venerdì 15 novembre 2024

Dal sito del Confratello e Concelebrante Padre Ambrogio di Torino.

   Senza Pompeo: l'inizio della fine del sostegno mondiale al "progetto della Chiesa ortodossa dell'Ucraina"?

Unione dei giornalisti ortodossi, 12 novembre 2024

 

Michael Pompeo, Sergij Dumenko, Petro Poroshenko. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

L'ex segretario di Stato americano Michael Pompeo non farà parte dell'amministrazione del nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Cosa significa questo per la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"?

Il 5 novembre 2024, il mondo ha appreso che Donald Trump aveva vinto la corsa alla presidenza degli Stati Uniti. Secondo molti esperti, questa notizia è stata una doccia fredda per le autorità ucraine, così come per i rappresentanti della Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Il motivo è chiaro: la cerchia ristretta di Donald Trump non solo è stata insoddisfatta delle politiche religiose dell'Ucraina, ma le ha anche sottoposte a critiche dure e implacabili.

Trump e la Chiesa ortodossa ucraina

Ad esempio, il senatore J.D. Vance, già nominato vicepresidente degli Stati Uniti, ha affermato che se la guerra dovesse portare alla distruzione della Chiesa ortodossa ucraina, questa sarebbe una vergogna per gli Stati Uniti. Ha anche criticato duramente la proposta di legge per mettere al bando la Chiesa.

Ecco cosa ha detto: "E gli attacchi alle comunità cristiane tradizionali in Ucraina? Il parlamento ucraino sta valutando di promulgare una legge che esproprierebbe un gran numero di chiese cristiane e comunità cristiane in Ucraina. Gli Stati Uniti sono la nazione cristiana più grande al mondo. Ma quali sono i frutti della nostra politica? Credo, stando qui, che questa guerra alla fine porterà allo sfollamento di una massiccia comunità cristiana in Ucraina. E questa sarà la nostra vergogna".

Vance non è stato l'unico a fare simili dichiarazioni. Per esempio, Catherine Whiteford, co-presidente della National Youth Republican Federation, ha affermato che il governo ucraino aveva lanciato un attacco alla Chiesa ortodossa ucraina.

"Sequestri di chiese, arresti arbitrari e attacchi ai credenti sono diventati eventi quotidiani. La libertà religiosa è un diritto umano fondamentale. E il fatto che un governo alleato stia vietando la più grande organizzazione religiosa sul suo territorio dovrebbe preoccupare gli americani", ha affermato Whiteford.

Ancora più fortemente sulla persecuzione della Chiesa ortodossa ucraina ha parlato il giornalista Tucker Carlson, molto vicino a Trump. A metà marzo 2023, quando il Ministero della cultura ucraino aveva già annunciato l'espulsione della Chiesa ortodossa ucraina dalla Lavra delle Grotte di Kiev, Carlson ha trasmesso un intero servizio sulla Chiesa ortodossa ucraina.

"È abbastanza sorprendente perché quando si guarda alla situazione, loro (le autorità, ndr) stanno espellendo i monaci da un monastero dell'XI secolo, nelle cui grotte sono sepolti dei santi. Non si vede questo tipo di comportamento nelle democrazie liberali. E quindi si pensa: coloro che hanno presentato Zelenskij come un eroe particolare, che lo hanno applaudito, che hanno assicurato che questa è una persona che dobbiamo sostenere, a cui dobbiamo dare il nostro sostegno, queste persone, come cristiani, ora dovrebbero mettere in discussione le sue azioni particolari, e noi questo non lo vediamo davvero. C'è stato un silenzio totale mentre ha iniziato quella che in molti modi può essere definita persecuzione dei membri della fede ortodossa ucraina. Allora perché c'è quel silenzio?" si è chiesto Carlson.

Naturalmente, a causa di queste e simili dichiarazioni, la dirigenza della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è ben consapevole che l'ascesa al potere di Trump non promette nulla di buono per i seguaci di Dumenko. Lo stesso vale per le autorità ucraine, che hanno lanciato persecuzioni contro la Chiesa.

Pompeo e la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"

Per questo motivo, l'ex presidente ucraino Petro Poroshenko ha deciso di annunciare che la sua creatura, la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", è stata creata con il coinvolgimento diretto di Donald Trump: "È stato con Trump - e ora posso rivelare questo segreto - che abbiamo discusso della necessità di ottenere l'autocefalia per la Chiesa ortodossa dell'Ucraina. E voglio ringraziarlo, perché ogni volta che ci siamo rivolti alle istituzioni diplomatiche degli Stati Uniti, abbiamo sempre trovato lì un sostegno molto importante", ha affermato l'ex presidente.

La notizia su Trump, Poroshenko probabilmente se l'è inventata, come dimostra chiaramente l'attuale posizione del nuovo presidente degli Stati Uniti nei confronti di Pompeo. Ma quando parla delle istituzioni diplomatiche statunitensi, che hanno effettivamente avuto un ruolo nella creazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", stava dicendo la verità. Queste hanno fornito assistenza. In questo contesto, la menzione di Poroshenko della cooperazione con le istituzioni diplomatiche non può essere considerata una coincidenza: lui e i suoi "partner" speravano disperatamente che Pompeo tornasse nell'amministrazione Trump (questa volta come segretario alla Difesa degli Stati Uniti) e che non avrebbero dovuto rispondere delle loro azioni nei confronti della Chiesa ortodossa ucraina.

