Diario dal Kossovo – 22 novembre 2013
Di ritorno in Kossovo e al monastero di Decani dopo dieci anni, ho
molto lavoro da fare per metabolizzare i cambiamenti di questa terra,
con la quale mi sono tenuto peraltro in stretto contatto in tutto questo
periodo. Il monastero sfida il passaggio dei tempi e dei regimi
politici ed economici, continuando a essere un faro d’ispirazione
spirituale; il santo re Stefano continua
a proteggere il suo popolo, e sotto molti aspetti il monastero è ancora
quello che ho visto per la prima volta, arrivando sotto scorta militare
una notte di fine novembre di dieci anni fa.
Non immaginavo, invece, di vedere un altro aspetto sostanzialmente immutato: la precarietà.
C’è una preoccupante mancanza di visione per quanto riguarda il futuro
dei cristiani ortodossi marginalizzati e sofferenti. Questa mancanza di
visione è ben visibile nel risultato delle recenti elezioni. I serbi del
Kossovo hanno appena perso la possibilità di esprimere candidati propri
a livello amministrativo locale (l’unico campo in cui la loro voce può
contare qualcosa in questo paese), suddivisi tra l’oltranzismo
nazionalista dei boicottaggi (e della deplorevole demonizzazione di
quanti hanno voluto comunque esprimere un voto), e la polverizzazione
dei voti validi tra diversi candidati in concorrenza tra loro. Non ho
potuto far altro che annuire (amaramente) quando mi è stato detto che la
sopravvivenza dell’Ortodossia serba in Kossovo, in queste circostanze
autolesioniste, è la più evidente prova dell’esistenza di Dio.
Ora fervono i preparativi per la celebrazione della festa patronale del
monastero, con l’attesa di ospiti davvero importanti. Restate in
ascolto… intanto, ecco alcune foto dalla recente Liturgia della festa
dei santi Arcangeli al monastero:
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