mercoledì 19 giugno 2013

Dal Sito: http://makj.jimdo.com/

NON SI SCONVOLGE DUNQUE LA NOSTRA GERARCHIA  
 

Fonte: www.impantokratoros.gr

Icona mistica della Santa Chiesa Ortodossa
Icona mistica della Santa Chiesa Ortodossa
 
   Con dolore e sofferenza si scrivono le righe che seguono. In questo nostro breve commento non abbiamo l’intenzione di esercitare una critica o un controllo verso i nostri Gerarchi, chi mai saremo noi per fare questo? Quanto segue sia considerato solo un appello alla nostra Gerarchia, un grido di dolore e di agonia dell’ultimo e indegno chierico della nostra Patria che ha molto sofferto.
   Il Signore rivolse ai suoi discepoli una domanda molto significativa e importante specie oggi per tutti noi: “Quando il Figlio dell’uomo verrà, troverà la fede sulla terra?” (Lc 18,8). Quando il Figlio dell’uomo verrà per la seconda parousia a giudicare il mondo, troverà uomini sulla terra i quali hanno mantenuto e confessato la Fede Ortodossa pura e inalterata da ogni specie di eresia e inganno?
   Sant’Efrem il Siro in un discorso sulla seconda parousia aggiunge: “Guai a coloro che infettano la Santa Fede e sono accondiscendenti con gli eretici” (1). La precedente domanda del Signore come il discorso di sant’Efrem il Siro dovrebbe essere continuamente davanti agli occhi di noi chierici, particolarmente per i nostri Gerarchi i quali sono, per eccellenza, responsabili per il combattimento e la neutralizzazione delle eresie. Dovrebbero costituire causa di autocritica, uno specchio nel quale rispecchiare continuamente il cammino della nostra diakonia pastorale, se e in che modo imitiamo e seguiamo la vita e la condotta dei Santi e Teofori Padri nostri nelle lotte e nei sacrifici che loro hanno fatto  nel combattere le eresie della loro epoca e conservare pura la Fede Ortodossa.
     Questa fede la quale con vanto, indossando i nostri ufficiali paramenti liturgici all’interno di una festosa atmosfera nel giorno della Domenica dell’Ortodossia, abbiamo confessato: “Come i profeti hanno visto, gli Apostoli hanno insegnato, come la Chiesa ha accolto, i Maestri hanno dogmatizzato, come l’universo ha recepito, la Grazia ha brillato, la Verità ha dimostrato, l’errore è stato annientato, la Sapienza ha dato fiducia, il Cristo ha premiato, così noi pensiamo, parliamo, e così predichiamo”.
   Essi per custodire la Fede hanno sacrificato posti d’onore, onorificenze ecclesiastiche, troni patriarcali e metropolitani, hanno subito esili, persecuzioni, prigionie, torture, o ancora hanno perfino sacrificato la loro stessa vita. Essi, in quel tempo, hanno compiuto il loro dovere. Noi oggi compiamo il nostro dovere? Imitiamo il loro esempio dinanzi alla contemporanea eresia dell’ecumenismo, la terribile eresia ecclesiologica di tutte le epoche, questa terribile tempesta che ha travolto tutto, non essendoci giusti contraccolpi e minaccia di buttare giù ogni cosa? O per caso c’è il pericolo che la Chiesa nel tempo entri nel tumulto? O nel corso del tempo la tempesta infuri o non a caso l’eresia si estenda scalpitando mentre noi dormiamo senza preoccupazione (eccetto sicuramente i pochi)? Come Marta ci preoccupiamo e ci agitiamo per molte cose poco importanti e in secondo luogo tralasciamo il primo e necessario cioè la battaglia finale e la neutralizzazione dell’eresia con l’ufficiale sua condanna da parte del Sinodo e per coloro che la sostengo e la mandano avanti.
     Non commenterò di quante cose anti-ortodosse e blasfeme si dicono quotidianamente in massa e si fanno in maniera ufficiale e a volto scoperto da parte gli ecumenisti per i quali sarebbe sufficiente solo una di queste per procurare l’ira e la rabbia dei Santi Padri se fossero vissuti nella nostra epoca!