Ricordiamo che la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è stata creata nel dicembre 2018 con il coinvolgimento attivo degli Stati Uniti. Il Dipartimento di Stato americano ha apertamente e attivamente sostenuto la creazione di una nuova confessione religiosa in Ucraina.

Diversi mesi prima che la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" ricevesse il suo Tomos di autocefalia, il leader del "patriarcato di Kiev" Filaret ed Epifanij Dumenko incontrarono Joe Biden (non Trump) negli Stati Uniti, dove Biden sottolineò l'importanza di creare la futura struttura della chiesa. L'ambasciatore statunitense per la libertà religiosa Samuel Brownback e l'allora segretario di Stato Mike Pompeo espressero ripetutamente il loro sostegno al progetto.

Inoltre, le prime congratulazioni ufficiali dopo la creazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" sono arrivate dal Dipartimento di Stato e dall'Ambasciata degli Stati Uniti. Nello stesso periodo, i rappresentanti del Dipartimento di Stato Samuel Brownback e Geoffrey Pyatt hanno visitato il Monte Athos e le Chiese locali, dove hanno parlato con primati e vescovi dell'importanza di riconoscere la nuova denominazione ucraina.

È degno di nota che Mike Pompeo, prima di lavorare al Dipartimento di Stato, era il capo della CIA. Come direttore della CIA, ha fatto la sua prima visita in Turchia per discutere con i servizi segreti turchi del caso del predicatore islamico Fethullah Gülen, che allora risiedeva negli Stati Uniti, secondo i giornalisti.

Gülen è stato accusato di aver orchestrato un tentativo di rovesciare il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan. Allo stesso tempo, l'Organizzazione nazionale dell'intelligence della Turchia sospettava che il fallito colpo di stato potesse aver coinvolto anche il patriarca Bartolomeo di Costantinopoli. Pertanto, la visita di Pompeo in Turchia potrebbe essere vista come uno sforzo per "salvare" il capo del Fanar.

È difficile dire quale sia stata in seguito la relazione tra Pompeo e il patriarca Bartolomeo, ma è chiaro che hanno agito di concerto sul "progetto della Chiesa ortodossa dell'Ucraina", lanciato nel 2018. Allo stesso tempo, tutti i dettagli di questo progetto erano stati preparati molto prima di allora. Ciò è confermato da filmati d'archivio del 2001, in cui il "patriarca" Filaret Denisenko discute di come sarebbe stata condotta questa "operazione speciale" . E dal 2018 (quando Pompeo è diventato capo del Dipartimento di Stato americano), tutto ciò di cui parlava Filaret è diventato realtà.

Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti e la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"

Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha apertamente sostenuto la creazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", vedendola come uno strumento politico per indebolire l'influenza della Russia in Ucraina. Il 10 gennaio, appena quattro giorni dopo che la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" ha ricevuto il suo Tomos di autocefalia, il segretario di Stato degli Stati Uniti Mike Pompeo ha scritto che "l'annuncio del 6 gennaio dell'autocefalia per la Chiesa ortodossa indipendente dell'Ucraina è un risultato storico in un momento in cui l'Ucraina cerca di definire i contorni del proprio futuro. In questa occasione, gli Stati Uniti esprimono ancora una volta il loro fermo sostegno a un'Ucraina sovrana e indipendente".

Nel novembre 2020, Pompeo incontrò il patriarca Bartolomeo di Costantinopoli a Istanbul. La visita di Pompeo fu vista come un chiaro segno del sostegno degli Stati Uniti alla "autocefalia" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e confermò anche che il sostegno alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" faceva parte della politica strategica degli Stati Uniti. La situazione arrivò persino al punto che i giornali in Turchia iniziarono a riferirsi al Fanar come al "Patriarcato degli Stati Uniti".

In altre parole, si trattava di una questione puramente politica. Il Dipartimento di Stato sotto Pompeo non era interessato a garantire il "diritto" di alcuni ucraini a pregare in questa "chiesa" (in linea di principio, nessuno li stava privando di quel diritto), ma piuttosto a indebolire la Chiesa russa a livello pan-ortodosso e a costringerla, così come altre Chiese, a essere più compiacente su questioni che servivano gli interessi degli Stati Uniti. Il fatto che la Chiesa ortodossa ucraina avesse vissuto a lungo in modo autonomo e indipendente dalla Chiesa ortodossa russa non interessava al Dipartimento di Stato.

Inoltre, sebbene ciò non sia dichiarato apertamente, possiamo supporre che gli USA abbiano stanziato ingenti risorse finanziarie per sostenere organizzazioni e programmi legati alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Il Dipartimento di Stato, tramite l'USAID (Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale), ha fornito assistenza alle istituzioni pubbliche e religiose in Ucraina, comprese probabilmente quelle che sostenevano la "struttura della chiesa indipendente". Questi sforzi includevano il finanziamento di progetti volti a promuovere la "libertà religiosa", il che, in pratica, significava promuovere la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" (come Pompeo aveva ripetutamente affermato).

