giovedì 29 luglio 2010

Potrebbe essere la Patrona del popolo Arbresh


Santa Angelina Brankovitch (+ 1516)

Principessa di Serbia

figlia del nostro eroe popolare

Giorgio Kastriota Skanderbeg

e moglie del Principe

Giorgio Brankovitch 

giovedì 8 luglio 2010

Divina Liturgia mensile ad Acquaformosa (CS) -Luglio-

Parrocchia Ortodossa
Santa Caterina Megalomartire
Via Garibaldi, 64
87010 Acquaformosa (CS)

Domenica 11 luglio 2010

Antifone della festa:

1) Lettore: Agathòn to exomologhìsthe to Kirìo,
ke psàllin to onòmatì su, Ìpsiste.

Coro: Tes presvìes tis Theotòku, Sòter, sòson
imàs.

2) Lettore: O Kìrios evasìlefsen, efprèpian
enedhìsato, enedhìsato
o Kìrios dhìnamin ke periezòsato.

Coro: Sòson imàs, Iiè Theù, o anastàs
ek nekròn, psàllondàs si:
Alliluia.

3) Lettore: Dhèfte agalliasòmetha to Kirìo,
alalàxomen to Theò to sotir imon.

Coro: Anghelikè Dhinàmis epì to mnìma su,
ke i filàssondes apenekròthisan;
ke ìstatoMaria en do tafo zitùsa
to àchrandòn su sòma.
Eskìlefsas ton Adhin, mi pirasthìsip’aftù;
ipìndisas ti Parthèno, dhorùmenos tin zoiìn.
O anastàs ek ton nekròn, Kirie, dòxa si.

Tropari del giorno

Tono VI
Anghelikè Dhinàmis epì to mnìma su,
ke i filàssondes apenekròthisan;
ke ìstatoMaria en do tafo zitùsa
to àchrandòn su sòma.
Eskìlefsas ton Adhin, mi pirasthìsip’aftù;
ipìndisas ti Parthèno, dhorùmenos tin zoiìn.
O anastàs ek ton nekròn, Kirie, dòxa si.

(Tropario del Santo della Chiesa)
Cantiamo la sposa di Cristo degna di ogni lode,
la divina Caterina, protettrice del Sinai,
nostro aiuto e soccorso:
essa ha splendidamente chiuso la bocca
con la spada dello spirito ai più abili
tra gli empi, ed ora incoronata come martire,
chiede per tutti la grande misericordia.


Tropario del Santo del giorno


Kontakion
Prostasìa ton Christianòn
akatèschinde, mesitìa
pros ton Piitìn ametàthete,
mi parìdhis
amartolòn dheìseon
fonàs, allà pròfthason,
os agathì, is tin voìthian
imòn ton pistòs kravgazòndon
si: Tàchinon
is presvìan ke spèfson
is ikesìan, i prostatèvusa
aì, Theotòke, ton timòndon Se.

Apostolo (2 Cor. 6,1-10)

- Mirabile è Dio nei suoi santuari, il Dio
d’Israele. (Sal. 67,36)
Nelle assemblee benedite Dio, il Signore,
voi della stirpe d’Israele. (Sal. 67,27)

Lettura dalla lettera di San Paolo ai Corinti.

Fratelli, poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti: Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso. Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza! Da parte nostra non diamo motivo di scandalo a nessuno, perché non venga biasimato il nostro ministero; ma in ogni cosa ci presentiamo come ministri di Dio, con molta fermezza nelle tribolazioni, nelle necessità, nelle angosce, nelle percosse, nelle prigioni, nei tumulti, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni; con purezza, sapienza, pazienza,benevolenza, spirito di santità, amore sincero; con parole di verità, con la potenza di Dio; con le armi della giustizia a destra e a sinistra; nella gloria e nel disonore, nella cattiva e nella buona fama. Siamo ritenuti impostori, eppure siamo veritieri; sconosciuti, eppure siamo notissimi; moribondi, ed ecco viviamo; puniti, ma non messi a morte; afflitti, ma sempre lieti; poveri, ma facciamo ricchi molti; gente che non ha nulla e invece possediamo tutto!

Alliluia (3 volte).
Ho perseverato nell’attesa del Signore ed
egli su di me si è chinato, e ha dato ascolto
al mio grido. (Sal. 39,2
Alliluia (3 volte).

