In un breve saggio, presentato nel
2001, il giovane ricercatore Sokol Dedja affronta l'annoso dibattito
delle migrazioni albanesi verso l'Europa, l'Italia in particolare, nel
tardo medioevo (XIV-XV sec.). L'autore esclude una diaspora dovuta a
motivi religiosi, mito che ha alimentato fino a qualche tempo fa la
storiografia e la letteratura arbereshe, ma punta il dito verso motivi
economici, dovuti alla natura ostile dell'Albania dell'epoca e dal
rigido feudalesimo dei signori locali che non avevano una visione
moderna della gestione della propria economia. Intere masse di contadini
si spostano a livello di nomadismo, attorno al 1315, verso la Grecia e
verso le coste albanesi, spinte dal miraggio dell'Italia felix
(Ducellier, 1986, Doumerc, 2009). Il primo
che indirizzò le ricerche verso le motivazioni fu Braudel (1982), forse
preceduto dall'Anselmi (data?). Terribile è il dato che viene fornito
dal Bresc (1972), il quale parla addirittura di albanesi venduti forse
come schiavi in Sicilia alla fine del '300!! Tali affermazioni si
desumono dalla consultazione di rogiti notarili. Ma il Doumerc
addirittura accusa il principe Karl Thopia di vendere i suoi sudditi
come schiavi a mercanti che operano nell'area mediterranea!!! Secondo
Doumerc molti albanesi, che non potevano pagare il viaggio, firmavano
contratti inumani pur di scappare dalla loro terra e dai loro feroci
feudatari.
Concludendo: anche la storiografia arbereshe va
riscritta, altroche Moj e bukura More e paesi di montagna che
ricordavano l'Albania, la visione romantica degli Arberesh deve andare
nella spazzatura. La realtà che ci mostrano le ricerche è ben altra!!!
Nomadi erranti in terra straniera per incapacità dei propri signori,
rivolte in Albania contro i Turchi accolti prima con sollievo e poi
rivelatisi feroci come i signori di prima, contadini messi ai confini
veneti per difendere la propria quota di terra e quindi la Serenissima,
soldati mercenari costretti ad efferatezze pur di arrotondare lo
stipendio, questa è la realtà che emerge da documenti inediti. Alcuni
Arbereshe che per secoli si sono ammantati di nobiltà possono mettersi
l'anima in pace, la realtà, la dura realtà era quella descritta dal
Marafioti (1595): poveri nomadi piangenti una terra abbandonata,
poveracci che abitavano in luridi tuguri assieme alle bestie. Marafioti
diceva: "... non si trova homo nobile ma fan tutti vita uguale ...!!!
Rrini mire!!!
(E'
tempo che i nostri
validi ricercatori facciano passi indietro e riprendano ad essere dei
veri
'topi di biblioteca, alla ricerca delle nostre radici e non quelle
fantastiche
che si narravano nelle notti d'inverno accanto al fuoco che
scoppiettava.
Sicuramente la stragrande maggioranza delle notizie che riguardano la
nostra
diaspora non sono state scritte, anche perchè, secondo me, il mito
dell'accoglienza benevola da parte di Papi, Vescovi, Feudatari e stata
scritta
da persone che in queste "Stanze" ci hanno mangiato ed anche bene a
discapito della Verità che al popolo italo-albanese, impegnato a
sopravvivere,
non avrebbe, interessato, vista anche l'analfabetismo e l'ignoranza
cultural-scolastica imperante. Certamente nascosti da qualche parte ci
sono,
e ne sono sicuro, tutte le notizie che ci riguardano. I preti ed i
Vescovi
latini segnavano tutto e tutto mandavano a Roma al Vaticano per chiedere
come
comportarsi nei confronti di questa gente che non voleva sentir ragioni
di
accettare la confessione papista ed eretica, anzi si comportava come se
fosse
nella sua terra di origine rispettando tutto ciò che era prescritto dai
canoni
della confessione "Ortodossa" (Basta andare a leggere la storia della
Diocesi di cassano Jonio di P. Francesco Russo). Non per nulla i preti
italo-albenesi
si guardavano bene durante la Divina Liturgia di nominare il papa di
Roma, ma
nominavano il Patriarca di Costantinopoli. I documenti ci sono, saranno
ben
nascosti, ma è tempo dopo oltre 5 secoli, che chiunque sappia, abbia il
coraggio di
parlare e di mostrare i documenti reali e non quelli a cui nessuno più
crede.
Siamo stufi di essere presi per i fondelli: "Avrei voluto vedere i
Principi Sanseverino avessero dare a questi poveracci, per coltivarli,
le
fertili terre della pianura di Sibari!!!!! Mica scemi, hanno dato,
allontanandoli
e facendo finta di accoglierli amorevolmente, le terre inospitali da
dissodare
delle montagne. 'Andate a zappare e state calmi, sudate e fatevi
un...mazzo
tanto......', così probabilmente avranno ragionati questi signori. E
noi.????...Giù
pianti e canti che ricordavano la BELLA TERRA DI ORIGINE......
Sicuramente pianti
perchè si dovevano alzare all'alba e ritornare anche dopo il tramonto
del sole,
quindi si partiva con il buio e si ritornava con il buio; e la sera
probabilmente non avevano neanche di che sfamare i loro piccoli.
Canti...anche,
almeno dimostravano nella loro miseria di sapersi adattare
facendo finta
di essere “felici”.Andiamo a vedere cosa chiedevano ai nostri Avi i
Signorotti, che fossero Abati o Feudatari. nelle Capitolazioni stipualte
con le famiglie albanesi!!!!! Chi avrà la fortuna di leggerle si
accorgerà che queste erano realmente dei cappi attorno al collo dei
nostri avi. Con ciò il nostro popolo CAPITOLAVA e si sottometteva
realmente alla mercè degli Abati e Signorotti. Basta leggere queste
pagine per dire a chiare note: " Padri nostri se in voi non ci fosse
stata veramente la Fede Ortodossa, sareste scomparsi definitivamente
dalla faccia della terra e nessuno a distanza di secoli si sarebbe
accorto di Voi e della Vostra presenza".
Ci sarà qualcuno
che un domani ci mostrerà la realtà nuda e cruda della nostra effettiva
condizione culturale-economica e perché no anche RELIGIOSA ????? Per ora
considerato che i nostri cultori sembrano essere troppo intenti a magnificare
il “condizionamento” forzato della Chiesa Cattolica nei nostri confronti,
dovranno passare molti anni, prima che finalmente qualcuno dica: “Ora basta, mi
sono rotto…. È tempo che si sappia la
VERITA’, basta con le menzogne, basta con i lecca lecca, basta
con le bugie e con le falsità, che il popolo Arbresh sappia…..” Io attendo
fiducioso che qualcosa si muova e prego il Signore che ciò avvenga presto……..molto
presto. Così sia – Amìn – P. Giovanni
Capparelli)
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