Allo stesso modo, le piattaforme sostenute dagli Stati Uniti, come Voice of America, pubblicavano regolarmente materiali a sostegno della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", il che influenzava la percezione internazionale di questa struttura come un "progetto democratico" e "progressista" che promuoveva gli interessi di un'Ucraina indipendente.

Il Dipartimento di Stato ha anche condotto un'intensa attività diplomatica con altri paesi ortodossi per fare pressioni su di loro affinché riconoscessero la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Questo processo ha incluso contatti (si legga: pressioni) con i governi di Grecia e Cipro, che in seguito hanno, di fatto, riconosciuto la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina".

Per questo motivo, i sostenitori del "progetto della Chiesa ortodossa dell'Ucraina" in Ucraina capiscono molto bene che se Mike Pompeo non entra nella nuova amministrazione, questo potrebbe rappresentare un serio problema per tutti coloro che sono coinvolti nella creazione della "nuova Chiesa ucraina", poiché Pompeo è stato la figura chiave in questo sforzo. In altre parole, senza il supporto degli Stati Uniti, la struttura guidata da Dumenko non ha futuro né in Ucraina né a livello internazionale.

E, a quanto pare, questo sostegno potrebbe non essere più imminente.

Trump e la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"

L'11 novembre, Donald Trump ha annunciato che non ci sarebbe stato posto per l'ex segretario di Stato Mike Pompeo e per l'ex ambasciatrice degli Stati Uniti all'ONU Nikki Haley nella sua futura amministrazione. Cosa significa questo per la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"?

In primo luogo, un indebolimento del sostegno internazionale. Pompeo è stato l'iniziatore di molti contatti diplomatici con il Patriarcato di Costantinopoli e altre Chiese ortodosse, esortandoli a riconoscere la struttura di Dumenko. Sotto la nuova leadership, è improbabile che il Dipartimento di Stato sia interessato a promuovere la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", soprattutto dati gli scandali ad essa associati. Lo stesso Dumenko potrebbe anche essere visto come troppo tossico perché i politici americani lo sostengano.

In secondo luogo, possiamo affermare che la politica degli Stati Uniti (anche in relazione alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina") potrebbe subire cambiamenti significativi. È molto probabile che la nuova amministrazione aderisca almeno a una politica di non interferenza negli affari religiosi dell'Ucraina. Al massimo, potrebbe cercare di ritenere responsabili coloro che sono coinvolti nella persecuzione della Chiesa ortodossa ucraina. Possiamo ricordare le parole dell'avvocato della Chiesa ortodossa ucraina Bob Amsterdam, che ha messo in guardia le autorità e i legislatori ucraini dalle potenziali sanzioni per l'approvazione di leggi anti-ecclesiali. Dato che Amsterdam non fa minacce inutili, è ragionevole affermare che la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" potrebbe perdere il sostegno esterno volto a rafforzare la posizione di Dumenko all'interno dell'Ucraina.

In terzo luogo, il diretto sostegno degli Stati Uniti alla struttura di Dumenko ha inviato un segnale alla società ucraina (specialmente nei media e nella Verkhovna Rada) che la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" era una "chiesa pro-europea" e "indipendente", mentre, secondo Pompeo, la Chiesa ortodossa ucraina dovrebbe essere cacciata dall'Ucraina. Ora, Dumenko potrebbe dover prepararsi a un aumento significativo dell'opposizione all'interno dell'Ucraina, sia nei media che nel governo.

In quarto luogo, una delle forme chiave di supporto degli Stati Uniti è stata la rappresentazione positiva e acritica della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" nei media internazionali. Senza l'interesse del Dipartimento di Stato nel promuovere Dumenko, il supporto dei media si dissiperà e possiamo aspettarci la comparsa di informazioni molto poco lusinghiere sulla stampa occidentale circa l'illegalità commessa dai rappresentanti della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e dalle autorità ucraine nei confronti della Chiesa ortodossa ucraina.

Pertanto, l'assenza di Pompeo dall'amministrazione Trump è un segnale che la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" affronterà seri problemi sia all'interno dell'Ortodossia globale che all'interno dell'Ucraina. In ogni caso, è improbabile che la situazione migliori per Sergij Dumenko. Potremmo presto assistere a un cambiamento nella retorica riguardante la Chiesa ortodossa ucraina sia da parte di Dumenko stesso che dei suoi soci. E accadrà rapidamente. Perché la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" sa come cambiare direzione. Letteralmente, al volo.

lunedì 21 ottobre 2024

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  La cattedrale di Cherkassy è stata sequestrata: cosa succederà adesso?

di Kirill Aleksandrov

Unione dei giornalisti ortodossi, 19 ottobre 2024

 

 

sostenitori della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" sequestrano un luogo di culto della Chiesa ortodossa ucraina. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Il 17 ottobre 2024, i sostenitori della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" hanno sequestrato la cattedrale di Cherkassy. Come possono svolgersi gli eventi e cosa potrebbe significare per la Chiesa?

