venerdì 22 ottobre 2010

Dal sito amico: Eleousa.net

Russia - In onore della Madre 
   di Dio di Iviron

Moskva - In connessione con le celebrazioni in onore della Madre di Dio di Iviron, il 26 ottobre la Galleria Tretyakov di Moskva porterà nella chiesa di San Nicola in Tolmachi l’Icona miracolosa della Madre di Dio di Iviron.
L'Immagine sarà esposta nel tempio per alcuni giorni, durante i quali saranno eseguiti servizi di culto: il 25 ottobre alle 17.00 ci sarà la Veglia, il 26 ottobre alle 9.00 sarà celebrata la Divina Liturgia.

(Fonte: www.patriarchia.ru)



Madre di Dio di Iviron
M. Athos - Auguri all'archimandrita Geremia

Monte Athos, 22 ottobre 2010 – Nel giorno del 95° anniversario dell’archimandrita Geremia (Alekhine), il presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Moskva, il metropolita Hilarion, che è in visita sul Monte Athos con la benedizione del Patriarca di Moskva e di tutta la Russia Kyrill, ha celebrato la Divina Liturgia nel monastero di San Panteleimon.
Il metropolita Hilarion è stato raggiunto dall'arcivescovo Teognoste di Sergiev Posad, presidente della commissione per i monasteri, dall'arcivescovo Antonio di Boryspil, rettore dell'Accademia Teologica di Kiev e del Seminario, dall'abate del monastero, archimandrita Geremia, dal monaco confessore Makarios, dal personale del Decr e dai pellegrini.
Dopo il servizio, il metropolita Hilarion ha letto il messaggio d’auguri del Patriarca Kyrill per l’archimandrita Geremia. Il presidente del Decr ha dato all'abate la croce pettorale per l’importante anniversario. Poi, il metropolita Hilarion e i vescovi presenti si sono calorosamente congratulati con padre Geremia, augurandogli l'aiuto di Dio nel ministero monastico: "Siete venuto in questa Santa Montagna quando eravate un uomo maturo, e Dio prolunga le vostre giornate in modo che possiate continuare il vostro ministero, che svolgete da molti anni. Possa Dio rafforzare la vostra forza spirituale e fisica, moltiplicare la fratellanza di questo santo monastero, portare i pellegrini qui. Che Dio vi protegga per molti anni buoni".
Il metropolita Hilarion ha dato la benedizione ai pellegrini e monaci, e ha condiviso con i monaci il pasto fraterno.
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L’archimandrita Geremia (Alekhine) è nato il 9 ottobre 1915 in una fattoria del Novo (la regione dei cosacchi del Don), in una famiglia di contadini. Dal 1935 al 1941 ha lavorato presso l'impianto di Ilyich a Mariupol. Nel 1941, durante l'occupazione tedesca di Mariupol ha lavorato in Germania. Nel 1945 è tornato in patria. Dal 1945 al 1952 ha lavorato come operaio in un panificio nella città di Lugansk.
Nel 1956 è entrato nel Seminario Teologico di Odessa, e lo stesso anno ha lavorato presso il monastero della Dormizione di Odessa. Nel 1957 è stato tonsurato monaco con il nome di Geremia e ordinato sacerdote. Nel 1975, come archimandrita è stato inviato al Monte Athos. Nel 1979 è stato eletto abate del monastero di San Panteleimon sul Monte Athos.
Lo Stato della Russia gli ha assegnato un gran numero di premi.

