MESSAGGIO DI NATALE DEL PATRIARCA KIRILL DI MOSCA E DI TUTTA LA RUS'
Agli arcipastori, pastori, diaconi, monaci e tutti i fedeli figli della Chiesa ortodossa russa 2025 Sacratissimi arcipastori, reverendi presbiteri e diaconi, monaci e monache amati da Dio, cari fratelli e sorelle! Lodando Iddio glorificato nella Trinità e condividendo con tutti voi la gioia della celebrazione di oggi, mi rivolgo a voi, figli ortodossi della nostra Chiesa, che vivete sia in Russia che in altri paesi sotto la responsabilità pastorale del Patriarcato di Mosca, e mi congratulo di cuore con voi per la festa della Natività di Cristo – la festa dell'amore incarnato del Creatore per la sua creazione, la festa dell'adempimento della promessa della venuta sulla terra del Figlio di Dio, la festa della speranza nella salvezza e nella vita eterna. Oggi si compie un miracolo grande e glorioso: la Vergine partorisce e il grembo resta incorrotto: il Verbo si incarna e il Padre non si allontana. Gli angeli con i pastori cantano gloria e noi gridiamo con loro: gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace sulla terra (stichira della festa). Con queste parole, la Chiesa di Cristo testimonia un evento misterioso accaduto più di duemila anni fa nella grotta di Betlemme e che ha cambiato l'intero corso ulteriore della storia del mondo. Con stupore e riverenza pieghiamo le ginocchia del nostro cuore davanti a questo mistero del disegno divino di salvezza, incomprensibile alla mente umana. Ricevendo con gratitudine questo dono sacrificale che il Creatore che provvede per noi si è compiaciuto di farci avere, che lo ha degnato per noi, noi confessiamo questa grazia, proclamiamo questa misericordia, e manifestiamo questo beneficio (preghiera della Grande benedizione delle acque). Cosa dovremmo fare noi, cristiani del XXI secolo, per diventare partecipi di questa benedizione di Dio davvero inestimabile e per essere degni del suo Regno, preparato fin dalla creazione del mondo (Mt 25, 34)? Tutto ciò che possiamo e dobbiamo fare nella nostra vita è ricambiare il suo amore. E questo significa credere e confidare completamente in Dio, adempiendo i comandamenti del Vangelo, evitando il male e facendo il bene (Ps 33,15), essendo, secondo la chiamata del Salvatore, la luce del mondo e il sale della terra (Mt 5, 13-14). Essendo dotato di libero arbitrio e del diritto inalienabile di scelta, ogni uomo può o accettare Cristo o rifiutarlo, stare dalla parte della luce – oppure immergersi nelle tenebre del peccato, vivere secondo coscienza – o secondo gli elementi di questo mondo (Col 2, 8), creare attraverso buone azioni il paradiso nel proprio cuore – o, al contrario, facendo il male, sperimentare già qui sulla terra i tormenti dell'inferno. In altre parole, ciascuno di noi è chiamato alla gioia e alla pienezza della vita, in parole povere, alla felicità, e ciò – è importante riconoscerlo e comprenderlo – è impossibile senza Dio, perché è lui la fonte della vita e di ogni bene, è il Creatore e Provveditore, è un Padre amorevole, il nostro premuroso Aiutante e Patrono. Possedendo il libero arbitrio, una persona può scegliere la vita e raggiungere la somiglianza con Dio, ma è anche libera di scegliere per sé un'altra vita, senza Dio e senza grazia, che porta alla distruzione. Ecco perché il Signore, che ci ha creato, continua a non salvarci senza la nostra partecipazione. L'unione della volontà di Dio, buona e perfetta (Rm 12, 2), con la volontà dell'uomo, seppur imperfetta, ma tesa al bene, è la chiave della riuscita del nostro percorso nel campo terreno. In definitiva, il destino eterno di ogni persona è la continuazione dello stato spirituale che l'ha caratterizzata nella vita terrena. Tenendo presente questo, cerchiamo, secondo la parola dell'apostolo Paolo, di acquisire in noi stessi amore, gioia, pace, longanimità, bontà, misericordia, fede, mitezza, autocontrollo (Gal 5, 22–23) e gli altri doni dello Spirito. Faremo tutto il possibile per rimanere cristiani non solo nel nome, ma anche nel modo di vivere, nei confronti della famiglia e degli amici, dei collaboratori e dei colleghi, di ogni persona che ha bisogno del nostro aiuto e della nostra partecipazione, simpatia e sostegno. In tutti i giorni, soprattutto in questa grande festa, siamo chiamati a pregare con fervore per la pace del