Una cronologia completa del sequestro della cattedrale di San Michele è presentata qui: "La fede contro la violenza: cronaca del sequestro della cattedrale della Chiesa ortodossa ucraina a Cherkassy". Vale la pena prestare attenzione ad alcuni punti chiave che determineranno gli sviluppi futuri a Cherkassy e in Ucraina nel suo complesso.

Favoritismo del governo

L'acquisizione è avvenuta con la piena approvazione delle autorità e molto probabilmente su loro diretta istruzione. Il canale Telegram "Resident", citando una fonte anonima nell'ufficio del Presidente, ha riferito che sono stati impartiti ordini di sequestrare le cattedrali nelle diocesi della Chiesa ortodossa ucraina. Le autorità locali avevano da tempo espresso una retorica anti-ecclesiale. Molti consigli regionali e comunali avevano approvato decisioni durante le loro sessioni per vietare le attività della Chiesa ortodossa ucraina nei loro territori o avevano fatto appello alla Verkhovna Rada affinché imponesse tale divieto a livello nazionale.

Il sindaco di Cherkassy, Anatolij Bondarenko, ha espresso apertamente le sue intenzioni di trasferire la cattedrale di san Michele alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e, pochi giorni prima, ha pubblicato un vero e proprio annuncio del sequestro su Instagram. Inoltre, tra il primo (fallito) e il secondo (riuscito) tentativo di sequestrare la cattedrale, il sindaco ha fatto un appello pubblico, invitando di fatto i sostenitori della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" a venire a sostenere le azioni degli attivisti per impossessarsi del tempio.

Diversi mesi fa, l'Unione dei giornalisti ortodossi ha suggerito che i fallimenti sul fronte avrebbero spinto le autorità a intensificare la persecuzione della Chiesa ortodossa ucraina per distogliere l'attenzione pubblica dalle proprie decisioni errate e reindirizzare la rabbia popolare verso qualcun altro. La Chiesa è un bersaglio ideale per tali manipolazioni: pacifica, indifesa e disposta a sopportare e perdonare tutto. Cristo ha creato la Chiesa in questo modo, e deve rimanere tale, non importa cosa succeda. Altrimenti, cesserebbe di essere la Chiesa.

Già nel 64 d.C., l'imperatore romano Nerone, nel tentativo di deviare la colpa da se stesso per l'incendio di Roma, indicò i cristiani come piromani e organizzò una rappresaglia pubblica e sanguinosa contro di loro per soddisfare l'ira della folla. Lo stesso sta accadendo oggi. Negli ultimi giorni, alla difficile situazione sul fronte, si è aggiunto un fallimento diplomatico del cosiddetto "piano della vittoria di Zelenskij". I principali paesi occidentali hanno di fatto negato al presidente dell'Ucraina le condizioni chiave del piano: l'adesione alla NATO e il permesso di colpire in profondità in Russia. Tutte queste notizie negative per le autorità devono essere compensate e fatte a gran voce. Ecco perché gli obiettivi non erano semplici chiese parrocchiali, ma cattedrali. Subito dopo la presa della cattedrale di san Michele a Cherkassy, c'è stato un tentativo di prendere la cattedrale di Kremenchuk.

Inazione delle forze dell'ordine

In uno stato costituzionale, come dovrebbe essere l'Ucraina secondo la sua Costituzione, il sistema di applicazione della legge non dovrebbe essere guidato da motivazioni politiche. Il suo ruolo è quello di garantire la stretta aderenza alla legge e di ritenere i trasgressori responsabili. In questo caso, c'è stata una violazione della legge su larga scala, sfacciata e completamente smascherata. Ciò ha incluso violenza fisica, uso di armi da fuoco (o qualcosa di simile), ingresso illegale in un edificio, rapine, minacce, incitamento all'odio religioso e molto altro. Eppure le forze dell'ordine hanno osservato con calma questi crimini e non solo non hanno fatto nulla, ma secondo testimoni oculari, hanno persino facilitato queste azioni in certi modi. Il sequestro della cattedrale di san Michele è una violazione di molteplici leggi ucraine e una violazione dei diritti e delle libertà fondamentali. Tuttavia, non c'è stata quasi nessuna risposta da parte delle forze dell'ordine.

Il metropolita Feodosij di Cherkassy ha dichiarato che la comunità della cattedrale di san Michele difenderà i propri diritti in tribunale. Questa è la giusta linea d'azione, ma in base all'esperienza dei procedimenti giudiziari relativi alla Chiesa ortodossa ucraina, è difficile aspettarsi un giusto processo. Basta considerare la persecuzione dei giornalisti dell'Unione dei giornalisti ortodossi, che sono stati imprigionati per oltre sei mesi solo per aver riportato delle notizie. Più volte, i tribunali hanno accolto richieste assurde e immorali da parte dei pubblici ministeri e degli investigatori. Ciò dimostra che l'Ucraina non ha una magistratura indipendente, un punto anch'esso sancito dalla Costituzione, e non c'è alcuna possibilità per i cittadini ucraini di esercitare il loro diritto a un processo indipendente, pubblico ed equo.