     Reverendissimi Arcivescovi, certamente non dubitiamo, perché se vivessero oggi i Santi Padri già da tempo si sarebbero riuniti, non una o due volte ma molti sinodi nei quali avrebbero condannato quest’eresia e le sue diramazioni così come anche i suoi paladini e i suoi sostenitori. Io sottolineerò un altro aspetto di questo tema di uguale importanza e significato a cui, penso, dovremmo dare molta attenzione. Il fatto cioè rilevante di come sia il popolo fedele di Dio, sia un buon numero di accademici professori di teologia, sia numerose comunità monastiche si siano svegliati e si siano passati la voce da qui a dieci anni e lottano con tutte le forze contro questa eresia. Esporrò solo pochi avvenimenti dell’ultimo decennio, avvenimenti di importanza storica i quali testimoniano l’angoscia del fedele popolo di Dio. Fatti, i quali dovrebbero svegliare e informare almeno ora e, per modo di dire, far scuotere la nostra Gerarchia per metterla di fronte alle sue responsabilità.
  A Settembre del 2004 la facoltà di teologia pastorale e comunicazione dell’università di Salonicco organizzò un convegno “inter-ortodosso” di cinque giorni nell’aula magna con il titolo: “L’Ecumenismo: genesi, attese, smentite, delusioni”. Le cinquantasette relazioni dei conferenzieri ci hanno dato un’immagine panoramica di questa eresia da tutti i punti di vista con i suoi sviluppi e crescita fino ai nostri giorni. Tutti gli atti e i risultati di questo convegno sono stati pubblicati in due volumi di mille e trenta pagine dall’editrice THEODROMIA ed. 2008. Per quanto riguarda questo avvenimento storico che è avvenuto nella storia della nostra Chiesa, purtroppo non ha portato il risultato che si sperava per la nostra Gerarchia perché, mentre avrebbe dovuto sconvolgere i nostri Gerarchi, mettendoli in crisi e spingendoli ad occuparsi sinodalmente per prendere una posizione di fronte a quest’eresia al contrario, in maniera superficiale, essi hanno superato l’ostacolo comodamente. L’emerito professore dell’università di Salonicco il protopresbitero p. Teodoro Zisis nell’introduzione degli atti con profondo dolore e delusione sottolinea: “ci dispiace perché la voce forte del convegno è arrivata sì alle orecchie dei capi delle Chiese ma non ha influenzato per nulla i loro cuori e le loro menti per dare una svolta al cammino catastrofico dell’ecumenismo. Continuano provocatoriamente a radunarsi e a pregare con gli eretici, li elogiano e li benedicono dentro chiese ortodosse, compongono inni ecclesiastici per onorarli, contesti teologici e dichiarazioni ma anche con il loro comportamento sincretista e mancando di rispetto trasgrediscono e offendono i dogmi e i Sacri Canoni i quali chiedono di essere osservati e messi in pratica con zelo e con rigore o per sostenere troni e giurisdizioni o per punire i chierici zeloti e confessori, monaci o laici” (2). Un altro avvenimento significativo che costituisce alla pari una notevole svolta nella storia della lotta antieretica ed ecumenica è l’edizione e la pubblicazione composta dalla Sinassi Ortodossa di chierici e monaci con il testo “ΟΜΟΛΓΙΑ ΠΙΣΤΕΩΣ” (Confessione di Fede). Questo testo fu pubblicato da “Orthodoxos Typos”, su internet, nell’edizione THEODROMIA e tradotto in diverse lingue:inglese, serbo, rumeno, stampato in centinaia di migliaia di copie e fu distribuito gratuitamente al popolo greco il quale accoglieva con entusiasmo e con sentimenti di sollievo la controfirma di questo contenuto. Tra virgolette tutto il pleroma Ortodosso ha abbracciato questo testo confessionale come la Santa Eufemia abbracciò il tomo del IV Concilio Ecumenico di Calcedonia, quel famoso miracolo e mise sotto i suoi piedi il tomo dei monofisiti. “Hai grandemente rallegrato gli Ortodossi e confuso gli eterodossi, o Eufemia…”. Non furono certamente soddisfatte le correnti ecumeniste del Fanar e della