(Fonte: Decr Servizio Comunicazione; www.mospat.ru)
M. Athos - Visita al Monastero di S. Panteleimon

Monte Athos, 21 ottobre 2010 – Il Presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Moskva, metropolita Hilarion di Volokolamsk ha iniziato la sua visita al Monte Athos, recandosi al monastero russo di San Panteleimon. Il metropolita è accompagnato dall'arcivescovo Theognoste di Sergiev Posad, presidente della Commissione sinodale per i monasteri, dagli arcivescovi Antonio di Boryspil, rettore dell'Accademia Teologica di Kiev, e Teofilatto di Bryansk e Sevsk, dal personale del Decr, dal clero e dai laici del Patriarcato di Moskva.
Sul molo del monastero, il metropolita Hilarion ha salutato i confratelli del complesso monastico. L’abate ha accolto calorosamente la delegazione della Chiesa ortodossa russa e ha espresso la sua gioia per la comunione di preghiera con i cari ospiti. Dopo un pasto fraterno, gli ospiti si sono inchinati nei santuari del monastero. Poi il presidente del Decr si è incontrato con l’abate di San Panteleimon, l'archimandrita Geremia e con il confessore del monastero, monaco e sacerdote Makarios.
Inoltre, il gruppo di pellegrini, guidato dal metropolita Hilarion ha visitato il vecchio mulino dove ha vissuto la sua ascesi spirituale San Silvano (†1937):“Oggi ci sono pochi Staretz che conoscono quanto Dio ci ama, e conoscono la lotta contro i nemici dell'anima, e sanno che i nemici si vincono radicalmente solo con l'umiltà di Cristo. Il Signore ama tanto l'uomo che effonde su di lui i doni dello Spirito Santo; ma, finché l'anima non imparerà a custodire la grazia, sarà messa alla prova per molto tempo".
Alla fine della giornata il presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca e il gruppo che lo accompagna hanno pregato con i fratelli del convento nella cattedrale del monastero.

(Fonte: Decr Servizio Comunicazione; www.mospat.ru)
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Il monastero cenobitico russo dedicato a san Panteleimon (27 luglio) è stato fondato nel X secolo e ricostruito nel XVIII-XIX secolo. La biblioteca possiede 1027 manoscritti greci e slavi, di cui 99 su pergamena. Dal monastero dipendono le skite della Nuova Tebaide e di Xylùrgu o Bogoròditsa, la Madre di Dio, dedicata alla Dormizione di Maria. Il grandioso monastero, non circondato da mura, sorge sul versante occidentale della penisola vicino al mare. Le costruzioni sono del secolo scorso, grandiose e funzionali. La storia del monastero è alquanto movimentata. Nell'XI secolo, i monaci russi occupavano un piccolo monastero che ora è la skiti Xylàrgu (1030 circa). Nel 1169 la comunità dell'Athos donò ai russi (e altri slavi), divenuti numerosi, il monastero (già esistente dal X secolo) di San Panteleimon. A causa dell'invasione dei tartari in Russia, l'afflusso dei monaci russi cessò nel 1237 e i monaci serbi ne presero possesso fino all'invasione turca, che distrusse il regno di Serbia (1417). Dal 1480 al 1735 la Russia riprese a proteggere il monastero, inviando numerosi monaci. Poi la guerra russo-turca (1734-1739) creò grandi difficoltà. Dal 1735 al 1821 il monastero divenne idiorritmico e puramente greco, sostenuto dai principi fanarioti della Valacchia e della Moldavia. Uno di costoro Scarlatos Kallimachis fece costruire il nuovo katholikòn negli anni 1812-1821. Intanto nel 1803 il monastero passò alla riforma cenobitica. Dal 1821 prevalse la protezione russa; nel 1888 venne costruita la splendida chiesa di stile moscovita dedicata alla Protezione della Vergine, nel 1892 l'enorme refettorio, nel 1899 la grande chiesa della skiti di Sant'Andrea. Nel 1903 la metà dei circa 7000 monaci che formavano la popolazione dell'Athos era costituita da russi. Con la rivoluzione del 1917 cessò l'afflusso dalla Russia di monaci e di mezzi e il monastero andò spopolandosi. Nel 1968 un furioso incendio distrusse sei cappe, parte della foresteria e tutta l'ala est del quadrato centrale