Ciò indica che mentre le autorità si impegnano verbalmente nel percorso dell'integrazione europea, nella pratica stanno facendo tutto il possibile per impedire che questa integrazione avvenga, allontanando sempre di più l'Ucraina dagli standard europei sui diritti umani e dai principi democratici dello Stato e della società. Ci sono molte dichiarazioni da parte di coloro che sono al potere che sostengono che l'Ucraina non è la Russia, che noi abbiamo la democrazia, mentre loro hanno l'autoritarismo; che noi abbiamo i diritti umani, mentre loro hanno il predominio delle forze di sicurezza. Ma in realtà, la politica delle autorità ucraine sta diventando sempre più simile a quella attribuita al nostro avversario. Stiamo adottando metodi autoritari di governo, dando priorità all'opportunismo politico rispetto alla legge e ai diritti umani e plasmando lo Stato e la società secondo gli stessi modelli della Federazione Russa. Alla fine, questo potrebbe portare alla sconfitta dell'Ucraina, perché uno stato democratico e legale può sconfiggere un grande stato autoritario, ma un piccolo stato autoritario non potrà mai sconfiggere un grande stato autoritario.

La crudeltà degli aggressori

A giudicare dai filmati registrati dai testimoni oculari durante il sequestro, agli aggressori è stata data piena carta bianca per qualsiasi violenza. Hanno sparato, spruzzato gas lacrimogeni sui fedeli e li hanno picchiati brutalmente, senza mostrare alcuna preoccupazione per chi colpivano. È importante notare quanto duramente e abilmente hanno picchiato le persone: si tratta di individui che sanno chiaramente come combattere e lo fanno spesso. La conclusione è ovvia: si trattava di militanti, reclutati appositamente e probabilmente pagati per fare il lavoro sporco.

Questo stile ricorda molto i "titushki" dell'era di Janukovich. Se le autorità vogliono fare qualcosa al di fuori della legge, si rivolgono a persone come queste. Tuttavia, così facendo, minano le fondamenta stesse dello Stato, una delle quali è il monopolio del governo sulla violenza legittima. Quando le autorità permettono che tale violenza venga perpetrata da attori non statali che operano al di fuori della legge, distruggono lo Stato. Se questo non viene fermato, l'Ucraina potrebbe sprofondare nell'illegalità, dove il potere appartiene a chiunque riesca ad attrarre più "titushki" del proprio avversario.

L'unico modo per resistere a tali metodi è attraverso la preghiera e la volontà di sacrificio. L'opzione di schierare giovani fedeli forti per affrontare questi militanti comporta il rischio di trasformare una situazione in cui la Chiesa difende legalmente i propri diritti in un conflitto tra due gruppi che violano la legge in egual modo. Forse, questo è esattamente ciò che vogliono gli ideologi dietro questi sequestri di chiese. Assumere ditte di sicurezza legale per proteggere i luoghi di culto della Chiesa ortodossa ucraina può essere utile, ma è chiaro che contro operazioni su larga scala e ben organizzate come il sequestro della cattedrale di Cherkassy, questo non aiuterà.

La fermezza dei credenti

Un altro aspetto, e forse il più importante, di questo evento è che la comunità della cattedrale di san Michele non si è divisa in sostenitori e oppositori dell'adesione alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina"; quasi l'intera comunità è rimasta fedele alla santa Chiesa. Le affermazioni del sindaco Bondarenko e di altri, secondo cui la comunità ha votato per il trasferimento alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", sono bugie senza alcun fondamento nella realtà. Tutti hanno visto che la cattedrale è stata sequestrata non da credenti o membri della comunità, ma da uomini forti con passamontagna sotto la direzione del "sacerdote" della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" Nazarij Zasanskij. Questi pregheranno nella cattedrale dopo il sequestro? La manterranno e la ripareranno con i propri fondi? Sembra ridicolo, non è vero? Per non parlare di dove andranno a finire i 60.000 dollari e le 80.000 grivne, che i parrocchiani hanno raccolto per i restauri e per una campana, fondi che sono stati rubati durante il sequestro. Di certo non per lo scopo previsto.

Se la comunità della cattedrale di san Michele, o almeno una parte di essa, avesse accettato di trasferirsi alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", avrebbe continuato a pregare pacificamente nella cattedrale, senza che nessuno la espellesse, la minacciasse o la picchiasse. Per il metropolita Feodosij, un trasferimento alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" avrebbe significato la chiusura di tutti i casi penali e una vita tranquilla. Per i sacerdoti, avrebbe significato mantenere i loro luoghi di servizio e i relativi redditi. Ma hanno scelto la sofferenza e la fedeltà a Dio rispetto alla pace e alla prosperità. L'apostolo Paolo scrisse a questo proposito quando disse che il profeta Mosè "scelse di essere maltrattato insieme al popolo di Dio piuttosto che godere dei piaceri passeggeri del peccato. Egli considerò l'ignominia per amore di Cristo come di valore maggiore dei tesori d'Egitto, perché aveva lo sguardo rivolto alla sua ricompensa" (Eb 11:25-26). È in questo "guardare avanti alla ricompensa" che i fedeli devono trarre la loro forza. Oggi siamo perseguitati, umiliati e calunniati; le nostre chiese sono prese, e siamo accusati di mancanza di patriottismo. Ma tutto questo non è stato fatto a Cristo dal suo stesso popolo? Gli apostoli di Cristo non hanno sopportato tutto questo? I martiri e tutti i veri seguaci del nostro Signore Gesù Cristo non hanno sperimentato la stessa cosa?