- Ha posto i miei piedi sulla roccia. (Sal. 39,3)

Alliluia (3 volte).

Vangelo (Mt. 9, 27-35)
In quel tempo, mentre Gesù si allontanava di là, due ciechi lo seguivano urlando: “Figlio di Davide, abbi pietà di noi”. Entrato in casa, i ciechi gli si accostarono, e Gesù disse loro: “Credete voi che io possa fare questo?” Gli risposero: “Si, o Signore!” Allora  toccò loro gli occhi e disse: “Sia fatto a voi secondo la vostra fede”. E si aprirono loro gli occhi. Quindi Gesù li ammonì dicendo: “Badate che nessuno lo sappia!” Ma essi, appena usciti, ne sparsero la fama in tutta quella regione. Usciti costoro, gli presentarono un muto indemoniato. Scacciato il demonio, quel muto cominciò a parlare e la folla presa da stupore diceva: “Non si è mai vista una cosa simile in Israele!” Ma i farisei dicevano: “Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni”. Gesù andava attorno per tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno e curando ogni malattia e infermità.


Kinonikon

Enìte ton Kirion ek ton uranòn;
enite aftòn en tis ipsìstis.
Alliluia

lunedì 5 luglio 2010

Scusate il mio pensiero ad alta voce.


Forse a qualcuno o forse ai molti quello che sto per esprimere non piacerà, ma penso, è giusto che ognuno di noi esprima il suo pensiero.


Intanto per chi non lo sapesse, la tradizione della Madonna del Monte, da noi acquaformositani italo-albanesi, è stata adottata, perchè quando noi sul finire del 1400 arrivammo nella zona Arioso per edificate le casupole e poi il paese, la struttura in montagna già esisteva, ed era la residenza estiva dei monaci cistercensi della Badia di Santa Maria di Leucio o Acquaformosa. Ci siamo subito innamorati di quella statua bizantineggiante o meglio in stile prettamente orientale, con la figura della madre di Dio che allatta il Figlio e con quelle dita affusolate, tipiche della pittura orientale. Forse per questo gli arbresh si sono innamorati ed hanno continuato nel corso degli anni e dei secoli a salire nel mese di luglio per ben due volte e cantare inni alla Madre di Dio. La prima domenica era dedicata al mercato degli animali dove affluivano da tutta la zona. Non dimentichiamo che la zona di influenza dell'Abbazia cistercense arrivava a toccare l'isola di Dino. La seconda domenica invece era dedicata, come lo è tutt'ora, ai festeggiamenti della Theotokos e fino ad una sessantina di anni addietro, diversi paesi che comprendevano anche Santa Domenica Talao ecc.


Ogni domenica era dedicata ad un paese, ma poi l'ignoranza e la faciloneria degli amministratori ha cancellato con il tempo questa grande e lodevole tradizione.


Noi Firmozioti o tabani, siamo sempre andati fieri della Madonna del Monte, tanto è vero che il Parroco, di felice memoria, Padre Matrangolo era sempre stato restio, lo abbiamo constato in una riunione fatta degli anni 70, per chiedere che si portasse per venerarla la statua in paese, affinchè la statua scendesse in paese.


Lui sosteneva che la casa non era il paese, non era la parrocchia , ma semplicemente il santuario a 1426 metri sul mare. Solo in casi eccezionali, dopo aver chiesto il parere del popolo, solo allora si poteva fare un discorso del genere. Infatti la statua è scesa in paese solo durante il periodo del restauro, quando è venuto fuori il vero stato pittorico della Vergine e dove si è potuto vedere che il suo aspetto originale era stato oscurato da ridipinture per mascherare quel seno orientale che ne faceva di una statua non latina , ma probabilmente fatta durante il periodo in cui le nostre montagne traboccavano di eremiti italo-greci, in cerca di esichia (solitudine).


Ora questa passeggiata, pur apprezzabile, non poteva avere un grande successo. Il popolo ed anche l'amministrazione comunale, come gli altri paesi viciniori, (ricordiamoci che la statua è patrimonio non solo nostro, ma di tutta la zona) non sono stati investiti di questo, che sicuramente sarebbe stato un bellissimo evento. Tutto si è fatto con un annuncio durante la predica domenicale, quando ora la stragrande maggioranza del popolo è fuori per le sospirate vacanze.


Le sinergie del paese non sono state prese in considerazione, si è voluto fare tutto alla chetichella, tutto come se il far scendere in paese la Madre di Dio, fosse un pranzo che finiva a tarallucci e vino.