giovedì 21 ottobre 2010

Jeta Arbëreshe, 67 / llonar-vjesht 2010

L’EPARCHIA DI LUNGRO CERCA LA STRADA PERSA

Questa pagina l’avrei voluto lasciare bianca. Perchè io, sull’Eparchia di Lungro, ho detto e scritto tutto, da tredici anni in qua. Trenta articoli. E li ho scritti perchè credevo che il vescovo di Lungro avrebbe raddrizzata l’Eparchia. Ma così non è stato. E oggi a Lungro abbiamo un Amministratore Apostolico latino. Perchè i papas non si sono trovati d’accordo sul nome del nuovo vescovo. Sono divisi. Io credo che i problemi dell’Eparchia sono cominciati nel 1987. Appena il vescovo Lupinacci si sedette sul trono di Lungro, si scoprì la sua impotenza: appena accortosi che col parroco di Lungro non c’era accordo, avrebbe dovuto allontanarlo, ma non lo fece. Questo gesto d’impotenza fu il suo peccato originale. Peccato ripetuto otto anni dopo,  all’apertura del Sinodo di Lungro (1995). Quando il parroco di Lungro, davanti a tutti, bollò di “illegalità” il Sinodo stesso. Neanche quella volta il vescovo alzò il bastone. E qui lo scandalo si estese, come macchia d’olio, a tutta l’Eparchia. Il vescovo pensava di salvare l’Eparchia con la bontà, non con la forza; con la parola, non con il bastone.(Avrebbe dovuto salvarla con la parola e col bastone). E i parroci, vedendolo impotente, se ne approfittarono: cominciarono a fare quel che loro piaceva. Cominciarono ad allontanarsi dal vescovo. E il vescovo dai parroci. Poco fece il vescovo per trovare vocazioni nei paesi arbëreshë, anche perchè poco aiutato dai parroci. Provò a trovare seminaristi in Albania, ma non uno si fece prete. Rimasto senza seminaristi, il vescovo chiuse i Seminari di S.Basile e di Grottaferrata e non mandò più nessuno al Collegio Greco. E, per coprire questa vergogna, i preti andò a cercarli in ...Romania! Io credo che il vescovo i seminaristi e i preti ce l’aveva in Calabria. Negli anni, chi s’è spogliato e chi se n’è andato, trovando posto nella Chiesa Ortodossa Greca; chi voleva essere fatto lettore, ma venne scacciato, e se n’è andato con la Chiesa Ortodossa Russa, che l’ha ordinato prete; chi è diacono da anni, ma non è stato ordinato prete; alcuni seminaristi hanno finito gli studi filosofici e teologici, ma non sono neanche diaconi; c’è chi è laico sposato e avrebbe voluto farsi prete, ma il vescovo non l’ha neanche voluto sapere. Come il vescovo non ha saputo, nè voluto, esercitare la sua autorità sui preti, e così da questi è stato preso in giro; così i preti non hanno saputo, nè voluto, esercitare la loro autorità sui fedeli dei paesi, ma da questi sono stati trascinati per il naso. Senza bussola, tanto il vescovo quanto i preti. Come il vescovo ha sempre addossato la colpa ai preti (“Glielo dico con le buone, ma non mi ubbidiscono”), così i preti addossano la colpa ai fedeli (“L’albanese non lo capiscono, preferiscono l’italiano; vogliono le statue e non le icone; vogliono la festa di S. Pio, di S. Francesco e di S. Antonio; non vogliono saperne del Sinodo di Lungro, ecc...). Senza bussola. Dove mai s’è visto che le pecore dicono al pastore dove devono andare a pascolare? Senza bussola. Senza cultura bizantina (ce l’hanno, ma l’hanno nascosta), senza cuore arbëresh, senza testa. E l‘anarchia è andata aumentando, tanto a Lungro quanto nei paesi arbëreshë. Frasi tipiche italiane sono entrate nella liturgia bizantina, con la benedizione del vescovo; qua e là,la recitazione italiana (bla-bla-bla monotono) ha sostituito il canto greco e albanese; le statue hanno soppiantato le icone, nelle feste e nelle processioni; in alcune chiese, la messa viene cantata in italiano dal prete e il popolo risponde in greco, e il battesimo si fa per aspersione; ecc... Mons. Nunnari, a cui facciamo tanti auguri, ha da lavorare, prima di trovare un prete arbëresh degno del trono di Lungro.