"Allora Gesù disse ai suoi discepoli: 'Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi perderà la sua vita per amor mio, la troverà. Infatti, che giova all'uomo se guadagna il mondo intero e perde la sua anima? O che cosa darà l'uomo in cambio dell'anima sua? Perché il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue opere'" (Mt 16:24-27).

Cosa succederà ora?

C'erano pochissime parrocchie nella Chiesa ortodossa ucraina in cui la maggioranza voleva unirsi alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", e si sono trasferite alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" in modo silenzioso e pacifico. La maggior parte lo ha fatto senza i propri preti, poiché il clero ha mostrato grande fermezza nella propria fede. C'erano alcune altre comunità in cui le opinioni erano divise, e queste si sono trasferite alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" in mezzo a conflitti e resistenze. I fedeli rimasti con la Chiesa hanno formato la propria comunità. Poi ci sono stati altri casi in cui uno o due "Giuda" hanno creato problemi, agitando i fedeli, coinvolgendo il pubblico fuorviato dalla propaganda e portando attivisti a sequestrare la chiesa. In alcuni casi, ci sono riusciti. Ma oggi è sicuro dire che tutti coloro che hanno voluto unirsi alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" lo hanno già fatto. La Chiesa è purificata durante i periodi di persecuzione, e questa purificazione è stata in gran parte completata. Molto prima della creazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", c'era un detto secondo cui circa uno su dodici cristiani è un "Giuda". In questa attuale fase di persecuzione, la percentuale di "Giuda" nella Chiesa ortodossa ucraina si è dimostrata molto più piccola. Nonostante i casi penali, le minacce, le prigioni, gli attacchi dei militanti e molto altro, nessun vescovo (tranne Drabinko e Shostatskij, che hanno lasciato la Chiesa ortodossa ucraina prima della creazione del progetto) ha voluto unirsi al progetto della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Non ci sono stati trasferimenti di massa di comunità o, soprattutto, di chierici.

Pertanto, è ragionevole supporre che in futuro, se le tendenze attuali continueranno, nessuno si unirà alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Ciò non significa che non ci saranno più sequestri di chiese: quelli continueranno sicuramente. La Chiesa ortodossa ucraina probabilmente perderà più cattedrali e chiese, ma "Il Dio che ha fatto il mondo e tutto ciò che contiene, essendo Signore del cielo e della terra, non abita in templi costruiti da uomini" (At 17:24).

Dio vive nei cuori umani e solo una persona può scacciarlo. Se qualcuno cova malizia, odio o risentimento nel suo cuore, Dio non dimorerà lì. Non parliamo nemmeno dei militanti e dei predoni di chiese, ma se i fedeli, che difendono le loro chiese e i loro santuari, si lasciano andare a emozioni o pensieri empi, subiranno davvero una sconfitta spirituale. "E poiché l'iniquità sarà aumentata, l'amore di molti si raffredderà..." (Mt 24:12). Questo è ciò che dobbiamo temere e prevenire. Se abbiamo amore, non importa cosa accada, siamo con Dio, siamo nella Chiesa e le porte dell'inferno non prevarranno contro di noi.

Il metropolita Feodosij ha chiamato la comunità della cattedrale a riunirsi nelle case per i servizi. Questo è ciò che accadrà e, agli occhi di Dio, sarà ancora la stessa comunità, la stessa Chiesa di quando i servizi si tenevano nella cattedrale.

Anche se le cose sono molto più semplici e povere all'esterno, le preghiere saranno ancora più ferventi, il grido a Dio ancora più penetrante e la fede ancora più salda. Oggi, la comunità della cattedrale di san Michele sta affrontando difficoltà, proprio come i cristiani che hanno perso le loro chiese hanno affrontato difficoltà ieri, e come affronteranno anche coloro che perdono le loro domani. Ma possono essere confortati da queste parole: "Hanno preso la tua cattedrale, costruisci una cattedrale nel tuo cuore! Purificala dal peccato, dai pensieri vani, dai sentimenti indegni di Dio! Invita a entrare lo Spirito di Dio: 'Vieni e dimora in noi...' E vedrai che ciò che è accaduto il 17 ottobre e prima ad altre chiese, e ciò che potrebbe accadere in futuro, per te non è stato una perdita ma un guadagno".

SAN  BASILIO KRATERETE

Chiesa ortodossa

"San Kosmas d'Etolia"

Patriarcato di Mosca

San Basile  (CS) 


 

sabato 19 ottobre 2024

 


Il teppismo degli scismatici ucraini sale di livello: cattedrale sequestrata a mano armata

  Pubblicato : Padre Ambrogio / Vedi >  Apri la notizia del blog
 

Questa è la cattedrale di san Michele a Cherkassy. O per lo meno, lo era fino al 17 ottobre 2024, quando circa un centinaio di uomini in tute mimetiche (e molti con passamontagna) l'hanno occupata, sparando gas lacrimogeni, picchiando i fedeli che la stavano difendendo (e che nonostante l'inferiorità numerica – erano in maggioranza donne anziane – sono riusciti a respingere il primo assalto), e alla fine hanno malmenato anche il metropolita Feodosij. Vi preghiamo di osservare il teppista che spara con una pistola a gas lacrimogeni proprio davanti al metropolita, in mezzo alla chiesa:

(screenshot del minuto 0:13 di questo video)

Una volta abbandonata la chiesa, il metropolita Feodosij ha annunciato che assieme ai fedeli se n'è andata anche la grazia ecclesiale. La cattedrale è ora un luogo dissacrato.