E no, io penso che se tutto il paese fosse stato investito nella sua globalità, anche Lei da lassù sarebbe stata più contenta. Invece di una processione con tanti preti ecc., tanto popolo ed anche sindaci della zona, che sicuramente avrebbe assunto una fisionomia più esaltante, c'è stata solo una passeggiata a piedi dalla montagna al paese come succedeva prima. Il popolo che ama questa festa, con il suo lancio spirituale, sarebbe stato numerosissimo ed avrebbe acquisito anche maggiore spiritualità interiore.


Io posso anche sbagliare, ma ricordando le parole di Padre Matrangolo, avrei agito in modo diverso.

mercoledì 30 giugno 2010

Dal sito cattolico: Zenit.org

Professore ebreo difende il crocifisso davanti alla Corte di Strasburgo


La tolleranza non può portare all'intolleranza verso i simboli di una cultura
di Jesús Colina

STRASBURGO, mercoledì, 30 giugno 2010 (ZENIT.org).- Joseph Weiler, professore ebreo di Diritto presso la New York University School of Law, ha difeso questo mercoledì il crocifisso davanti alla Corte Europea dei Diritti Umani.
La sua difesa è stata ascoltata da 17 giudici, tra cui Jean-Paul Costa, presidente della Corte, durante un'udienza straordinaria sul “Caso italiano del crocifisso”, Lautsi v. Italia, riferito al diritto dell'Italia di esporre crocifissi nelle aule delle scuole pubbliche.
Weiler, che è anche professore onorario presso la London University, ha rappresentato nell'udienza i Governi di Armenia, Bulgaria, Cipro, Grecia, Lituania, Malta, Federazione Russa e San Marino, che si sono presentati come “parti terze”.
La Corte di Strasburgo aveva stabilito in una sentenza dello scorso 3 novembre che la presenza del crocifisso in questi spazi costituisce un attentato alla libertà di coscienza e al diritto del singolo di ricevere una formazione conforme ai suoi convincimenti religiosi o filosofici.
In questo modo, aveva dato ragione a una cittadina italiana originaria della Finlandia, Soile Lautsi, che aveva chiesto nel 2002 che le croci fossero tolte dalle scuole frequentate dai suoi figli ad Abano Terme, in provincia di Padova.
Il professor Weiler ha spiegato in primo luogo che in Europa non esiste un unico modello nelle relazioni Chiesa-Stato: basta vedere le differenze tra la laicità, in Francia o anche in Gran Bretagna, dove la regina è capo della Chiesa anglicana. Altri casi sono quelli di Svezia, Danimarca o Grecia.
“In molti di questi Stati non laici, ampie fasce della popolazione, forse perfino una maggioranza, non sono più religiose – ha dichiarato il professore –. E tuttavia il continuo coinvolgimento di simboli religiosi negli spazi pubblici e da parte dello Stato viene accettato dalla popolazione secolare come parte dell'identità nazionale e come atto di tolleranza nei confronti dei propri connazionali”.
“Può essere che un giorno il popolo britannico, esercitando la sua sovranità costituzionale, si sbarazzerà della Chiesa d'Inghilterra, come hanno fatto gli svedesi. Ma questo vale per loro, non per questa Corte, e sicuramente la Convenzione non è mai stata intesa nel senso di forzarli a fare questo”, ha dichiarato.
“Nell'Europa attuale, i Paesi hanno aperto le proprie porte a molti nuovi residenti e cittadini. Dobbiamo loro tutte le garanzie della Convenzione. Dobbiamo il decoro e il benvenuto, e la non discriminazione, ma il messaggio di tolleranza verso l'altro non dovrebbe essere tradotto in un messaggio di intolleranza verso la propria identità”, ha aggiunto Weiler.
Nella sua arringa di fronte ai giudici, il rappresentante per lo Stato italiano, Nicola Lettieri, ha spiegato che “non c'è alcun pregiudizio reale in questa questione. Se uno Stato intrattiene un rapporto privilegiato con una religione, se sposa dei simboli religiosi, ciò non è affatto contrario alla Convenzione europea sui diritti dell'uomo. L'unico limite da non varcare è il perseguire l'indottrinamento o il proselitismo”.
“Se il crocifisso è presente nelle aule, il motivo non è l'indottrinamento, ma si tratta dell'espressione di un sentimento popolare che è alla base dell'identità nazionale”, ha aggiunto.
Il rappresentante legale di Soile Lautsi, Nicolò Paoletti, il primo a esporre le proprie argomentazioni, ha considerato da parte sua che “non si può considerare il crocifisso come un simbolo muto e passivo. I bambini (di Soile Lautsi) hanno vissuto una situazione di marginalizzazione, si sono sentiti in una posizione minoritaria”.
Per questo motivo, il legale della Lautsi ha denunciato il rischio di una “tirannia della maggioranza”.
Nell'udienza è stato coinvolto Gregor Puppinck, direttore dello European Centre for Law and Justice (ECLJ), perché questa istituzione si è posta ufficialmente parte terza con 79 membri dei Parlamenti europei.
In alcune dichiarazioni concesse a ZENIT, Puppinck ha confessato che “lo European Centre for Law and Justice ripone grande speranza nel fatto che la Corte abbia capito che il diritto dei non credenti di non credere non può eclissare i diritti dei credenti”.
“L'ECLJ spera anche che la Corte capisca che non può e non dovrebbe richiedere a uno Stato di rinunciare alla propria identità profonda nel nome della tolleranza e della filosofia dei diritti umani”, ha proseguito.
“Il vero pluralismo inizia con il rispetto tra i Paesi”, sostiene Puppinck. “Contrariamente a quanto sostiene il consulente legale della signora Lautsi, la 'laïcité' non è una richiesta della Convenzione”.
La decisione della Corte non verrà resa nota fino all'autunno, o perfino al periodo natalizio.
E' interessante notare che in totale sono stati 14 gli Stati membri del Consiglio d'Europa che si sono opposti alla decisione originaria sostenendo l'Italia, ha considerato Puppinck.
Oltre ai dieci Paesi rappresentati da Weiler, che partecipano ufficialmente alla causa, altri hanno dato il proprio sostegno ufficiale al crocifisso, tra cui Ucraina, Moldova, Albania e Serbia.
La partecipazione degli Stati è senza precedenti, a dimostrazione dell'importanza della questione per tutta l'Europa.