N.D.R.: Credo che a scrivere questo articolo sull'ultimo numero della rivista italo-albanese " Jeta Arbëreshe" sia il Direttore, un carissimo amico con cui nel primo Sinodo Eparchiale abbiamo avuto idee che ci hanno sempre fatti incontrare, mai allontanare, ma per non fare errori è giusto mettere un bel condizionale. Le cose riportate sono realtà che tutti quanti conoscono, dal più piccolo al più grande, ma che la latinizzazione forzata ha fatto in modo che tutto ciò che era orientale venisse messo in disparte e tutto quello di latino diventasse il pane quotidiano.
Comnque visto che sono stato, amorevolmente, citato nel presente articolo, con calma e ponderando le espressioni, desidero dire ed esprimere il mio pensiero. Quindi a presto.

(Tanto per cambiare) Anno 1975, Elezioni Regionali


Questo sono io avevo 21 anni,

Tanti anni addietro,  tanta gioventù, 
candidato alle regionali per la calabria.

mercoledì 20 ottobre 2010

Il metropolita Hilarion al Foro ortodosso-cattolico

Il metropolita Hilarion di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, ha preso parte ai lavori dal secondo “Foro di dialogo tra le Chiese Ortodosse in Europa e il Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa della Chiesa Cattolica Romana”, che su iniziativa del Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo è in corso nell’isola di Rodos dal 18 al 22 ottobre 2010.
L’incontro non ha carattere ufficiale e vuole essere un libero scambio di opinioni sul modo in cui nel corso della storia si sono stabiliti e si stabiliscono tuttora i rapporti tra Chiesa e Stato nell’Europa dell’età moderna.
Ai lavori del Foro partecipano rappresentanti di tutte le Chiese ortodosse dell’Europa (eccetto la Chiesa bulgara) e della Chiesa cattolica.
Nel proprio intervento, il metropolita Hilarion ha illustrato i momenti chiave nella storia dei rapporti tra la Chiesa Ortodossa Russa e lo stato russo, a partire dal momento in cui, nell’ottobre 1990, il Soviet Supremo della Repubblica Sovietica Federativa Socialista Russa ha adottato la legge “Sulla libertà di professione religiosa”. Il fatto che la legge del 1997 riconosca il ruolo particolare dell’Ortodossia nella storia russa, si è rivelato di particolare attualità in rapporto alle recenti discussioni sul progetto di costituzione dell’Unione Europea, e all’opportunità che essa faccia menzione del ruolo del cristianesimo in Europa.
“La Chiesa non vuole fondersi con lo stato – ha affermato il presidente del Dipartimento per le relazioni esterne – né vuole interferire negli affari della gestione del potere o della politica. Nello stesso tempo vogliamo che lo stato tenga conto degli interessi dei fedeli ortodossi: tali oggi in Russia si professano non meno dell’80 % degli abitanti”.
Secondo l’opinione del metropolita, è giunto il tempo di una collaborazione più stretta tra Chiesa e stato su una solida base legale: “Il Primate della Chiesa Russa, il Patriarca Kirill, oggi vuol impostare i rapporti tra stato e Chiesa a un nuovo livello. Vorremmo passare da collaborazioni occasionali, riguardanti sfere specifiche di impegno sociale, a una cooperazione sistematica con lo stato per il bene di tutta la società russa”.