In una trasmissione online di Radio Svoboda (ovvero "Radio Libertà", un vero inno all'ipocrisia), i sequestratori si sono fatti ritrarre mentre, piantate bandiere ucraine sul coro e in mezzo alla navata, hanno servito una funzione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" con uno stuolo di "preti", disposti a fianco di "soldati" in mimetica, in perfetto accordo con le regole canoniche di anzianità clericale. Per radunare così tanti "preti", la struttura di Dumenko deve averli fatti venire da molte parti, o forse si sono semplicemente tolti la mimetica e il passamontagna... Giova ricordarlo, questi sono i "chierici" benedetti da Bartolomeo (il patriarca che inaugura statue alla sua umiltà).

 

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Bilancio del sequestro della cattedrale di Cherkassy

  Pubblicato : Padre Ambrogio / Vedi >  Apri la notizia del blog
 

Ecco il risultato netto del recente atto di teppismo a Cherkassy: 26 feriti, di cui 14 (incluso il metropolita Feodosij) sono stati curati in ambulatorio, mentre 12 hanno dovuto essere ricoverati in ospedale.

"Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome" (Lc 21:12).

 

giovedì 10 ottobre 2024

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Una ricerca scientifica ri-data la Sindone di Torino al I secolo

  Pubblicato : Padre Ambrogio 
 

I ricercatori Liberato de Caro e Cinzia Giannini (nella foto) dell'Istituto di Cristallografia di Bari hanno sottoposto una minuscola fibra della Sindone di Torino a una datazione tramite la tecnologia del Wide-Angle X-ray Scattering (WAXS), che misura il degrado strutturale e l'invecchiamento dei materiali antichi. "È una specie di radiografia, simile al tipo di scansione che si farebbe su un osso per vedere se c'è una frattura. Ma questa radiografia penetra il materiale molto in profondità per analizzarlo a livello microscopico", afferma il Prof. De Caro. "Col tempo, la struttura del materiale si degrada. Da questo possiamo capire quanto tempo è passato e quindi datare l'oggetto". La datazione riportata dall'apparecchio è di circa 2000 anni fa, e c'è una sorprendente corrispondenza con una simile analisi su un brandello di lino proveniente dalla fortezza di Masada, conquistata dai romani nel 73 d.C. Il brandello di stoffa di Masada è stato datato tra il 55 e il 74 d.C.

Sulla rivista peer-reviewed Heritage dell'agosto 2022, gli scienziati hanno affermato: "Il grado di invecchiamento naturale della cellulosa che costituisce il lino del campione esaminato, ottenuto tramite analisi a raggi X, ha mostrato che il tessuto della Sindone di Torino è molto più antico dei sette secoli proposti dalla datazione al radiocarbonio del 1988. I risultati sperimentali sono compatibili con l'ipotesi che la Sindone di Torino sia una reliquia di 2000 anni, come supposto dalla tradizione cristiana".

Cosa significa questo risultato nella controversia sulla Sindone?

1) In primo luogo, un ridimensionamento della insistente (e in molti casi fideistica) narrativa sorta dai risultati della datazione al radiocarbonio del 1988. Oggi chi sostiene l'autenticità della Sindone non potrà più essere accusato di attaccamento oscurantista a leggende tardive.

2) In secondo luogo, la distruzione della dicotomia "autentica reliquia o mero falso medioevale" (come se non fosse possibile alcuna altra ipotesi intermedia), che ha fatto schierare gli studiosi anti-autenticisti su una sola possibile linea di ragionamento. I risultati del team di Bari sono molto meno dogmatici nelle loro affermazioni: se anche il lino viene fatto risalire al I secolo d.C., questo non dice ancora nulla della natura dell'immagine e della sua formazione.

3) In terzo luogo, una possibilità di riesame futuro: a differenza del test del radiocarbonio, la tecnologia del WAXS non è distruttiva, e i campioni della Sindone di Torino e del lino di Masada sono ancora intatti, e conservati presso l'Università di Padova.

4) Infine, si delinea una strada ancora molto in salita. In un mondo onesto, la notizia della ricerca pubblicata oltre due anni fa avrebbe fatto il giro del mondo (e dei media) in poche settimane, mentre ancora oggi molti tra i semplici interessati al fenomeno della Sindone di Torino ne sono ancora all'oscuro. Questo dovrebbe farci riflettere su quanto siano onesti i rappresentanti di un'ideologia che afferma di voler liberare il mondo dalle superstizioni medioevali.