mondo intero, per la prosperità delle sante Chiese di Dio, per i malati, i sofferenti, i prigionieri e per la loro salvezza. Il significato di queste petizioni è ora molto attuale, perché le forze del male, della guerra e della divisione, che vogliono combattere, hanno preso le armi contro l'Ortodossia. Seminano inimicizia e odio e usano ogni mezzo per attuare i loro piani insidiosi. Ma noi crediamo e speriamo che per la potenza di Dio tutta la debole insolenza dei demoni e dei loro servi sarà svergognata. Questo è successo molte volte in passato e continuerà anche adesso. Di questo ci convince l'esperienza secolare della Chiesa. Esprimo una gratitudine speciale a tutti quelli che, svolgendo ora il servizio pastorale in Ucraina, a volte a rischio della vita e della salute, continuano a rimanere fedeli all'Ortodossia canonica, che seguono senza paura il cammino della confessione, sopportano il rimprovero e il dolore per Cristo e per la Chiesa. Possa il Signore aiutare questi coraggiosi difensori e campioni della Verità nelle prove e considerare la loro sofferenza a giustificazione. Nonostante tutto, siamo spiritualmente uniti. Siamo uno perché proveniamo da un unico fonte battesimale. Siamo uno, perché insieme manifestiamo la pienezza della Chiesa Una, Santa, Cattolica e Apostolica. Siamo uno perché siamo legati dai vincoli indistruttibili dell'amore in Cristo. Siamo uniti, perché immutabili sono le parole del Salvatore, che ha detto: "Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt 28, 20). Noi cristiani, quindi, non abbiamo niente e nessuno da temere, come ci ricorda l'apostolo Paolo quando esclama: "Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?" (Rm 8, 31). Ispirati da questa promessa, viviamo e costruiamo, combattiamo e vinciamo nel nome del Signore, perché, come scrive il santo apostolo Pietro, "non c'è sotto il cielo altro nome dato agli uomini nel quale dobbiamo essere salvati" (At 4, 12). Non c'è stato, non c'è e non ci sarà, testimonia la Chiesa. Dal momento in cui il Signore venne sulla terra fino ad oggi, a tutti coloro che credono in lui è stata data l'opportunità di essere figli del Padre celeste, perché, come afferma il santo apostolo Paolo, ora siamo nostri e non estranei a Dio (Ef 2, 19). E questo significa che siamo tutti suoi figli, e in lui e per lui siamo parenti e vicini gli uni agli altri. Nei servizi divini e nei sacri riti della Chiesa, che sono il luogo dell'incontro dell'uomo con il suo Creatore, è sollevato per noi il velo dell'eternità e già qui sulla terra ci è dato di pregustare la futura pienezza dell'esistenza, quando, secondo la parola della Sacra Scrittura, Dio sarà tutto in tutti (1 Cor 15, 28), quando niente e nessuno potrà separarci dall'amore di Dio (Rm 8, 39), dalla gioia della comunione con lui, quando Dio asciugherà ogni lacrima dagli occhi degli uomini e la morte non ci sarà più, perché le cose di prima sono passate (Ap 21, 4). Annunciando agli uomini la buona notizia della venuta del Salvatore nel mondo, la Chiesa, come una madre amorevole, invita tutti a credere in Cristo e a vivere secondo la sua alleanza per divenire eredi della beatitudine eterna. Davvero il Signore è venuto sulla terra per portarci in cielo. Invita invariabilmente le persone a seguire il cammino della trasformazione spirituale e morale, che si ottiene attraverso l'adempimento dei comandamenti del Vangelo, la cooperazione volontaria tra l'uomo e Dio e l'assistenza della sua grazia inviata nei Sacramenti della Chiesa. E se nei rapporti con le persone, nelle faccende e nelle preoccupazioni quotidiane impariamo a lasciarci guidare dalle istituzioni divine, allora molto cambierà non solo in noi, ma anche intorno a noi: la vita acquisirà il vero significato, sarà piena di vera gioia e felicità. Cerchiamo di essere degni del titolo e della vocazione di cristiani. Seguiamo il cammino della vita con fede salda e speranza incrollabile nell'aiuto dall'alto, rallegrandoci per ogni nuovo giorno e nuova opportunità di compiere buone azioni, amando il prossimo e ringraziando Dio sempre e per tutto (Ef 5, 20), poiché a lui si addice ogni gloria, onore e adorazione nei secoli dei secoli. Amen. Buona festa a tutti voi, miei cari, buona Natività di Cristo! +KIRILL PATRIARCA DI MOSCA E DI TUTTA LA RUS' Natività di Cristo 2024/2025 Mosca |