Parrocchia di Castrovillari

Evoluzione della nostra Chiesa parrocchiale di Castrovillari

Dal sito: Testimonianza ortodossa

Preghiera del gheron Sofronio Sacharof

Eterno Signore, Creatore di tutte le cose, Tu che mi hai chiamato in questa vita nella tua inesplorata bontà, che mi hai dato la grazia del Battesimo e il sigillo del santo Spirito, Tu che mi hai ornato con la grazia del desiderio di cercarti, l'unico vero Dio, ascolta la mia preghiera:
Mio Dio, non ho vita, luce, gioia, sapienza e forza senza di te.
Ma Tu hai detto ai discepoli "tutto quello che chiederete in preghiera, credendo, lo avrete”.
Perciò mi permetto di supplicarti:
Purificami da ogni corruzione di carne e di spirito.
Insegnami come pregare.
Benedici questo giorno che hai donato a questo indegno tuo servo.
Consentimi, con la potenza della tua grazia, di parlare e lavorare incessantemente per la Tua gloria in uno spirito di purezza, umiltà, pazienza, amore, bontà, pace, coraggio e saggezza, avendo coscienza della tua presenza senza fine.
Signore Dio, mostrami la via della tua volontà nella tua infinita bontà e rendimi degno di continuare il mio cammino senza peccato.
Conoscitore dei cuori, Signore, Tu conosci ogni mia mancanza, Tu conosci la mia cecità e la mia ignoranza, Tu conosci la debolezza e la corruzione della mia anima. Ma neanche il mio dolore e la mia angoscia ti sono sconosciuti. Ascolta la mia supplica e insegnami con il tuo Spirito santo la via da percorrere.
Non mi abbandonare perché la mia corrotta volontà mi condurrà in altre vie, ma inducimi a ritornare a te.
Dammi, con la potenza del tuo amore, la grazia di perseguire il bene.
Custodiscimi lontano da ogni parola o azione che possa portare corruzione alla mia anima e da ogni atto interiore ed esteriore che non sia gradito a te e nocivo per il mio fratello. Insegnami come vedere e come parlare.
Se è tua volontà di non rispondermi, donami spirito di pacifico silenzio che sia privo di amarezza e di pericolo per il mio fratello.
Insegnami nei tuoi precetti e fino al mio ultimo respiro non permettere che possa uscire dalla luce dei tuoi comandamenti, fino a quando la tua legge non diventi la sola legge di tutta la mia esistenza, sia in questa terra che nella vita eterna.
Ti supplico, mio Dio, abbi misericordia di me.
Liberami dal mio dolore e dalla mia miseria e non mi tenere nascosta la via della salvezza. Nella mia follia, mio Dio, per molte e grandi cose ti prego; conoscendo il mia malvagità, la mia debolezza e scelleratezza a te grido: abbi misericordia di me.
Non respingermi dalla tua presenza per la mia arroganza.
Dammi e fai crescere, in me disonesto, il potere di amarti secondo i tuoi comandamenti, con tutto il mio cuore, con tutta la mia anima, con tutta la mia mente, con tutta la mia forza e con tutto il mio essere.
Dio mio insegnami la giustizia e la conoscenza del tuo santo Spirito.
Dammi la conoscenza della tua verità prima di abbandonare questa vita.
Accresci i giorni della mia vita fino a quando possa offrirti un sincero pentimento. E quando con il tuo beneplacito arriverà la fine della mia vita fammi conoscere in tempo l’ora della mia morte, così la mia anima potrà essere pronta a incontrarti. E sii con me, Signore, in quell’ora terribile e donami la gioia della tua salvezza.
Purificami da ogni peccato palese e occulto e da ogni iniquità nascosta in me e donami una buona apologia quando sarò dinanzi al tuo terribile trono. Mio Dio, secondo la tua grande misericordia e la tua filantropia incommensurabile, ascolta la mia supplica.