Chiesa di Grecia anzi son state infastidite, dispiaciute e svergognate. Questo documento fu firmato da oltre 25.000 chierici, monaci e laici, molti igumeni dei monasteri dell’Athos, molti igumeni e archimandriti di altri monasteri,  protopresbiteri, ieromonaci, presbiteri, diaconi, monaci, monache, teologi. Purtroppo, dai Metropoliti della Chiesa di Grecia soltanto tre firmarono contro il documento anti-eretico e precisamente il Metropolita Serafim del Pireo, il Metropolita Kosmas di Etoloakarnanias e Serafim di Kythiron. Con le loro firme, i Metropoliti hanno voluto sottolineare la necessità di una condanna sinodale dell’anti-ecumenismo. Purtroppo, di nuovo la Gerarchia si è dimostrata sorda al grido di angoscia e dolore da parte del clero e del popolo di Dio e nel mentre si fa tanto chiasso intorno a quest’eresia, si scrivono tanti articoli, si organizzano convegni, si pubblicano libri etc... la nostra Gerarchia si rifiuta appositamente di prendere una decisione sinodale a riguardo di quest’eresia. Soltanto un breve comunicato circoscritto fu pubblicato nella quinta sessione del Sinodo di Grecia il 16/10/2009 nella quale si discusse il tema della OΜΟΛΟΓΙΑ ΠΙΣΤΕΩΣ (Confessione di Fede) costretti di fronte al fatto e in particolar modo della lettera di protesta del Patriarca Ecumenico Bartolomeo indirizzata all’Arcivescovo Ieronimo di Atene, dove il Patriarca si lamenta delle firme poste da molti Arcivescovi, egumeni, chierici e laici. Inoltre, fra le molte altre cose, il Patriarca esprime con sinodale decisione il pressante problema dell’ecumenico Patriarca e denunzia l’ OΜΟΛΟΓΙΑ ΠΙΣΤΕΩΣ (Confessione di Fede) perché, a suo parere, inganna parte del popolo fedele, lo induce allo scisma, non solo il popolo ma anche la stessa Gerarchia potrebbe creare problemi con altre Chiese Ortodosse. Il Patriarca conclude la sua lettera invitando il Santo Sinodo “al più presto possibile di prendere posizione, di condannare il documento e i chierici che lo hanno firmato”.
     “Considerato il pericolo che cova per l’unità della Chiesa la preoccupazione mostrata, come risulta anche dall’ incoraggiamento di alcuni di questi vescovi e delle loro azioni che portano divisioni”.  Nella sua comunicazione la Gerarchia si preoccupava di calmare gli animi del popolo (essenzialmente chiude questo tema) poiché i Gerarchi sono i custodi della tradizione ortodossa, così come hanno confessato durante la loro chirotonia episcopale il testo dell’Omologhia Pistos ha caratterizzato “molto di più”.
   Concludo (tralasciando molte altre cose per non allungare il discorso) con un terzo avvenimento molto tragico e di uguale importanza altrettanto sconvolgente.. Questo avvenimento dovrebbe almeno questa volta svegliare e mettere in crisi finalmente la nostra Gerarchia. Si tratta della separazione di un congruo numero di laici e fedeli i quali con una dichiarazione hanno fatto conoscere il loro dissaccordo da alcuni vescovi eretici della Chiesa Ortodossa per causa di nuovo dell’ecumenismo.
     Come scrivono nella loro dichiarazione: “la pan-eresia (secondo s. Giustino Popovic) dell’ecumenismo è una situazione reale, dove i nostri vescovi rifiutano di esaminarla e di condannarla sinodalmente. E’ un’avvenimento appariscente nella vita bi millenaria della Chiesa, la Gerarchia stà in silenzio nel tempo dell’eresia e di camminare insieme per decenni con l’eresia. Come naturale conseguenza viene l’impetuoso predominio dell’ecumenismo, il quale cambia i sentimenti ortodossi del popolo cancellando dalle coscienza dei cristiani attraverso la parola e le azioni quotidiane la tradizione ortodossa e introducendo per così dire nuove strade di salvezza diverse da quelle dei Santi Padri.