domenica 6 giugno 2010

Comunicato finale

CONSIGLIO EPISCOPALE ORTODOSSO D’ITALIA E MALTA

- SECONDO INCONTRO -

1. Il secondo incontro dei Vescovi Ortodossi Canonici d’Italia a Malta si è svolto a Venezia, Lunedì 31 maggio 2010, negli uffici della Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta, su invito di Sua Eminenza il Metropolita Gennadios, Arcivescovo Ortodosso d’Italia e Malta. Hanno partecipato Sua Em.za il Metropolita Gennadios (Patriarcato Ecumenico), Sua Em.za l’Arcivescovo Innokenty (Patriarcato di Mosca), Sua Ecc.za il Vescovo Siluan (Patriarcato di Romania) e Sua Em.za il Metropolita Galaktione (Patriarcato di Bulgaria) [per delega].
2. Hanno discusso il Regolamento Interno del Consiglio Episcopale Ortodosso d’Italia e Malta (in seguito CEOIM). Il CEOIM ha come obiettivi, tra gli altri: a) vigilare e contribuire all’unità della Chiesa Ortodossa in Italia e Malta, in conformità con la sua Fede, Tradizione ed Insegnamento e b) coordinare tutte le attività di comune interesse (pastorale, catechesi, liturgia, assistenza, editoria, comunicazioni, educazione) con la possibilità, se necessario, di creare le relative commissioni. Tutto ciò allo scopo fondamentale di servire l’uomo, per il quale il Signore è nato, è stato crocifisso ed è risorto.
3. Hanno confermato la necessità di proseguire con le altre Chiese e realtà Cristiane, come anche con tutti gli uomini di buona volontà, il “Dialogo della carità”, presupposto indispensabile di quello teologico, allo scopo di offrire un comune contributo cristiano per il progresso e la soluzione dei problemi sociali d’Italia e Malta.
Venezia, 31 Maggio 2010
Sua Em.za il Metropolita Gennadios (Patriarcato Ecumenico)
Sua Em.za l’Arcivescovo Innokenty (Patriarcato di Mosca)
Sua Ecc.za il Vescovo Siluan (Patriarcato di Romania)
Sua Em.za il Metropolita Galaktione (Patriarcato di Bulgaria