spixana

NUOVI ORIENTAMENTI STORIOGRAFICI ALBANESI.
 
 In breve saggio, presentato nel 2001, il giovane ricercatore Sokol Dedja affronta l'annoso dibattito delle migrazioni albanesi verso l'Europa, l'Italia in particolare, nel tardo medioevo (XIV-XV sec.). L'autore esclude una diaspora dovuta a motivi religiosi, mito che ha alimentato fino a qualche tempo fa la storiografia e la letteratura arbereshe, ma punta il dito verso motivi economici, dovuti alla natura ostile dell'Albania dell'epoca e dal rigido feudalesimo dei signori locali che non avevano una visione moderna della gestione della propria economia. Intere masse di contadini si spostano a livello di nomadismo, attorno al 1315, verso la Grecia e verso le coste albanesi, spinte dal miraggio dell'Italia felix (Ducellier, 1986, Doumerc, 2009). Il primo che indirizzò le ricerche verso le motivazioni fu Braudel (1982), forse preceduto dall'Anselmi (data?). Terribile è il dato che viene fornito dal Bresc (1972), il quale parla addirittura di albanesi venduti forse come schiavi in Sicilia alla fine del '300!! Tali affermazioni si desumono dalla consultazione di rogiti notarili. Ma il Doumerc addirittura accusa il principe Karl Thopia di vendere i suoi sudditi come schiavi a mercanti che operano nell'area mediterranea!!! Secondo Doumerc molti albanesi, che non potevano pagare il viaggio, firmavano contratti inumani pur di scappare dalla loro terra e dai loro feroci feudatari.
Concludendo: anche la storiografia arbereshe va riscritta, altroche Moj e bukura More e paesi di montagna che ricordavano l'Albania, la visione romantica degli Arberesh deve andare nella spazzatura. La realtà che ci mostrano le ricerche è ben altra!!! Nomadi erranti in terra straniera per incapacità dei propri signori, rivolte in Albania contro i Turchi accolti prima con sollievo e poi rivelatisi feroci come i signori di prima, contadini messi ai confini veneti per difendere la propria quota di terra e quindi la Serenissima, soldati mercenari costretti ad efferatezze pur di arrotondare lo stipendio, questa è la realtà che emerge da documenti inediti. Alcuni Arbereshe che per secoli si sono ammantati di nobiltà possono mettersi l'anima in pace, la realtà, la dura realtà era quella descritta dal Marafioti (1595): poveri nomadi piangenti una terra abbandonata, poveracci che abitavano in luridi tuguri assieme alle bestie. Marafioti diceva: "... non si trova homo nobile ma fan tutti vita uguale ...!!! Rrini mire!!!

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