   Portiamo a conoscenza dunque la nostra decisione, di allontanarci da questi vescovi eretici locali e di non avere nessuna comunicazione ecclesiastica con loro fin quando il Santo Sinodo non condanni con parole e opere l’eresia dell’ecumenismo e gli eretici che lo  sostengono e lo propagandano”. (3)
     La nostra Gerarchia non prova nessun dolore e non piange per questo tragico fenomeno, non si strazia il cuore di vedere le sue pecore spirituali dividersi e allontanarsi dal gregge scandalizzati della posizione che mantiene la Gerarchia? Come superare questo sconvolgente e doloroso avvenimento fischiettando in maniera indifferente? Come trascura di fare il suo dovere, il quale come abbiamo già sottolineato e previsto degli stessi Sacri Canoni della Chiesa?
     In particolar modo il 37° canone apostolico il quale dice che “ almeno due volte all’anno il Sinodo deve riunirsi, per quanto riguarda le chiese locali e deve esaminare attentamente i dogmi della fede e distruggere se mai ci fossero incomprensioni tra i vescovi e le chiese locali” (4) conservando al di sopra di ogni cosa la pace e l’unità della fede. Se dunque per semplici incomprensioni ecclesiastiche il canone del Sinodo pensate un po’ cosa provvederebbe per il caso della pan-eresia dell’ecumenismo la quale dura da anni e da molti decenni: il Sinodo di Costantinopoli del 1836 sotto i Patriarchi indimenticabili Gregorio VI° di Costantinopoli e Atanasio di Gerusalemme con una decisione sinodale stabilisce quanto segue per ciò che riguarda questo tema antieretico: “queste cose noi stabiliamo agli Arcivescovi i quali sono sotto la giurisdizione del Santo Patriarcale Apostolico ed Ecumenico trono ordiniamo ecclesiasticamente affinchè compiamo con cura e con vigilanza considerando come delitto ogni indifferente e trascuratezza riguardo queste cose. Quanto più questo Arcivescovo non vuole fuggire l’ira di Dio e della Chiesa, come negligente dei suoi doveri pastorali e diventare così volontariamente e senza possibilità di difesa colpevole della corruzione dell’Ortodossia, della nazione e distruzione del suo gregge” (5)
   Il grande Atanasio aggiunge: “… per nessun motivo si deve giudicare qualcosa senza prima recidere ogni diafonia riguardo alla fede e in seguito esaminare tutte le altre cose”. (6) Qui il santo evidentemente considera il tema della fede come temi di prima importanza, e questi temi precedono qualsiasi altra discussione vanno esaminati e necessariamente trovare una soluzione.
   Di conseguenza a tutto quello riportato sopra si pone la domanda: Quale difesa daremo Eminentissimi Arcivescovi il giorno del Giudizio davanti al terribile tribunale di Cristo per questa vostra trasgressione? Cosa abbiamo da spaventarci? Per caso forse ci ridurrebbero allo stato laicale per qualche cosa insignificante e di poca importanza ecclesiastica? Onore e vanto sarebbe,perché così saremo degni di imitare anche per poco i nostri Santi Padri.
     Concedici Signore in questi ultimi tempi, nei quali ci hai custoditi per vivere, di avere degni, santi Gerarchi Confessori della fede, per la sconfessione dell’inganno e la Gloria della tua Santa Chiesa “che ti sei acquistato con il tuo stesso sangue”. Amin! 
 
NOTE

(1) Sant’Efrem il Siro, Discorso sulla Seconda Parousia del Nostro Signore Gesù Cristo nell’opera di sant’Efrem il Siro, Vol IV, Edizione: “To perivoli tis Panaghias”, Tessalonica 1992, pag. 26.
(2) Atti del Convegno inter-ortodosso, Edizioni “THEODROMIA”, Vol 1, Thessalonica 2008, p.12
(3) La separazione dei fedeli Ortodossi dai vescovi eretici della Chiesa Ortodossa e la loro comunicazione in merito. Marzo 2011. Pagg. 5,9.
(4) San Nicodemo l’Aghiorita, Pidalion, Ed. Rigopoulou, Thessalonica 1991, p. 41.
(5) Ioannis Romanidis, Accordo tra Ortodossi e Vaticano per l’Unia, Balamand, Libano, 1993, p. 525.
(6) ΕΠΕ 9,284

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