 

mercoledì 18 settembre 2024

https://www.ortodossiatorino.net

 Pasqua "con i cattolici": emozione, coincidenza o preoccupazione?

del vescovo Petru (Pruteanu)

Teologie.net, 11 settembre 2024

Quasi ogni giorno ricevo messaggi sulla "celebrazione della Pasqua CON i cattolici" nel 2025. A questo proposito devo fare alcune importanti precisazioni:

1) La preposizione "CON" può avere il significato di "INSIEME A", ma anche "ALLO STESSO TEMPO / CONTEMPORANEAMENTE CON". Fate attenzione alle sfumature e non lasciatevi manipolare dai "complottisti", perché le due interpretazioni significano cose totalmente diverse! In ogni caso, celebriamo la Pasqua ALLO STESSO TEMPO CON i cattolici romani una volta ogni pochi anni (2010, 2011, 2014, 2017, 2025, 2028, 2031, ecc.) e questo non ha nulla a che fare con "accordi ecumenici", ma solo con matematica e astronomia. Per esempio, gli ortodossi di nuovo calendario celebrano il Natale INSIEME (cioè in comunione con) gli ortodossi di vecchio calendaro e viceversa, anche se alla fine non lo celebrano CONTEMPORANEAMENTE a loro. D’altra parte, ciò che si festeggia CONTEMPORANEAMENTE – per esempio il Natale a Bucarest e ad Atene rispetto a quello a Roma, non significa automaticamente INSIEME. Allo stesso modo, da quasi cento anni la Chiesa ortodossa di Finlandia celebra la Pasqua INSIEME ai cattolici romani (e ai luterani), ma rimane ortodossa e in comunione con gli ortodossi, non con il Vaticano. Quindi prestate attenzione alla preposizione "CON" e a cosa significa in un caso o nell'altro.

2) Il patriarca di Costantinopoli non può decidere qualcosa in nome di tutti gli ortodossi (nemmeno quelli di lingua/etnia greca), e se, attraverso un consenso pan-ortodosso (impossibile al momento!) si raggiungerà un accordo per celebrare la Pasqua CONTEMPORANEAMENTE con i cristiani in Occidente, come volevano anche i Padri del primo Concilio ecumenico, ciò non significherà necessariamente una caduta dall'Ortodossia perché, in questo caso, perfino san Policarpo di Smirne (discepolo di san Giovanni il Teologo, † 155 d.C.) non sarebbe ortodosso. Del resto, stando alle dichiarazioni del patriarca Bartolomeo, i cattolici romani sono pronti ad accettare il "calcolo ortodosso" (anche se meno accurato dal punto di vista scientifico) e non il contrario. Se siamo arrivati a temere il fatto che i cattolici romani accettino insegnamenti e tradizioni ortodosse, allora abbiamo davvero un problema!

3) Personalmente credo che ognuno si atterrà al proprio calcolo e alla propria tradizione, e la celebrazione simultanea nel 2025 sarà una semplice coincidenza simbolica, come ce ne sono state molte altre. Purtroppo (o forse per fortuna) i cristiani di oggi non sono più capaci di riforme come quella del primo Concilio ecumenico, soprattutto perché non c’è un imperatore che imponga tali decisioni come leggi statali, e questo va interpretato piuttosto come una presa in giro dell’eredità lasciata da quel Concilio, piuttosto che un modo di rendergli onore!

4) Superare questo problema in un senso (giuliano) o in un altro (gregoriano) non significa automaticamente il ripristino della comunione dogmatica ed eucaristica. La differenza nella celebrazione della Pasqua tra Oriente e Occidente si manifestò solo alla fine del XVI secolo, e la comunione eucaristica si sciolse nell'XI secolo a causa di ben più gravi problemi dogmatici e canonici non ancora superati. Quindi, per la riconciliazione e la piena comunione tra ortodossi e cattolici romani, occorre molto di più dell'uniformità della data della Pasqua, che è una questione importante, ma non essenziale. Sarebbe assurdo pensare a una "unità pasquale" con i cattolici romani, in un tempo in cui non esiste unità canonica ed eucaristica tra gli ortodossi!

5) Non vedo come sarebbe possibile ripristinare la comunione eucaristica tra Roma e Costantinopoli senza superare le differenze dogmatiche e un consenso pan-ortodosso al riguardo. Se, per esempio, adesso il patriarca Bartolomeo concelebrasse con il papa – e non parliamo di un Tedeum formale (come potrebbe essere organizzato a Nicea nel maggio 2025), ma di una Liturgia e di una comunione eucaristica – sicuramente questo non sarebbe accettato dalla maggioranza dei chierici e dei fedeli del Patriarcato di Costantinopoli (che comprende il Monte Athos) e ancor meno dai chierici e dai fedeli delle altre Chiese locali; il patriarca di Costantinopoli non ha alcuna influenza per imporre la sua posizione sulle altre Chiese locali. Sono convinto che il patriarca Bartolomeo lo capisca e quindi, anche se sarà esercitata pressione politica su di lui, non arriverà a una simile escalation.

La mia opinione è che nel 2025, a parte alcune dichiarazioni formali e nessuna conseguenza pragmatica, non accadrà assolutamente nulla. E coloro che cercano pretesti per dichiararsi "non commemoranti" o "veri ortodossi", d'ora in poi dovrebbero pensare a ragioni più serie.